di
Horacio Scaglia
Sebbene si presenti come un processo che assume aspetti diversi
da un soggetto all'altro, l'invecchiamento può essere
ugualmente considerato come un fenomeno "universale",
qualora ci si limiti a considerare unicamente il fatto che
esso interessa la generalità degli esseri umani.
L'esperienza vitale, poi, che l'uomo deve fare nell'ecosistema
ambientale, le varie influenze sociali, le molteplici attività,
le diverse situazioni familiari, ecc... aprono, con il trascorrere
del tempo, un ampio ventaglio di differenze, tra un individuo
e l'altro, nella progressione della senilizzazione.
Partendo da una visione di questo tipo, molteplice e piuttosto
determinante, è evidente che i soggetti umani tendono
ad essere categorizzati secondo quelle che sono le richieste
sociali, gli usi ed i costumi ed ancor più sulla base
delle aspettative che la società dimostra nei loro
riguardi, senza tenere conto alcuno di quelli che possono
essere i loro diretti interessi. E' quindi necessario che
vengano meglio identificate le specifiche necessità
degli anziani, i quali per la loro età patiscono spesso
notevoli restrizioni alla propria autonomia personale, una
certa difficoltà all'adattamento e presentano nel contempo
altre problematiche che esigono risposte specifiche da vari
settori.
E' indubbio che la società odierna tende a valorizzare
le persone da un punto di vista prevalentemente "materialista",
sulla base di quanto esse possiedono o a seconda della loro
maggiore o minore partecipazione al sistema di produzione.L'anziano
di oggi, è risaputo, non gode più del riconoscimento
e del prestigio sociale che aveva in altri tempi e viene visto
soprattutto soltanto come un individuo escluso dal mondo della
produzione. E' altresì noto che il pensionamento, come
del resto ogni nuova situazione,comporta seri problemi di
adattamento, sentimenti di insicurezza, senso di solitudine,
d'ansia e di angoscia.
Il passaggio dalla famiglia rurale-patriarcale a quella urbano-nucleare
ha dato origine, in modo predominante, alla perdita del ruolo
e dello status sociale da parte della persona anziana. Diversi
sono i motivi responsabili della cattiva integrazione familiare
dell'anziano moderno: le differenze culturali tra le varie
generazioni, il diverso rapporto con i figli che non seguono
più i genitori, la menzionata solitudine e l'isolamento,
oltre alle piccole dimensioni delle abitazioni che rappresentano,
anch'esse, un fattore per nulla trascurabile. Inoltre la ridotta
capacità di acquisto fa sì che larghi strati
della popolazione anziana dipenda in parte dalla famiglia
dei figli, aumentando così la loro insicurezza e limitando
l'orizzonte dei loro rapporti sociali.
Se esaminiamo poi i problemi sanitari delle persone anziane
possiamo vedere che, anche sul piano sociale, presentano un
notevole peso per le particolari caratteristiche presentate:
- maggiore tendenza alla cronicizzazione delle patologie
senili
- maggiore associazione di malattie ( polipatologia )
- maggiori difficoltà per la diagnosi e la cura
- maggiore necessità di terapie riabilitative e
di trattamenti psico-sociali.
Lo scadimento tipico della condizione anziana si manifesta
soprattutto con le deficienze fisiche e mentali e con le malattie
cronico - invalidanti che pongono gravi limitazioni all'autonomia
personale del vecchio e tendono a sviluppare negli stessi
lo stato di dipendenza.
Senza prendere in considerazione i disabili e gli handicappati,
possiamo tuttavia constatare che la maggior parte degli anziani
ha malattie in fase evolutiva, che se all'inizio non sono
causa di inabilità, possono peraltro diventarlo con
il trascorrere degli anni, come ad esempio avviene per il
diabete mellito, l'ipertensione arteriosa, le cardiopatie,
la depressione, ecc..., malattie tutte per le quali occorre
una tempestiva ed adeguata terapia per prevenire appunto le
loro conseguenze.
Da sempre la politica sanitaria ha cercato di scaricare i
vari problemi correlati agli anziani affidandoli alla medicina
di diagnosi e cura ed a quella assistenziale, trascurando
molto spesso la prevenzione e la riabilitazione. Oggi però
le esigenze sono tali ed i tempi ormai maturi perchè
si possano trovare soluzioni miranti a risolvere le varie
deficienze del settore, affinchè l'aumentata aspettativa
di vita si possa associare ad una migliore qualità
della stessa.
Pur ammettendo che l'eredità genetica ( o biologica
) è un dato di notevole rilievo, la sua importanza
non può considerarsi oggi decisiva perchè, da
un punto di vista pratico, oggi, i risultati in questo campo
si devono perseguire ancora con una vita indipendente dell'anziano
che possa usare i propri mezzi nella salvaguardia della salute
e della autosufficienza.
Ripetiamo, come conclusione, che i vari convenzionalismi sociali
aprono un abisso generazionale di incomunicabilità
tra la società e gli anziani, i quali da una posizione
di prestigio e di considerazione sono passati, in questi anni,
ad una condizione di grave emarginazione.
Si rende quindi necessario mettere in atto una sorta di meccanismo
globale che possa prevedere un sistema interdisciplinare (
medico geriatra, infermieri, operatori tecnici assistenziali,
assistente sociale, nutrizionista, fisioterapisti, terapisti
dell'occupazione, psicologi ), coordinato nel suo complesso
da un esperto in gerontologia. Per raggiungere una tale ed
indispensabile realizzazione bisognerà motivare ed
incentivare le persone interessate a lavorare con e per gli
anziani, utilizzando nuovi metodi di insegnamento e di formazione
professionale, al fine di realizzare una migliore cura dei
soggetti senescenti, non esclusi gli aspetti educazionali
e sociali.
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