Tutti gli studi che si sono occupati di questo argomento
dimostrano che l'alimentazione negli anziani risulta più varia
e, quindi, più completa quando hanno la possibilità di consumare
i pasti in compagnia, mentre gli individui isolati e, soprattutto,
quelli che vivono in solitudine sviluppano sempre, prima o
poi, una grave indifferenza, che può giungere sino all'apatia,
per tutto quanto concerne l'acquisto, la cottura e l'assunzione
di cibi. Anche una inefficace masticazione, l'incapacità,
cioè, di masticare convenientemente il cibo per edentulismo,
può essere causa di maldigestione e di ridotto assorbimento,
influenzando, come abbiamo detto, anche il tipo di dieta in
quanto indirizza l'anziano verso cibi preferibilmente soffici,
come quelli a base di carboidrati, mentre altre vivande come
la carne, che richiedono una maggiore capacità masticatoria,
vengono evitate anche per questo motivo, oltre che per il
costo maggiore.
Anche l'assunzione inadegueta di bevande alcoliche, quale
si riscontra nei cosiddetti alcolisti tardivi, è in grado
d'indurre stati di malnutrizione nel vecchio attraverso meccanismi
diversi che intervengono riducendo l'apporto alimentare o
provocando stati di malassorbimento. L'alcol, comunque, può
intervenire come causa di malnutrizione in qualsiasi età attraverso
lesioni metaboliche dirette, come nel caso dell'anemia megaloblastica
che è di frequente osservazione negli etilisti cronici ed
è causata verosimilmente dall'interferenza dell'etanolo nel
ricambio dell'acido folico.
Tra le cause di deficit nutrizionale nell'anziano non vanno,
inoltre, dimenticati i farmaci che possono interferire nello
stato di nutrizione in vario modo, modificando, ad esempio,
il senso dell'appetito, influendo sull'assorbimento dei principi
nutritivi, mutando il pH gastrointestinale e variando il tempo
di transito. Nell'anziano, comunque, qualsiasi situazione
disnutrizionale è per lo più di origine multifattoriale in
quanto numerose sono le cause che possono contribuire alla
sua insorgenza, specie nelle decadi più avanzate della vita.
La malnutrizione proteicocalorica è tuttavia prevalente
per il fatto che l'insufficiente introduzione proteica con
gli alimenti è solitamente correlata ad un "deficit" calorico
della dieta. Se vogliamo quindi intervenire in senso preventivo
anche in questo particolare campo della patologia geriatrica,
dobbiamo fare perno sempre sul momento geragogico che, facendo
parte integrante della profilassi antisenile, coinvolge obbligatoriamente
tutti gli operatori del settore. L'alimentazione, infatti,
che è un fattore ambientale sul quale l'educatore può facilmente
intervenire, dev'essere opportunamente modificata, quando
occorre, e continuamente adattata ai diversi bisogni nutrizionali
del soggetto che invecchia, anche al fine di ritardarne i
processi involutivi naturali ed impedire nel contempo l'insorgenza
delle malattie che accelerano il processo di senescenza. Un'educazione
alimentare di questo tipo, che venga impartita sino dall'età
scolare, rappresenta senz'altro uno dei presupposti basilari
per favorire una fisiologica involuzione senile.
Abbiamo poc'anzi osservato che le cause di malnutrizione
nell'anziano sono molteplici e talora concomitanti. Tra di
esse la più importante, dal punto di vista geragogico, è la
diffusa disinformazione che la popolazione in generale presenta
in campo nutrizionale. Nella società attuale manca nel modo
più assoluto, infatti, una vera coscienza nutrizionale e soltanto
alcune iniziative quali l'inserimento nei programmi scolastici
dell'educazione alimentare, le campagne di divulgazione attraverso
i mezzi di comunicazione e gli interventi pedagogici nelle
istituzioni per anziani potrebbero rappresentare utili canali
per la diffusione delle più elementari norme in questo campo.
Si tratta di interventi che hanno un alto significato geragogico
come quelli, del resto, che dovrebbero essere indirizzati
al medico di famiglia perchè apprenda a non sottovalutare
l'importanza clinica di una precoce diagnosi di malnutrizione
nell'anziano.
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