di
R. Rossi*, E. Dalia*
*Università degli Studi "La
Sapienza" di Roma
**Istituto di Sessuologia Clinica di Roma
Negli ultimi dieci anni il miglioramento della qualità
della vita degli anziani dei paesi industrializzati, ha condotto
ad una maggiore interesse scientifico verso la sessualità
nella terza età, in quanto parte integrante della salute
psico-fisica dell'individuo. Recenti ricerche (Dello Buono
et al., 1998; Bortz et al., 1999; Boyle, 1999), dimostrano
che con l'età si hanno modificazioni fisiologiche,
ma la sessualità nell'accezione fisica e psichica rimane
anche se con diversa intensità ed espressività.
Ciò ha senza dubbio contribuito a sdradicare molte
delle false credenze che conducevano a considerare la sessualità
in tarda età come disdicevole e condannabile, ma ancora
oggi molte persone anziane hanno difficoltà ad affrontare
con successo i naturali cambiamenti associati all'invecchiamento
e molto spesso non riescono a far emergere il proprio disturbo
e a reperire centri in cui poter discutere le proprie problematiche
con dei professionisti (Muraro, et al., 1999).
Lo scopo di questo articolo è di offrire una sintetica
rassegna delle attuali conoscenze sulla sessualità
maschile nella terza età, considerando quelli che sono
i pricipali fattori che influenzano l'espressione sessuale
e le principali ricerche empiriche condotte in quest'ambito.
In questo lavoro il termine terza età è stato
utilizzato per indicare un lungo periodo di vita il cui inizio
lo si può convenzionalmente fissare a 65 anni (Rifelli,
1998).
Fattori che incidono sulla sessualità maschile
nella terza età
"Nello studio della sessualità nella persona
che invecchia, le possibili modificazioni anatomiche, endocrinologiche,
neurologiche, assumono significato solo quando vengono integrate
nella comprensione degli aspetti psicologici, sociali e culturali"
(Cesa-Bianchi, Vecchi, 1998 p.167). I naturali cambiamenti
nella fisiologia maschile rappresentano solo la prima tappa
necessaria per comprendere la sessualità nella terza
età, perché l'essere umano è in relazione
non solo con il proprio corpo, ma anche con gli altri e con
il mondo.Fattori fisiologici. La maggior parte degli autori
sembrano riconoscere che da un punto di vista anatomo-fisiologico
le modificazioni nella situazione di base e nelle fasi di
risposta sessuale caratterizzano diversamente il rapporto,
ma non lo impediscono (Pepe et al, 1992; Valdina, 1994; Capodieci,
1996; Cesa-Bianchi e Vecchi, 1998; Rifelli, 1998; Duffy, 1998).
Con l'avanzare degli anni negli uomini si assiste ad una
diminuzione della produzione ormonale, con una graduale regressione
degli organi androgeni-dipendenti quali lo scroto, il pene,
i peli, i tessuti muscolari, i testicoli. Ma tali cambiamenti
sono molto lenti e non hanno un immediato effetto sull'attività
sessuale. Per esempio l'eventuale diminuizione del tasso di
testosterone, non condiziona la potenza virile di un uomo
che è invece associata a fattori psicologici o a modifiche
del sistema nervoso centrale. L'anziano mantiene sia la capacità
di avere un rapporto che quella di procreare.Per quanto riguarda
i cambiamenti nella risposta sessuale maschile con il trascorrere
degli anni l'uomo impiega più tempo per raggiungere
l'erezione che spesso è meno completa ed efficiente.
