di
Mario Barbagallo, Antonella Pineo, Ligia J. Dominguez, Anna
Ferlisi, Antonio Galioto, Mario Belvedere, Giuseppe Costanza,
Ernesto Putignano
Cattedra di Geriatria, Università degli Studi di Palermo
( da "Giornale di Gerontologia" 2005; 53:112-119
- S.I.G.G - Pacini Editore )
Introduzione
L'abuso nei confronti delle persone anziane è estremamente
diffuso, anche se solitamente non viene denunciato, ed ha
pesanti costi finanziari ed umani. È difficile ottenere
informazioni accurate sulle reali dimensioni, ma i dati provenienti
dal National Elder Abuse Incidence Study (NEAIS) denunciano
un fenomeno in crescente aumento. L'entità del problema
ha indotto l'OMS a prendere dei provvedimenti, fondamentalmente
incentrati su tre punti: Consapevolezza, Educazione e Difesa.
Un ruolo importante nella prevenzione e nella diagnosi dell'abuso
è riservato al medico di famiglia ed al geriatra, che
attraverso l'anamnesi, la valutazione clinica, e l'analisi
socio-ambientale del paziente può più facilmente
di altri individuare eventuali forme di abuso, prevenirle
attraverso l'analisi di fattori di rischio, ed una volta accertato
il reato, denunciarlo alle Autorità competenti.
L'Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO) ha pubblicato
nel 2002 il primo "Rapporto Mondiale su violenza e salute"
dedicando un ampio capitolo alla violenza contro le persone
anziane (1), che ha analizzato un largo spettro di violenze
esaminandone l'importanza e gli effetti nei differenti contesti
culturali, sociali, economici e descrivendo i tipi di misure
preventive intraprese. Il rapporto utilizza la definizione
di violenza elaborata dal WHO nel 1996 ovvero: "L'uso
intenzionale di forza fisica o di potere, minaccioso o reale,
contro una persona o un gruppo di persone o una comunità,
che risulta o ha una alta probabilità di risultare
in lesione fisica, morte, danno psicologico, non sviluppo
o deprivazione" (1,2).
Le tre categorie più comuni di abuso sulla persona
anziana sono quello domestico (maltrattamento della persona
anziana nella sua abitazione o in quella del caregiver), istituzionale
(maltrattamento degli anziani che vivono in case di riposo
o residenze assistenziali) e auto-inflitto (comportamento
auto-lesivo) (1). Per quanto riguarda le sfere colpite, i
tipi di abuso sono descritti nella tabella 1. Il Rapporto
ne identifica inoltre quattro livelli secondo i fattori biologici
e sociali dell'anziano colpito (tabella 2).
Dati Epidemiologici
La violenza contro le persone anziane è un problema
in crescita proporzionale all'incremento della popolazione
mondiale di anziani ed in particolare modo del numero di "oldest-old",
cioè degli ultraottantenni (1,2). Nella Seconda Assemblea
Mondiale sull'Invecchiamento, svoltasi a Madrid nel 2002,
il Segretario Generale delle Nazioni Unite ha presentato un
rapporto intitolato "Abuse of Older Person 2002"
che esamina gli abusi commessi ai danni delle persone anziane
in tutto il mondo, basandosi su studi condotti nel corso degli
ultimi 20 anni. Tale rapporto rivela che gli abusi sono estremamente
diffusi, che solitamente non vengono denunciati ed infine
che hanno dei pesanti costi finanziari ed umani (3). L'informazione
sulla misura degli abusi negli anziani (fisici, psichici,
psicologici) è carente, ma i pochi studi basati sulla
popolazione di cui disponiamo suggeriscono che il 4-6% della
popolazione anziana subisce abusi all'interno delle propria
abitazione e nei 2/3 dei casi gli abusatori sono membri della
famiglia (figli o coniugi) (4). Inoltre sebbene non sia stata
eseguita una raccolta sistematica dei dati sugli abusi, i
rapporti giornalistici, i dati sul benessere sociale e gli
studi su piccola scala, evidenziano che gli abusi e lo sfruttamento
economico degli anziani sono più comuni di quanto la
società comunemente ammetta.
