di
Enzo Grossi
Direzione Medica Bracco SpA -Milano
Corrispondenza: Enzo Grossi MD Direzione Medica Bracco
SpA
Via Folli 50 20134 MILANO
Email: enzo.grossi @ bracco.com
Introduzione
La geriatria rappresenta la disciplina medica nella quale
il concetto di complessità è all'ordine del
giorno. Molte delle malattie croniche degenerative che sono
prevalenti nell'età avanzata presentano caratteristiche
particolari, tali da renderle definibili appunto "complesse".
Ma cosa vuole dire complesso? E che implicazioni filosofiche
questo concetto introduce?
Scopo di questo editoriale è di mettere a fuoco il
tema della complessità in campo geriatrico cercando
di recuperare alcuni contributi recenti dei gruppi di ricerca
che hanno fatto dello studio della complessità la loro
principale ragione di attività.
Un semplice modo di definire la complessità è
metter in luce le differenze tra un sistema complesso e un
sistema complicato.
I sistemi complicati, come un Boeing 747, consistono di un
enorme numero di diversi componenti elementari (nel caso circa
200.000). Il montaggio di questo Jumbo è chiaramente
deterministico; c'è solo un modo di assemblare questi
componenti per assicurare che il Jumbo sia capace di volare.
Una vite usata nel montaggio rimane una vite sia si tratti
di un modello per bambini, sia si tratti di un vero aviogetto.
La struttura originata da quel montaggio determina la relazione
tra i vari componenti e la matematica che ci sta sotto è
spesso basata su funzioni lineari. Per sistemi come questo
il tempo che scorre durante il loro uso e la loro esistenza
è proprio un "rumore" e non rappresenta alcuna
variabile privilegiata. In altre parole, da un sistema complicato
non possiamo aspettarci un miglior adattamento ad un ambiente
dinamico.
Al contrario con i sistemi complessi le regole sono alquanto
differenti. Questi ultimi possono adattarsi ad un ambiente
dinamico, e per loro il tempo non è "rumore",
ma è piuttosto un modo per ridurre potenziali errori.
La complessità è un processo adattivo, è
influenzato dal tempo e, nel tempo, i processi complessi possono
evolvere e degenerare. La complessità è basata
su piccole unità elementari che lavorano insieme in
piccole popolazioni di processi asincroni.
In un sistema complesso ciascun componente cambia, nel tempo,
perdendo la sua identità al di fuori del sistema. Consideriamo
la sequenza: bruco, bozzolo, farfalla, uovo e di nuovo bruco
e così via. Se prese separatamente queste forme di
vita potrebbero essere viste addirittura come animali diversi.
La considerazione che tutte fanno parte di un sistema (in
questo caso di sviluppo) permette di mantenere l'unità
nonostante la perdita di identità.
Nella tabella 1, per facilitare la comprensione di questa
definizione, data in maniera operativa, riportiamo un compendio
parallelo delle proprietà dei sistemi complicati e
dei sistemi complessi.
Tabella 1
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Sistemi Complicati
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Sistemi Complessi
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Funzioni
lineari
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Funzioni non lineari
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Adattamento ad un
ambiente statico
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Interazione con un ambiente dinamico
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Causalità semplice
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Causalità reciproca
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Deterministici
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Probabilistici
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La struttura determina
le relazioni
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Struttura e relazioni interagiscono
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La media domina,
i casi estremi sono irrilevanti
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I casi estremi sono i determinanti-chiave
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I componenti mantengono
la loro identità/essenza
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I componenti cambiano la loro identità/essenza
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Il concetto di complessità aiuta a comprendere le
malattie
L'esperienza con questi concetti relativamente nuovi ci ha
aiutato a comprendere che la "malattie acute", per
esempio, si comportano più come sistemi complicati,
mentre le malattie croniche degenerative rassomigliano maggiormente
a sistemi complessi. La tabella 2 tenta di riassumerne i lineamenti
principali sotto questo rispetto. Per comprendere la potenza
di tali concetti si noti l'analogia con la tabella 1 dove
i concetti erano del tutto generali e non facevano alcun riferimento
a stati patologici.
Anche la complessità è trattabile con strumenti
matematici
La matematica della complessità è differente
da quella dei sistemi lineari classici: prevalgono la dinamica
caotica, la geometria frattale e le funzioni non lineari.
Da quando si è ottenuta una più profonda comprensione
delle caratteristiche dinamiche intrinseche dell'organismo
umano e con l'avvento dell'Intelligenza Artificiale, con i
suoi paradigmi e strumenti (teorie del caos, dell'incertezza
e della complessità) è ora assolutamente chiaro
che noi, come il resto del mondo vivente, apparteniamo ai
sistemi complessi piuttosto che a quelli complicati .