Avendo questa precisa consapevolezza e prevedendo questi naturali
ritardi nel tempo di reazione, l'atto sessuale può
procedere nel suo diverso iter (diverso da quello dei giovani)
e concludersi felicemente senza panico (Capodieci, 1996; Cesa-Bianchi
e Vecchi, 1998). L'innalzamento e la congestione dei testicoli
possono essere scarsi o del tutto assenti, anche la vasocongestione
dello scroto è trascurabile (Valdina, 1994).Una volta
raggiunto questo elevato livello di tensione sessuale: l'erezione
potrà essere efficace come negli anni precedenti e
protratta per più tempo senza che intervenga la sensazione
irrefrenabile dell'eiaculazione, tanto da potere concedere
alla partner maggiore tempo e gradienti supplementari di piacere
(Pentimone e Del Corso, 1994; Valdina, 1994; Capodieci, 1996).
L'emissione del liquido pre-eiaculatorio dalle ghiandole
di Cowper è scarso o del tutto assente (Pepe et al.,
1992; Valdina, 1994; Capodieci, 1996).L'orgasmo è raggiunto
in un periodo più breve di tempo e la fase di sensazione
di inevitabilità eiaculatoria può anche mancare
(Valdina, 1994; Cesa-Bianchi e Vecchi, 1998; Bartlik e Goldstein,
2001). Quando ciò accade è dovuto o a un difetto
di produzione di testosterone, o perché il soggetto
è riuscito ad esercitare un diniego dell'eiaculazione
(Valdina, 1994; Cesa-Bianchi e Vecchi, 1998). L'eiaculazione
si presenta con un minor numero di contrazioni e un ridotto
volume del liquido seminale, essa inoltre è meno energica
(Pepe et al., 1992; Valdina, 1994; Schiavi e Rehman, 1995;
Capodieci, 1996; Duffy, 1998; Cesa-Bianchi e Vecchi, 1998;
Leiblum e Segraves, 2000; Bartlik e Goldstein, 2001) ma ciò
non modifica necessariamente l'intensità delle sensazioni
orgamische (Valdina, 1994).Dopo l'eiaculazione, l'anziano
perde l'erezione con estrema rapidità e la fase di
refrattarietà, cioè la capacità di avere
una seconda eiaculazione dopo un primo rapporto, si allunga
notevolmente fino a raggiungere in certi casi anche tempi
quantificabili in giornate (Pepe et al., 1992; Macchione e
Tamietti, 1993; Valdina, 1994; Schiavi e Rehman, 1995; Capodieci,
1996; Duffy, 1998; Bartlik e Goldstein, 2001).
Con l'avanzare degli anni, alcuni uomini sperimentano cambiamenti
(riduzione) nella sensibilità peniena (Schiavi e Rehman,
1995; Rowland, 1998; Bartlik e Goldstein, 2001) e una ridotta
frequenza di erezioni notturne (Schiavi & Schreiner-Engel,
1988; Pepe et al, 1992). Un altro frequente cambiamento è
l'aumento della quantità e della latenza dei potenziali
somatosensoriali evocati dall'area dei genitali (Benelmans
et al, 1999). Questi cambiamenti sensoriali potrebbero influenzare
la funzione sessuale interferendo con i meccanismi che mediano
l'erezione e l'eiaculazione e provocando una diminuizione
delle sensazioni di piacere (Schiavi, 1999). La forza e la
frequenza del desiderio sessuale si riduce con gli anni. Quando
non si verifica una riduzione parallella nell'interesse del
partner, compaiono incomprensioni, delusioni, e "ritirate
sessuali". È per questa ragione che già
nel 1977 Master e Johnson, sottolineavano che gli anziani
e le loro partner dovrebbero essere consapevoli di tali cambiamenti
perché ciò eviterebbe l'insorgenza di disfunzioni
sessuali psicologiche che possono essere evitate.
Le modificazioni descritte variano molto da persona a persona,
e pertanto la valutazione della capacità sessuale deve
essere fatta, considerando la storia passata del soggetto
e non facendo un confronto con degli standard generalizzati.
Molti autori si sono chiesti se esiste l'andropausa, cioè
se anche l'uomo sperimenta un periodo della vita che sia fisicamente
o psicologicamente comparabile con la menopausa femminile.D'Ottavio
e Simonelli (1990) affermano che il termine andropausa conduce
ad una confusione semantica e biologica.Confusione semantica
in primo luogo perché mentre il termine menopausa significa
la fine delle mestruazioni, andropausa, la fine dell'uomo.