In Australia, Canada e Regno Unito la percentuale di persone
anziane che hanno subito abusi o sono state trascurate va
dal 3% al 10%. In Canada, in particolare l'abbandono rappresenta
la forma di abuso più comune, con il 55% dei casi riferiti.
Il 15% dei casi è rappresentato da sopraffazioni di
carattere fisico ed il 12% dallo sfruttamento finanziario
(4).
È molto difficile ottenere informazioni accurate sull'incidenza
e la prevalenza dell'abuso agli anziani. Un esempio di alcuni
dati validi sono quelli provenienti dal National Elder Abuse
Incidence Study (NEAIS) (5) condotto negli USA con una metodologia
rigorosa applicata alla raccolta dei dati sulla incidenza
dell'abuso domestico e dell'abbandono degli ultrasessantenni.
Lo studio, concentrato sul maltrattamento non istituzionale,
ha raccolto i dati su auto-lesioni negli anziani in ambiente
domestico. I ricercatori hanno ottenuto dati da due fonti
principali: da Agenzie di Servizi di Protezioni (APS) per
gli Adulti e da circa 1100 "sentinelle" di agenzie
pubbliche e private con frequenti contatti con gli anziani
che vivono nelle comunità. L'uso di sentinelle, che
includevano infermiere, assistenti sanitari e personale dei
pronti soccorsi, si basa sull'assunzione che ufficialmente
i casi denunziati rappresentano solo il picco dell'iceberg,
e che molti più abusi sono presenti nella comunità.
Il NEAIS ha registrato negli USA un incremento del 150% in
10 anni, dei casi di prevaricazione riferiti dai servizi statali,
fra il 1986 e il 1996. In quest'ultimo anno, 449,924 persone
anziane ultrasessantenni hanno subito abusi domestici (5);
di questi solo 70,942 casi (16%) sono stati denunziati alle
agenzie APS, mentre i casi occulti erano più di cinque
volte in confronto con quelli denunziati (84%). Inoltre 139,000
anziani ultrasessantenni hanno sperimentato auto-lesionismo
nello stesso anno. Alcuni di questi anziani sono stati soggetti
anche ad altre forme di abuso. Del totale, solo il 41% sono
stati riferiti alla APS. Contando tutti i casi, si stima che
in un solo anno possano essere stati 551,011 i nuovi casi
di abuso e/o auto-lesionismo negli ultrasessantenni (incidenza
dell'1.3% nella popolazione anziana) (5).
La disattenzione è stata la forma più comunemente
riferita dall'APS (50%), seguita dall'abuso psicologico (35%),
finanziario (30%), fisico (26%), dall'abbandono (4%) e infine
dall'abuso sessuale (0.3%) (5). Una frequenza diversa del
tipo di abuso è stato rilevato da uno studio condotto
a Boston in cui 2020 anziani sono stati interrogati riguardo
tre forme di maltrattamento: violenza fisica, abuso psicologico,
disattenzione (6). Il 3% riferiva di avere sperimentato qualche
forma di maltrattamento dall'età di 65 anni. L'abuso
fisico era il più comune (2.2%), seguito da aggressione
verbale abituale (1.1%) e disattenzione (0.4%). Due terzi
degli inflittori erano i coniugi. Un altro studio in Canada
eseguito con una inchiesta telefonica in un campione randomizzato
di 2000 anziani ha evidenziato un 4% di esperienze di abuso
da parte di membri della famiglia o di altri caregivers dopo
l'età di 65 anni (7).
La incidenza e la prevalenza del maltrattamento agli anziani
nelle istituzioni sono ancora meno chiare. Pochi dati sono
disponibili e gli studi sono difficili da eseguire anche per
la ovvia reticenza sia degli anziani che dei gestori delle
case di riposo. Nell'unico studio rigoroso in case di riposo
un campione a caso di impiegati di 31 case di riposo nel New
Hampshire (577 infermieri e assistenti) sono stati intervistati
(8). Il 36% degli intervistati avevano assistito all'abuso
fisico e l'81% avevano assistito ad abusi psicologici nell'anno
precedente.