Tabella 2
Le
Complicate Malattie Acute e le Complesse Malattie Croniche
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Malattie acute
(complicate)
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Malattie Croniche Complesse
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Insorgenza
improvvisa
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Insorgenza graduale nel tempo
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Spesso tutte le
cause possono essere identificate e misurate
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Cause multivariate, mutevoli nel tempo
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Diagnosi e prognosi
sono spesso accurate
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La diagnosi e prognosi sono spesso incerte
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Spesso disponibile
una specifica terapia o trattamento
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Terapia causale spesso non disponibile
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La struttura determina
le relazioni
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Struttura e relazioni interagiscono
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Le tecnologie di
intervento sono usualmente efficaci: la cura comporta
verosimilmente il ritorno nel tempo alla normale salute
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La restituito ad integrum è impossibile; per migliorare la salute sono
necessari accurata gestione, assistenza personale e
auto cura
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C'è perciò in medicina un concetto emergente
di complessità, così come una crescente consapevolezza
di sensibilità per l'aspetto multidimensionale e di
sistema a rete, sia della salute, sia della malattia. Il corpo
umano non è una macchina ed il suo malfunzionamento
non può essere adeguatamente analizzato solo scomponendo
il sistema nei suoi componenti e considerando ciascuno di
essi isolatamente.
Un piccolo cambiamento in una parte di questa rete di sistemi
interagenti, che è il corpo umano, può portare
ad un cambiamento molto più grande in un'altra parte
attraverso effetti di amplificazione. Per tutte queste ragioni
né la malattia né il comportamento umano è
predicibile e neppure può essere modellato su un semplice
sistema a causa ed effetto.
Le tecniche fisiche e matematiche, combinate con studi fisiologici
e medici, si rivolgono a queste problemi e stanno trasformando
la nostra comprensione dei ritmi della vita e dei processi
che hanno come esito gli "insuccessi" della vita
- uno spettro di infermità temporanee e croniche, di
diminuita qualità della vita e per qualcuno la definitiva
scomparsa.
Come dice E.O. Wilson, conosciuto come il padre della biodiversità:
"La più grande sfida oggi, non solo in biologia
cellulare e in ecologia, ma in tutta la scienza, è
l'accurata e completa descrizione dei sistemi complessi"
(http://rainforests.mongabay.com/10complexity.htm).
Gli scienziati hanno scomposto molti tipi di sistemi. Essi
pensano di conoscerne la maggior parte degli elementi e delle
forze. Il prossimo compito è quindi riassemblarli,
almeno nei modelli matematici che catturano le proprietà
chiave di interi insiemi, vale a direi connessioni, nodi e
hubs o nodi portanti (Barabasi).
Gli" outliers": trascurabili stranezze o portatori
di informazioni fondamentali?
Un aspetto particolare del trattamento matematico della complessità
riguarda la questione se gli outliers siano da considerarsi
entità suscettibili di analisi in termini utilizzabili.
Gli outliers sono quei valori che giacciono decisamente al
di fuori del campo dominato da più frequenti valori
tipici. Gli outliers non solo sono comuni in medicina, ma
anche ne costituiscano in un certo senso la base: ricordiamo
che si è già ampiamente discusso come ogni paziente
sia un caso unico. Tra l'altro il trattamento degli outliers
è diametralmente opposto se s'impiega la statistica
tradizionale o i nuovi mezzi messi a disposizione dall'intelligenza
artificiale. La statistica semplicemente li ignora, l'intelligenza
artificiale ne fa la base per previsioni individualizzate.
Gli outliers sono quindi dei protagonisti nel mondo della
complessità ed un concetto così importante merita
un impegno particolare per darne una chiara percezione.
Useremo per questo una metafora. Consideriamo l'immagine digitale
di un fiore come in figura 11.
Figura 1
Questa immagine è in un certo senso il paradigma della
complessità: abbiamo una vasta quantità di informazione
ed è tutta richiesta al fine di comprendere che siamo
in presenza di un fiore. Se noi semplicemente tentiamo di
compattare l'informazione con un approccio riduzionistico
- come potrebbe essere usando la statistica classica - otterremmo
qualcosa che si avvicina al seguente diagramma, che rappresenta
gli istogrammi delle differenti sfumature di intensità
di colore.
Figura 2. Distribuzione di frequenza dei valori di
intensità dei colori principali nella superficie della
figura 1.
