Geriatria e gerontologia
credits - editoriale geriatria - meetings - notiziario - pubblicazioni
Presentazione
Una premessa
L'invecchiamento
Tempo libero e solitudine
Geragogia
  Educazione dell'adulto
Rivoluzione geragogica
Significato di un neologismo
Geragogia e prevenzione
Geragogia e media
Geragogia psico-sociale
Proposte di programmazione
  La malnutrizione in età senile
Alimentazione
Alcolismo
Alcol e invecchiamento cerebrale
Attività fisica
   
  site design Doublespeak
 
Study of an old Man's Profile Galleria degli Uffizi Firenze
Proposte di programmazione - 2  

Tra le cause di ordine psicologico abbiamo già ricordato la depressione esistenziale, peculiare dell'età involutiva, che spesso consegue a lutti familiari, al cambiamento di ruolo, alla paura della vecchiaia ed alle quali può attribuirsi spesso la perdita dell'appetito e la conseguente riduzione nell'assunzione di cibo. Sul versante opposto possono essere oggetto dell'intervento geragogico i frequenti disturbi comportamentali del vecchio che tende a migliorare le proprie insoddisfazioni psicoemotive con l'iperalimentazione, in modo analogo a quanto è dato di osservare durante l'infanzia. In definitiva il comportamento alimentare dell'anziano che, come abbiamo visto, è frequentemente all'origine di gravi situazioni malnutrizionali riveste un particolare interesse per il geragogo in funzione delle note correlazioni tra nutrizione, patologia ed invecchiamento.

La prevenzione geragogica degli stati di malnutrizione si dovrà basare, pertanto, sull'educazione alimentare che può attuarsi mediante appropriate informazioni sull'acquisto, preparazione e conservazione degli alimenti, sulla lotta alla disinformazione ed ai pregiudizi nutrizionali, oltre che sul coinvolgimento degli anziani stessi nei piani nutrizionali e nelle strategie educative. Particolarmente utile sarà che il medico geragogo si preoccupi di fornire alcuni consigli generali riguardanti l'alimentazione come, ad esempio, quelli di variare il "menu", di rendere più gradevoli i "dessert", di servire i piatti ben caldi perchè più appetibili e di raccomandare sempre di dedicare al pasto un tempo conveniente. Dal punto di vista pratico, comunque, il problema di più difficile soluzione riguarda sempre i mezzi con cui attuare l'educazione alimentare del soggetto anziano e di chi si avvia a diventarlo.

Prendendo lo spunto da quanto si è fatto e si fa all'estero (Inghilterra, Francia, Stati Uniti) si potranno preparare film di educazione alimentare, programmare serie di conferenze, istituire corsi negli istituti per anziani, allestire "poster", scrivere articoli su giornali e riviste e stampare libri divulgativi con illustrazioni semplici ed originali. Di grande efficacia, naturalmente, risulterà sempre, come in tutti i programmi educazionali, il coinvolgimento dei mezzi di comunicazione locali, con il proposito eventuale di diffondere poi i programmi meglio riusciti sull'intera rete nazionale. Come si è visto, quindi, ogni strategia preventiva nei confronti della malnutrizione, che nei paesi sviluppati colpisce essenzialmente gli anziani, deve basarsi primariamente sull'informazione e sull'educazione dei singoli, stimolandoli a mantenere una dieta sufficientemente variata e adatta ai fabbisogni dell'età avanzata, ma dovrà anche rivolgersi ai medici e, in generale, agli operatori sanitari che sono presenti nel settore.

Nelle divisioni di medicina, ad esempio, e in modo particolare in quelle di geriatria, dovrà essere rivolta particolare attenzione agli stati di malnutrizione subclinica o "latente", condizioni di frequenza non trascurabile. Sarebbe utile in questo campo, prima di iniziare ogni intervento educazionale, un'accurata indagine sulle abitudini alimentari e sui "gusti" dell'anziano che consenta di mettere a punto programmi nutrizionali bene accetti, con alimenti semplici, spesso sconosciuti o ignorati nell'alimentazione di ogni giorno.

Qualcosa si comincia a fare, in questo settore, come dimostra una vasta indagine promossa a suo tempo dal Ministero della Sanità ( ed i cui risultati dovrebbero essere facilmente rintracciabili) sulle abitudini alimentari degli italiani più anziani e, in generale, sul comportamento alimentare della popolazione di ogni età, allo scopo di porre le basi per l'attuazione di futuri programmi di educazione e informazione per i consumatori, che dovrà realizzarsi attraverso le strutture del SSN, con il coinvolgimento delle associazioni dei produttori e dei consumatori. Sembra che tale campagna ministeriale troverà attuazione con la collaborazione delle televisioni pubbliche e private, della stampa quotidiana e periodica, con la distribuzione, inoltre, di materiale informativo che serva a divulgare i criteri di una corretta alimentazione, in linea con quanto proposto dai gerontologi che si occupano da tempo di pedagogia della terza età e con quanto noi stessi abbiamo più sopra puntualizzato.

L'uso creativo del tempo libero è ritenuto, a ragione, uno degli obiettivi principali della geragogia che si prefigge, a questo riguardo, un vero e proprio mutamento di mentalità nell'anziano e nella società. L'intervento educazionale si propone di raggiungere lo scopo, infatti, di trasformare il tempo libero dell'anziano, da tempo negativo, inutile ed emarginante, in "tempo di vita da scoprire, tempo di vita a misura d'uomo, tempo relazionale, tempo sociale". Le molteplici attività di tempo libero, siano esse culturali, fisioattivanti, sociali, si debbono proporre l'obiettivo di dare un nuovo senso alla vita e di reintegrare l'anziano in un ambiente sociale che, a dire il vero, le passate generazioni di vecchi hanno spesso sentito come estraneo a vantaggio di una visione esistenziale di segno troppo individualistico.

La psicoattivazione, ad esempio, delle funzioni cognitive superiori (che spesso sono conservate nell'anziano molto più di quanto appaia ad un primo esame) risulta a vantaggio della creatività che, sacrificata nelle fasi precedenti della vita a favore della produttività, può riemergere con successo proprio dallo psichismo dell'individuo senescente. È compito della geragogia, pertanto, cercare di educare il vecchio ad esprimere quella parte di se stesso che lunghi anni di "dovere" hanno plasmato, spesso, in modo unidimensionale, tarpando le ali al suo vero modo di essere che, una volta recuperato, potrebbe ancora farlo sentire uomo, ancora in grado di piacere, di decidere, di vivere.

<Torna all'inizio Vai alla terza parte>

   
Geragogia.net © - Dott. Giovanni Cristianini - 2001 - 2021
Trendystyle.nl | Trendystyle.net | Trendystyle.com.hk | Margherita.net | Adversus.it | Adversus.nl | Adversus.com