Mortalità e Morbilità
Si conosce ancora poco del destino delle persone che subiscono
degli abusi. I migliori dati provengono dallo studio EPESE
(New Haven Established Population for Epidemiologic Studies
in the Elderly), uno studio osservazionale in una coorte di
una comunità di anziani ultrasessantacinquenni (9),
in cui uno degli outcome misurati era la mortalità
per tutte le cause in persone con maltrattamento confermato
per richiesta di servizi di protezione. Nei primi 9 anni,
176 membri della coorte sono stati visti per i servizi di
protezione per verificare le denunzie: 48 (27%) per maltrattamento
e 128 (73%) per auto-lesionismo. Alla fine di 13 anni di follow-up
e dopo aggiustamenti di altri fattori che aumentavano la mortalità
dei soggetti anziani, il rischio di morte era maggiore per
quegli anziani che subivano maltrattamento (OR 3.1; 95% CI
1.4 a 6.7) o auto-lesionismo (OR 1.7; 95% CI 1.2 a 2.5).
Categorie a Rischio
Diversi fattori di rischio possono essere identificati per
le vittime e per gli individui che infliggono gli abusi. Il
NEAIS ha identificato i seguenti gruppi ad alto rischio di
abusi: i) donne; ii) grandi vecchi; iii) anziani fragili con
fragilità mentale e/o fisica. Le donne rappresentano
il 60-76% dei casi denunziati della APS. Secondo le "sentinelle"
67-92% delle denunzie sono di abusi a donne. La maggiore disparità
tra uomini e donne è nell'ambito dell'abuso psicologico
(75% dei casi nelle donne). Secondo le "sentinelle"
il 92% delle vittime di abuso finanziario sono donne. Due
terzi dei casi di auto-lesionismo denunziati alla APS sono
stati in donne.
I grandi vecchi (ultraottantenni) subiscono l'abuso nel 52%
dei casi secondo l'APS e nel 60% secondo le "sentinelle".
Le categorie di abuso più frequenti erano quello fisico,
emozionale e finanziario. Quarantacinque per cento dei casi
di auto-lesionismo si verificano negli ultraottantenni.
Una alta percentuale di anziani che subiscono abuso e che
sono vittime di disattenzione (circa 3 su 4) sono soggetti
con fragilità fisica e mentale. Gli anziani che non
possono prendersi cura di se stessi sono ad un maggiore rischio
rispetto a quelli auto-sufficienti. Sei di 10 anziani vittime
di abuso hanno qualche grado di confusione. I dati sulla depressione
non sono conclusivi, pero suggeriscono che questo è
un problema minore rispetto alla non auto-sufficienza ed alla
confusione (5).
Tra i perpetratori di abuso negli anziani, secondo l'APS,
la distribuzione è pari tra i due sessi. Questa apparente
equità è in realtà influenzata dalla
altissima preponderanza della disattenzione come categoria
più frequente tra le donne, mentre per tutte le altre
categorie di abuso, gli uomini sorpassano le donne come perpetratori
dell'abuso stesso. La maggior parte delle persone che attuano
l'abuso sono più giovani delle vittime (65% sono al
di sotto dei 60 anni). La età giovane di quelli che
attuano abuso finanziario è spiccata in confronto con
altri tipi di abuso, con 45% al di sotto dei 40 anni, e 40%
tra i 41 e i 59 anni di età. Per quanto riguarda il
rapporto con la vittima, i parenti e i coniugi delle vittime
sono quelli che più frequentemente commettono abuso
domestico e circa il 90% degli inflittori di abusi avevano
un rapporto con le vittime (5).
Altri fattori di rischio includono: i) abuso di sostanze o
infermità mentale (gli inflittori di abuso spesso consumano
alcool o droghe o hanno gravi malattie mentali); ii) dipendenza
dell'inflittore dalla vittima (frequentemente le persone che
abusano dipendono economicamente dalle vittime); iii) storia
di violenza (specialmente tra i coniugi una storia di violenza
nel rapporto è un fattore di rischio per abusi nell'età
più avanzate) (10).
