Geriatria e gerontologia
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Presentazione
Una premessa
L'invecchiamento
Tempo libero e solitudine
Geragogia
  Educazione dell'adulto
Rivoluzione geragogica
Significato di un neologismo
Geragogia e prevenzione
Geragogia e media
Geragogia psico-sociale
Proposte di programmazione
  La malnutrizione in età senile
Alimentazione
Alcolismo
Alcol e invecchiamento cerebrale
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Il significato di un neologismo - 3  

Questa accezione più estensiva può trovare tutt'al più una sua collocazione in un più vasto inquadramento della strategia geragogica che, secondo alcuni, dovrebbe mirare anche alla psicoattivazione dell'anziano, al mantenimento della sua autonomia e persino all'organizzazione del suo ambiente di vita. Ma a nostro giudizio il termine dev'essere inteso nella seconda interpretazione che è quella affermatasi ormai nel mondo gerontologico, dove s'è diffusa grazie ai lavori della scuola di Antonini, secondo la quale "geragogia" è il momento pedagogico della prevenzione antisenile, è vera e propria educazione all'invecchiamento, è l'insegnamento diretto all'adulto, ma anche al giovane, affinchè riesca ad invecchiare con successo secondo la già citata espressione di Havighurst.

Quindi la geragogia, come noi l'intendiamo, si distingue dalla educazione sanitaria perchè si propone come compito d'insegnare anzitutto all'anziano un nuovo orientamento interiore del modo di gestire l'esistenza, per usare la stessa espressione di A. Sordi che fu il primo, come abbiamo già riferito, ad introdurre questo nuovo vocabolo, nel 1973, in un capitolo del trattato di Antonini e Fumagalli. Si tratta, prima di ogni altra cosa, di "fare adottare all'anziano certe attitudini, per assumere poi certe condotte. Ma assumerle vuoi dire acquistare un modo vecchio di esistere (senza alcuna significazione diminutoria nel termine vecchio)". La frase è sempre di Angiolo Sordi che per geragogia, quindi, voleva intendere principalmente l'educazione all'invecchiamento attraverso la ricerca e l'insegnamento di un nuovo stile di vita che si dimostrasse idoneo alla vecchiaia.

E questo compito geragogico spetta alla società, che non può limitarsi all'assistenza degli anziani, ma deve pedagogizzare in via preventiva se stessa, come vedremo più avanti, in maniera da formarsi un giudizio preciso sull'invecchiamento e sulla vecchiaia, deve intervenire con vari mezzi per ritardare il processo di senescenza ed istruire, infine, le masse degli anziani ad organizzare ed a vivere proficuamente la loro età.

Abbiamo osservato all'inizio che per ora il discorso geragogico, cioè l'educazione all'invecchiamento, è una specie di omelia riservata a pochi fedeli oppure, se preferiamo, il gergo riservato ad una piccola élite senza che si osservi al presente alcun riflusso tra il pubblico comune o, come sarebbe augurabile, almeno tra quello medico. Pertanto se vogliamo porre le prime basi di un gerontologia adeguata all'uomo è necessario che il linguaggio geragogico diventi universale e miri, attraverso un vasto programma educazionale, a ridare autenticità e valore alla vecchiaia.

Il pianeta senile è fatto di uomini che attendono una seconda redenzione e il geragogo dovrà occuparsi non soltanto di igiene, di fattori di rischio, di alimentazione, di attività fisica e di farmaci, come da alcuni si è proposto, ma principalmente ed anzitutto di fornire all'anziano nuovi scopi esistenziali che gli consentano ancora di vivere da protagonista e di non essere relegato fuori ruolo come uno spettatore triste ed umiliato della vita.

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