E' affatto chiaro che sarebbe estremamente difficile, se
non assolutamente impossibile riconoscere il fiore da questa
rappresentazione.
Un approccio alternativo sarebbe considerare la rappresentazione
matematica di questa foto, aprendo il file Excel dei valori
di grigio di ciascun pixel messo in una matrice con una geometria
pertinente.
Figura 3
100%
Nella figura qui sopra ora si vede la trasformazione in valori
di luminosità di una piccola parte della foto originale,
che corrisponde ad un ingrandimento elevato come fosse con
uno zoom al 100%. Abbiamo evidenziato la presenza di un valore
nullo, che è un outlier in questa matrice di numeri
per la maggior parte decisamente diversi da zero.
Se noi progressivamente allargassimo il campo visivo, riducendo
lo zoom dal 100% al 10%, saremmo sorpresi di scoprire che
i valori zero corrispondono ai bordi dei petali, vale a dire
il particolare più importante presente nella foto.
Inevitabilmente avremmo perso questa informazione se ci fossimo
affidati all'approccio riduzionistico della statistica classica.
Nelle seguenti figure da 4 a 7 si può vedere che cosa
accade alla matrice corrispondente all'immagine riducendo
progressivamente lo zoom.
Figura 4
75%
Figura 5
50%
Figura 6
25%
Figura 7
10%
Al 10% di zoom (a più basso ingrandimento) l'immagine
del fiore emerge spontaneamente: essendo l'outlier corrispondente
al bordo del petalo, l'informazione più importante
necessaria per catturare il significato della foto. In questo
processo un concetto è stato visualizzato in un'immagine
La soluzione di molti problemi sta nell'impiego dell'intelligenza
artificiale
Abbiamo sufficientemente dimostrato come i concetti intuitivi
e quelli della statistica classica siano inadeguati a trattare
con problemi caratterizzati da complessità, che peraltro
caratterizza la costituzione del corpo umano, il suo stato
di salute e di malattia. Poiché gli strumenti dell'intelligenza
artificiale, al contrario nascono con l'abilità a trattare
con i concetti che caratterizzano la complessità come
la non linearità, gli effetti moltiplicativi e gli
outliers, riteniamo che per poter dominare questo importantissimo
aspetto della medicina l'intelligenza artificiale sia necessaria.
La metafora del fiore solleva questioni fondamentali circa
la vera natura matematica dei dati medici, e sottolinea la
base razionale per un approccio veramente rivoluzionario alla
loro analisi e interpretazione, intrapreso abbandonando la
linearità.
Solo nell'ultimo decennio le nuove idee della matematica
non lineare - teoria del caos e della complessità -
sono entrate lentamente nelle aree della medicina, salute
e malattia.
La storia dell'elaborazione dei dati è storicamente
partita con l'analisi lineare. Ma questa realtà, da
lungo tempo inadeguata, deve essere riveduta. Importanti scoperte
fondamentali, teoriche e applicative, che sono state fatte
in matematica, fisica, economia e medicina, sono importanti
per la prevenzione, la diagnostica, il trattamento, la ricerca,
le necessità di preparazione e in generale per il mandato
della medicina contemporanea. La multidimensionalità
dinamica delle reti, la loro mappatura, i loro hubs, nodi
e connessioni sono un esempio immediato.
Per un approfondimento sui concetti della complessità
inerenti alla organizzazione dinamica delle reti si rimanda
al bellissimo libro "Link" ( Einaudi editore, 2004)
di Albert-László Barabàsi, ricercatore
ungherese, docente di Fisica teorica all'Università
di Notre Dame, Indiana, e padre delle più recenti ricerche
sulle reti complesse.
Questa è la ragione per porre una questione fondamentale:
è la matematica in medicina quello che potrebbe essere?
Inventare matematica in sé e per sé non è
mai stato un problema. Effettivamente, quanto serve della
matematica è esistito da molti decenni fino ad ora
ed è sempre più disponibile e accessibile, per
aiutarci a localizzare quanto ci serve capire e conoscere
ed è a portata di mano per lo scopo di fare i necessari
collegamenti.
E' forse utile ricordarci che l'insegnamento, la ricerca e
la pratica nella medicina, diagnosi e terapia oggi sono rese
formidabili dalla crescente presenza della fisica, con i necessari
contributi della matematica.
Dobbiamo perciò fronteggiare la sfida di rivolgerci
all'analisi di questi sistemi non lineari e complessi impiegando
differenti modi per affrontarli.