Caratteristiche e Valutazione Clinica
Ogni tipo di abuso presenta delle peculiari caratteristiche
comportamentali (i.e. crisi di pianto, lamenti, paure, etc.)
e cliniche (specifiche per ogni tipo di abuso). Alcuni segni
clinici che devono fare sospettare un abuso negli anziani
che visitiamo sono descritti in tabella 3. Un ruolo importante
nella prevenzione e soprattutto nella diagnosi di abuso è
riservato al medico. A tal fine è indispensabile che
egli faccia un'adeguata anamnesi e valutazione clinica, soffermandosi
anche sui rapporti con i familiari e sulla situazione sociale
e domestica con lo scopo non solo di individuare eventuali
forme di abuso ma anche di prevenirle valutando altresì
l'esistenza di fattori di rischio, quali per esempio lo stress
del care-giver o situazioni economiche precarie. In seconda
istanza è indispensabile un accurato e dettagliato
esame fisico, valutando la natura di lesioni in diversi stati
di cicatrizzazione, o la presenza di stati di malnutrizione,
disidratazione e scarsa igiene, senza trascurare la qualità
del rapporto con il care-giver nonché lo stato mentale,
in quanto la demenza rappresenta un fattore di rischio. Ai
fini legali è importante compilare dettagliatamente
la cartella clinica, includendo riferimenti verbali, disegni
e fotografie delle lesioni. Quando l'abuso viene confermato,
il medico deve proteggere la sicurezza della persona anziana
rispettando la sua autonomia, tenendo conto delle capacità
cognitive della vittima e qualora necessario assumendosi la
responsabilità di avvertire gli organi competenti.
Interviste: alcune tecniche aiutano a ottenere una
più accurata informazione; innanzitutto l'anziano deve
essere intervistato da solo senza familiari o altre persone.
La intervista può iniziarsi con domande generali riguardanti
la sicurezza della casa ("Si sente sicuro nel luogo dove
abita?") e quindi continuare con domande sulla persona
che ha la responsabilità di prendersi cura del paziente
("Chi le prepara gli alimenti? Chi fa gli assegni?")
(10). L'intervistatore deve quindi continuare con domande
più specifiche riguardanti l'abuso sospetto. L' American
Medical Association ha proposto le seguenti domande di screening
(11): ha ricevuto lesioni da qualcuno a casa? È stato
toccato da qualcuno senza il suo consenso? Le ha qualcuno
fatto fare delle cose che lei non voleva fare? Ha qualcuno
preso delle cose sue senza chiedere il suo consenso? Lo hanno
minacciato o rimproverato? Ha firmato mai dei documenti che
lei non capiva? Ha paura di qualcuno a casa? È solo
per molto tempo? Qualcuno non la ha aiutato quando lei aveva
bisogno di aiuto in casa?
Intervistare persone nel sospetto di abuso non è facile
e richiede una certa esperienza. Quando si sta intervistando
un possibile inflittore di abuso si deve evitare il confronto
perché in genere dà meno informazione di un
approccio non giudicatore. L'empatia e la considerazione del
carico del caregiver può aiutare il medico ad ottenere
una storia accurata: "Prendersi cura della sua mamma
con demenza deve essere molto difficile. Li è mai capitato
di perdere il controllo?" È utile identificare
fattori specifici, come per esempio problemi di comportamento
legati ad una demenza che può aumentare lo stress (10).
Se esiste il sospetto di abuso, può essere utile ottenere
informazione da più fonti possibili, includendo i parenti,
i vicini, infermiere e altre persone di assistenza a casa.
La valutazione ideale deve includere anche una visita alla
casa dell'anziano.
Esame Fisico: La diagnosi di abuso deve essere considerato
sempre quando un anziano si presenta con plurime lesioni in
diversi stadi di cicatrizzazione che sono inspiegabili o che
sono spiegabili solo parzialmente (12). Allo stesso modo,
la diagnosi di severa disattenzione deve considerarsi quando
un paziente con adeguate risorse e con un caregiver si presenta
in stato di malnutrizione, disidratazione o igiene molto povera
(tabella 3). Una volta confermato il sospetto di abuso, si
deve eseguire un dettagliato esame fisico. Lo stato generale
e l'apparenza del paziente nonché il rapporto con il
caregiver possono essere rivelatori. Si deve esplorare tutto
il corpo, ricercando e precisando dimensione, localizzazione,
e numero delle lesioni dermatologiche. La valutazione dello
stato mentale costituisce una parte importante dell'esame
giacché il deterioramento cognitivo suggerisce la possibilità
di una demenza, che è un importante fattore di rischio
di abuso. È necessario valutare se il grado di deterioramento
cognitivo interferisce con la capacità di decidere
se sono necessari degli interventi che richiedono il consenso
informato della vittima (10).
