È ormai scomparso da parecchio tempo, ma molti di
noi hanno ed avranno ancora a lungo negli occhi e nella mente
l'immagine vitale e affabilmente autorevole di Cesare Musatti.
Questa figura di anziano, depositario di sapienza e di utile
esperienza, corrisponde senza dubbio allo stereotipo ideale
cui tutti tendiamo, sia nella valutazione degli altri, sia
nella programmazione teorica di un proprio modello personale
di buona vecchiaia; ma quale via percorrere, per quanto ci
sia consentito di programmare il nostro futuro, per raggiungere
un tale fine?
Se compito della gerontologia è lo studio globale di tutti
i fenomeni biologici, somatici, psicologici e sociali che
caratterizzano la senescenza, è della geragogia la funzione
specifica di cercare una risposta a molte di queste domande.
È nel 1973 che Angiolo Sordi, assistente del professor Francesco
Maria Antonini presso l'Istituto di Gerontologia e Geriatria
dell'Università di Firenze, presenta per la prima volta il
termine "geragogia" nel Trattato di Gerontologia e Geriatria
edito da Wassermann, ad indicare quella branca gerontologica
interdisciplinare che, in analogia alla scienza pedagogica,
presiede a quell'insieme di insegnamenti, il cui apprendimento
e la cui realizzazione dovrebbe portare al fine ultimo di
una vecchiaia vitale e attiva.
È necessario sottolineare il fatto che, seppure strettamente
correlato dal punto di vista concettuale al discorso gerontologico,
l'insegnamento geragogico, come vedremo, informa (o meglio,
dovrebbe informare) qualsiasi campo dell'attività medica,
anche se non strettamente specialistico in senso geriatrico,
purchè si proponga quale fine l'educazione e la preparazione
all'invecchiamento. Se consideriamo infatti che nella popolazione
mondiale in continuo aumento, la percentuale di anziani, per
effetto della diminuzione della mortalità infantile e dell'allungamento
della vita media, diviene sempre più rilevante numericamente,
è facile comprendere con quale particolare urgenza ed intensità
si presenti il problema dell'educazione all'invecchiamento,
intendendo con questo non solo l'educazione e l'adattamento
alle caratteristiche di vita che, tradizionalmente, pensiamo
tipiche della senescenza, ma soprattutto quella preparazione
(e formazione individuale e collettiva) ad affrontare ogni
disagio e difficoltà nelle varie fasi dell'involuzione senile.
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