L'uso di reti neurali, algoritmi evolutivi e altri metodi
di "scoprire la conoscenza nei sistemi di dati"
che chiamiamo "sistemi artificiali adattivi" dovrebbero
essere sostenuti e incoraggiati, secondo il nostro punto di
vista, e la cooperazione con i matematici biologici dovrebbe
essere fortemente patrocinata nel più ampio interesse
della comunità così come la somministrazione
di cure di qualità per la prevenzione da primaria a
terziaria.
Le reti neurali ad esempio possono prendere in alimentazione
simultaneamente i valori di fattori multipli, combinandoli
e ricombinandoli in modi diversi secondo specifiche equazioni
(in generale non lineari). La differenza di prestazioni, in
termini di valori predittivi e di numero di parametri predittivi
inclusi nel modello, può essere spiegata dal fatto
che la statistica convenzionale rivela solo parametri che
sono significativi per l'intera popolazione, mentre le reti
neurali includono parametri che potrebbero non raggiungere
la significatività per l'intera popolazione, ma sono
altamente significativi all'interno di sottogruppi.
I sistemi artificiali adattivi differiscono dai normali programmi
dei calcolatori digitali per la loro capacità di classificare
ed analizzare problemi che:
- sono inerentemente complessi e di grandi dimensioni,
- richiedono molti punti d'ingresso dei dati,
- non possono essere determinati facilmente con regole forti
e spicce.
Vengono qui riportati referenze bibliografiche di alcune
pubblicazioni del nostro gruppo sull'applicazioni di metodologie
di ricerca basate su sistemi artificiali adattivi applicate
allo studio dlele malattie complesse. I formati full text
di questi lavori sono disponibili a richiesta
( enzo.grossi@bracco.com).
Contributi personali sui sistemi artificiali adattivi in
campo medico
Mecocci P, Grossi E, Buscema M, Intraligi
M, Savare R, Rinaldi P, Cherubini A, Senin U. Use of Artificial
Networks in Clinical Trials: A Pilot Study to Predict Responsiveness
to Donepezil in Alzheimer's Disease. J Am Geriatr Soc; 50:1857-1860
(2002)
Andriulli A, Grossi E, Buscema M,Festa V,
Intraligi M, Dominici P, Cerutti R, Perri F Contribution of
artificial neural networks to the classification and treatment
of patients with uninvestigated dyspepsia Digestive and Liver
Diseases 35: 222-231 ( 2003)
T. W. Vomweg M. Buscema H. U. Kauczor,A.
Teifke M. Intraligi, S. Terzi C. P. Heussel, T. Achenbach,
O. Rieker, D. Mayer,M. Thelen Improved artificial neural networks
in prediction of malignancy of lesions in contrast-enhanced
MR-mammography Med. Phys. 30: 2350-2359 (2003)
M. Buscema, E. Grossi, M. Intraligi, N.
Garbagna , A. Andriulli , M. Breda An Optimized Experimental
Protocol Based on Neuro-Evolutionary Algorithms. Application
to the Classification of Dyspeptic Patients and to the Prediction
of the Effectiveness of Their Treatment Artificial Intelligence
in Medicine February 2005
D.Baldassarre, E.Grossi, M.Buscema, M. Intraligi,
M. Amato,E.Tremoli, L. Pustina, S.Castelnuovo C.R. Sirtori
Artificial neural networks in the recognition of patients
at high risk of cardiovascular disease . Annals of Medicine;36:
630-40( 2004)
Breve riflessione sulla provetta
Prendete
un po' di fuoco, un po' di acqua,
un po' di coniglio o di albero,
e un qualunque piccolo pezzo di uomo
mescolatela, agitatela bene, turatela
mettetela in un posto tiepido, all'oscuro, alla luce, nel
gelo,
lasciatela sola per un po' -
benché le cose non lascino voi mai da soli -
e questo è veramente il punto
E poi
Datele un'occhiata - e quella cresce,
un piccolo mare, un piccolo vulcano,
un piccolo albero, un piccolo cuore, un piccolo cervello,
così piccolo che non sentite che invoca
di essere lasciato libero,
e questo è veramente il punto, non sentire.
Poi voi andate
e la registrate, tutti i meno o
tutti i più, alcuni col punto esclamativo,
tutti gli zeri, o tutti i numeri, alcuni con un
punto esclamativo
e il punto è che la provetta
è uno strumento per cambiare i punti interrogativi
in punti esclamativi.
E il punto è
che per il momento dimenticate
che voi, proprio voi, siete
nella provetta
Dr. Miroslav Holub
( La Dimensione of del Momento Presente e altri saggi, 1990)
Patologo, immunologo e poeta Ceco
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