Documentazione: la documentazione dettagliata dei riscontri
è cruciale, giacché la cartella clinica può
diventare un documento legale importante. È utile includere
riferimenti verbali, disegni e fotografie delle lesioni. I
costi diretti ed indiretti degli abusi sono descritti in tabella
4.
Trattamento: Una volta confermato l'abuso, il medico
ha la priorità nel proteggere la sicurezza della persona
anziana rispettando la sua autonomia. Ci sono due elementi
cardine di cui tenere conto. Il primo è se la persona
interessata accetta o rifiuta l'intervento. Il secondo è
se ha la capacità di accettare o rifiutare l'intervento.
Se la persona accetta l'intervento, le opzione di trattamento
sono (10):
- Implementazione di un piano di sicurezza per l'anziano
che è immediatamente in pericolo (i.e. locazione
in un luogo sicuro, un atto protettivo legale, ricovero
ospedaliero).
- Attenzione alle cause del maltrattamento (i.e. riabilitazione
per chi attua l'abuso se è dipendente dall'alcool
o da sostanze psicotrope; servizi di assistenza per i caregivers
esausti).
- Segnalazione del paziente o dei parenti a servizi appropriati
(i.e. servizi sociali, consigli ed assistenza legale).
Se il paziente ha la capacità di comprendere gli
interventi, ma li rifiuta, il medico ha le seguenti opzioni:
i) educare il paziente riguardo all'incidenza di maltrattamento
agli anziani e alla tendenza all'aumento sia della frequenza
che della severità dei maltrattamento con il passare
del tempo; ii) fornire informazione scritta sui numeri telefonici
di assistenza in caso di urgenza; iii) sviluppare un piano
di sicurezza e iv) programmare un follow-up.
Se la persona non ha la capacità di decidere sull'intervento,
il medico deve discutere sulla possibilità di assistenza
per questioni finanziarie, la possibilità di un "guardiano"
e/o un ordine di protezione legale.
Sono state anche proposte alcune linee guida per lo screening
degli abusi nelle persone anziane: i) la "Canadian
Task Force" fa la raccomandazione al medico di attenzionare
gli indicatori sospetti di abuso per impedire che questo
continui (13); ii) l'"American Medical Association"
ha fatto la raccomandazione ai medici di porre rutinariamente
agli anziani domande dirette e specifiche riguardo l'abuso
(11).
La "United States Preventive Services Task Force"
pur ritenendo che non esista al momento sufficiente evidenza
per essere pro o contro uno screening specifico della violenza
nelle famiglie, da parte del medico, però suggerisce
di includere comunque alcune domande dirette riguardanti
l'abuso come parte dell'anamnesi di routine (14).
I Diritti della Persona Anziana e Le Possibili Risposte
Internazionali
I diritti della persona anziana ed i tipi di abusi o violazioni
di tali diritti, compreso il problema della violenza e delle
sue conseguenze fisiche, psicologiche, sociali ed economiche
sono state oggetto di numerose Assemblee e Conferenze Mondiali.
La "I° Assemblea Mondiale sull'Invecchiamento"
tenutasi a Vienna nel 1982 ha stabilito un piano di adozione
internazionale sull'invecchiamento indicando i diritti delle
persone anziane (15). La "Assemblea Generale" delle
Nazione Unite dell'anno 1991 ha affermato i diritti dell'anziano
in materia di indipendenza, partecipazione, assistenza, auto-realizzazione
e dignità (16). Impegni e principi guida con riferimento
al progresso dei diritti delle persone anziane sono stati
adottati nei seguenti vertici: nel 1995 a Copenaghen "Dichiarazione
e Programma d'Azione del Vertice Mondiale per lo Sviluppo
Sociale" (17); nel 1995 a Pechino "IV Conferenza
Mondiale Sulle Donne" (18); nel 2000 a Ginevra "Assemblea
Generale Delle Nazioni Unite" (16); nel 2000 a New York
"Vertice Delle Nazioni Unite Sul Millennio" (19);
nel 2002 a Madrid "Seconda Assemblea Mondiale sull'Invecchiamento"(3).
L'entità del problema ha indotto l'OMS a prendere
dei provvedimenti, che sono stati incentrati su tre punti:
Consapevolezza, Educazione, Difesa. Si è deciso che
gli interventi devono essere sviluppati in più direzioni,
quali Servizi Sociali (centri di emergenza, linee telefoniche
di aiuto, somministrazione di questionari di screening, domande
a parenti e vicini con eventuale visita alla casa dell'anziano)
e attenzione verso la salute (educazione attraverso campagne
di pubblica consapevolezza). Inoltre si consiglia di non considerare
gli abusi sugli anziani come problemi esclusivamente familiari,
ma al contrario collettivi avendo il coraggio di parlare di
essi e denunciarli, pur nella comprensione e rispetto dei
diritti degli anziani. La OMS sta conducendo uno studio all'interno
di 8 nazioni (Argentina, Austria, Brasile, Canada, India,
Kenya, Libano, Svezia) che prevede l'organizzazione di focus
groups (persone anziane e personale sanitario) con lo scopo
di definire tre forme diverse di abuso sugli anziani: trascuratezza,
violazione e privazione. Gli scopi di questo studio sono:
1) mettere a punto uno strumento di valutazione nella assistenza
sanitaria di base; 2) compilare un pacchetto educativo sugli
abusi contro gli anziani; 3) sviluppare una metodologia di
ricerca su questo tema; 4) promuovere la consapevolezza dell'esistenza
ed importanza del fenomeno.
Legislazione Strumenti di Protezione ed Interventi Legali
Secondo il capo II articolo 29 cod. Deontologico, il medico
deve contribuire a proteggere l'anziano, soprattutto, quando
ritenga che l'ambiente nel quale vive non sia idoneo alla
cura della sua salute, ovvero, sia sede di maltrattamenti,
violenze o abusi sessuali, adoperandosi affinché gli
siano garantititi qualità e dignità di vita.
A tal fine quando ne sussistano le condizioni è obbligato,
sia eticamente che legalmente, a ricorrere alla competente
Autorità giudiziaria che, qualora lo ritenga necessario,
provvederà alla sistemazione dell'anziano in un ambiente
più sicuro ed idoneo. Penalmente l'abuso contro l'anziano
non è perseguito in modo specifico in quanto tale,
ma indirettamente nel momento in cui vengono lesi i diritti
sulla persona. Tale reato rientra nei "delitti contro
l'assistenza familiare" (Art. 571 - 572 del Codice Penale)
(allegato 1) ed è perseguibile con la reclusione da
6 mesi a 20 anni, proporzionalmente al tipo di abuso ed all'entità
delle lesioni, sia che venga colpita la sfera fisica che psichica.
Conclusioni
L'abuso nei confronti della persona anziana è un problema
diffuso ma sottostimato e poco conosciuto sia dall'ambiente
medico che dalla società. L'entità di tale problema
non è del tutto nota in Italia, ma anche a livello
mondiale, sia per la mancanza di denunce sia per l'incapacità
degli operatori sanitari di individuarne i segni. È
chiaro che il maltrattamento può concretizzarsi non
solo con una condotta attiva, ma anche con una condotta omissiva,
per cui la mancata rilevazione di casi, il silenzio e la mancata
denuncia rendono tanto il medico quanto la società
non meno colpevoli dell'abusatore.
Attualmente in Italia non è presente una legislazione
specifica a difesa dell'anziano, per cui tale reato rientra
nei delitti contro la persona, contrariamente a quanto accade
per minori a difesa dei quali esistono leggi specifiche. Tuttavia
tale reato è perseguibile con la reclusione da 6 a
20 anni per cui, in attesa della formulazione di leggi appropriate
per tale materia, sussistono misure detentive valide (20).
Qualsiasi forma di violenza determina confusione e destabilizzazione
della personalità di chi riceve l'abuso producendo
con il tempo l'insorgenza di disturbi patologici, per questo
è necessario in primo luogo prendere coscienza dell'esistenza
del problema e renderlo noto anche attraverso programmi di
sensibilizzazione e di formazione per la diagnosi, la riabilitazione
e l'assistenza dell'anziano oggetto dell'abuso; in secondo
luogo adoperarsi a livello sociale verso le famiglie a rischio
offrendo sostegno alle situazioni più vulnerabili sia
sul piano sociale (i.e. precarietà economica, livello
culturale) sia sul piano psicologico (care-giver).
Un ruolo importante nella prevenzione e soprattutto nella
diagnosi dell'abuso è riservato al medico geriatra,
che attraverso una completa valutazione clinica (anamnesi,
esame obiettivo) e socio-ambientale possiede la competenza
atta all'individuazione di eventuali forme di abuso e di situazioni
familiari border-line ad elevato rischio per tale problematica.
ALLEGATO 1
Art. 571 del Codice Penale Italiano: Abuso dei mezzi di correzione
o di disciplina.
[I]. Chiunque abusa dei mezzi di correzione o di disciplina
in danno di una persona sottoposta alla sua autorità,
o a lui affidata per ragione di educazione, istruzione, cura,
vigilanza o custodia, ovvero per l'esercizio di una professione
o di un'arte, è punito, se dal fatto deriva il pericolo
di una malattia nel corpo o nella mente, con la reclusione
fino a sei mesi.
[II]. Se dal fatto deriva una lesione personale, si applicano
le pene stabilite negli articoli 582 e 583, ridotte a un terzo;
se ne deriva la morte, si applica la reclusione da tre a otto
anni.
Art. 572 del Codice Penale Italiano: Maltrattamenti in famiglia
o verso fanciulli.
[I]. Chiunque, fuori dei casi indicati nell'articolo precedente,
maltratta una persona della famiglia, o un minore degli anni
quattordici, o una persona sottoposta alla sua autorità,
o a lui affidata per ragione di educazione, istruzione, cura,
vigilanza o custodia, o per l'esercizio di una professione
o di un'arte, è punito con la reclusione da uno a cinque
anni.
[II]. Se dal fatto deriva una lesione personale grave, si
applica la reclusione da quattro a otto anni; se ne deriva
una lesione gravissima, la reclusione da sette a quindici
anni; se ne deriva la morte, la reclusione da dodici a venti.
REFERENZE
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17. www.un.org/esa/socdev/wssd/index.html
18. www.un.org/womenwatch/daw/followup/beijing+5.htm
19. www.un.org/millennium/summit.htm
20. Codice Penale Italiano, Articoli 571 e 572.
Corrispondenza: prof. M. Barbagallo, Cattedra di Geriatria,
Università di Palermo, viale F. Scaduto 6/c, 90144
Palermo - Tel. 39 091 6552885 - E-Mail: mabar@unipa.it
TABELLA 1. Tipi di abuso
Abuso Fisico
- Dolore
- Danni fisici (schiaffi, ustioni, legatura)
Abuso Emotivo o Psicologico
- Sopraffazione verbale
- Umiliazione
- Intimidazione
- Minacce
Abuso Finanziario (uso illegale o improprio di beni della
persona anziana senza il suo consenso per il beneficio di
un altro)
- Furti
- Estorsioni
- Eredità anticipate
- Firme forzate
Violenza Medica
- Eccessiva somministrazione di farmaci o privazione di medicamenti
necessari
Violenza Civica
- arbitraria mancanza di rispetto dell'io dell'anziano
Violenza Per Omissione
- assenza di assistenza quotidiana, negazione delle necessità
basiche e dei servizi (negazione di cibo, servizi di salute),
dimenticanza, omissione
Abuso sessuale
Contatto sessuale di ogni tipo
Autolesionismo
Comportamento della persona anziana che mette in pericolo
la propria salute e sicurezza
TABELLA 2. Livelli di abuso
LIVELLO I: identifica fattori personali
e biologici che influenzano l'individuo ed aumentano la probabilità
di diventare una vittima o un esecutore di violenza: caratteristiche
demografiche (età,educazione e reddito), disturbi della
personalità, abuso di sostanze, storia di esperienza,
testimonianza o partecipazione ad una condotta violenta.
LIVELLO II: mette in risalto il rapporto
di parentela o di vicinanza. Nell'abuso verso gli anziani,
un importante fattore di rischio è rappresentato dallo
stress dovuto alla relazione tra la persona abusata ed il
care-giver.
LIVELLO III: esamina il contesto sociale,
scolastico, il posto di lavoro ed il quartiere.
LIVELLO IV: fattori sociali generali che
aiutano a creare un clima nel quale la violenza è incoraggiata
o inibita (i.e. disponibilità di armi da fuoco, esposizione
alla violenza dei mass-media, utilizzo di sostanze stupefacenti,
abuso di alcol, differenze sociali) (1,2).
TABELLA 3. Caratteristiche Cliniche dei pazienti che hanno
subito abusi
Abuso Fisico:
Ematomi, occhi neri, segnali di corde, fratture o lesioni
non trattate, lesioni in diversi stati di guarigione, lesioni
interne, occhiali rotti, segni di costrizione o legature,
riscontri di laboratorio di sovradosaggio di farmaci o non
uso dei farmaci prescritti, rivelazione da parte dell'anziano
di atti di abuso e sopraffazione (colpi, schiaffi, calci o
altro maltrattamento), modificazioni comportamentali improvvise,
violazione da parte del care-giver della privacy dell'assistito,
per esempio durante le visite ricevute.
Abuso sessuale:
ematomi intorno al seno o all'area genitale, malattie sessualmente
trasmesse o infezioni genitali inspiegabili, emorragie vaginali
o anali inspiegabili, mutande rotte, macchiate o sporche di
sangue. Il riferimento di un anziano di essere stato violentato
o costretto sessualmente.
Abuso emozionale e psicologico:
agitazione o stress emozionale, mutismo, il riferimento da
parte dell'anziano di essere stato maltrattato verbalmente
o emozionalmente.
Disattenzione:
disidratazione, malnutrizione, piaghe da decubito non trattate,
scarsa igiene personale, problemi sanitari non trattati, condizioni
abitative pericolose o non sicure (i.e. fili dell'elettricità
a vista, mancanza di riscaldamento o di acqua corrente), condizioni
di vita insane o non pulite (i.e. sporcizia, pulce, lice,
letti bagnati, odore di urine o di feci, vestiti non curati),
il riferimento da parte di un anziano di non ricevere attenzione.
Abbandono:
abbandono di un anziano in ospedale, in un'altra istituzione
o in un qualsiasi locale pubblico, ovvero il riferimento da
parte di un anziano di essere stato abbandonato.
Abuso finanziario o materiale:
cambiamenti improvvisi nel conto bancario (inclusione di nomi
addizionali nelle carte di credito o nelle carte bancarie,
prelievo non autorizzato di fondi usando una carta di ATM),
modifiche improvvise del testamento inspiegabile, sparizione
di fondi o di possessi di valore, disattenzioni di cura dei
conti o pagamenti mancanti nonostante la disponibilità
economica di adeguate risorse, acquisto di beni non necessari,
ritrovamento di una firma forzata in una transazione finanziaria,
comparsa improvvisa di parenti precedentemente non coinvolti
che reclamano sui negozi e i possessi dell'anziano, trasferimento
improvviso ed inspiegabile dei possessi ad un membro della
famiglia o a una persona estranea alla famiglia, il riferimento
da parte di un anziano di abuso finanziario.
Auto-lesionismo:
disidratazione, malnutrizione, condizioni mediche non trattate,
povera igiene personale, condizioni abitative pericolose o
non sicure, condizioni di vita insane o non pulite (p.e. animali
in cattivo stato o infestazioni di insetti, toilette non funzionante,
odore di urine o di feci), vestiti inadeguati e/o impropri,
mancanza di occhiali o di protesi dentarie e acustiche necessarie,
casa in cattive condizioni.
TABELLA 4. Conseguenze degli abusi
Costi Diretti: procedure di giustizia penale, assistenza ospedaliera,
programmi di prevenzione, educazione e ricerca.
Costi Indiretti: produttività ridotta,
minore qualità della vita, sofferenze emotive, sfiducia,
perdita dell'autostima, invalidità decessi prematuri.
Problemi Sanitari, Fisici, Psicologici
a Lungo Termine: danni fisici permanenti dipendenza da alcolici
e farmaci, diminuita risposta del sistema immunitario, disordini
cronici dell'alimentazione e malnutrizione, danni inflitti
da se e trascuratezza, depressione, paura e ansietà
cronica, tendenze suicide, morte.
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