Per cui è un termine improprio e invalidante, coniato
per una sintomatologia sfumata e polimorfa, probabilmente
correlabile con molti altri fattori. Una malattia che forse
non esiste, ma che proprio per questo sembra comportare vere
e proprie epidemie sulla base del disagio che diventa ben
presto nemico occulto immateriale e imprendibile.Confusione
biologica in quanto, in realtà la parola andropausa
è un abuso dal punto di vista medico. Le modificazioni
indotte dall'età sul funzionamento dell'apparato genitale
maschile sono sfumate e solo lentamente progressive.
Nell'uomo non esiste niente di rapportabile alla menopausa,
perché la produzione del testosterone presenta un declino
lento e graduale e non repentino, inoltre vi sono molte differenze
tra un uomo ed un altro, per cui alcuni anziani presentano
livelli di testosterone simili a quelli che avevano in gioventù
(Capodieci, 1996).La capacità riproduttiva acquisita
con la pubertà, scompare nella donna con la menopausa,
mentre è mantenuta, anche se attenuata, nell'uomo anziano(Trotta,
1993).Altri autori (Schow et al., 1997) sostengono che nell'uomo
non esiste l'andropausa come evento fisiologico analogo alla
menopausa femminile, inteso cioè, come la completa
cessazione della funzione riproduttiva. Ma aggiungono che
molti sintomi che sono associati alla menopausa compaiono
nell'uomo anziano, anche se l'incidenza, la gravità
e l'età di esordio sono più variabili.
Quindi nell'accezione più generale del termine, esiste
una menopausa maschile e può essere definita come un
graduale declino della funzione gonadale, che è correlato
all'età e che può avere un ruolo nei cambiamenti
della funzione sessuale.Più di recente, Schiavi (1999)
ha concluso che il testosterone biodisponibile non è
correlato alla funzione erettile, ma può essere correlato
ad un declino della libido. Infatti, la somministrazione di
testosterone sembra accrescere il desiderio sessuale di uomini
anziani ipogonadali (Bartlik e Goldstein, 2001).Fattori psicologici.
L'attività sessuale nella terza età è
influenzata dai fattori psicologici che contribuiscono all'emergere
di problemi sessuali anche nei giovani, e che sono radicati
nella natura dell'individuo e delle relazioni interpersonali
(Schiavi; Rehman, 1995). Di particolare importanza sono gli
effetti deleteri della non conoscenza e delle scorrette aspettative
sulla funzione sessuale nel corso dell'invecchiamento(Master
e Johnson, 1977; Valdina, 1994; Capodieci, 1996; Leiblum e
Segraves, 2000). È molto importante che le persone
anziane siano a conoscenze delle naturali variazioni nella
loro funzione sessuale, perché la non conoscenza di
tali cambiamenti può portare a interpretazioni errate
di ciò che sta accadendo. Ansia da prestazione e il
timore di fallimenti sono molto spesso alla base di difficoltà
erettili.
La relazione di reciproco rinforzo tra ansia anticipatoria
e inibizione della funzione erettile è comunemente
associata a una notevole auto-critica che è deleteria
per il piacere e l'eccitamento sessuale (Schiavi e Rehman,
1995; Duffy, 1998). Da un punto di vista psicologico il fattore
che maggiormente incide sulla sessualità è il
proprio passato. La terza età rappresenta la componente
ultima della vicenda umana, quindi non può prescindere
dagli equilibri o disequilibri che hanno caratterizzato la
sessualità nelle epoche precedenti. Mentre in passato
ha dominato una tendenza repressiva e colpevolizzante che
sosteneva che un precoce inizio dell'attività sessuale,
cioè prima del matrimonio, e una frequenza eccessiva
avrebbero condotto ad una precoce cessazione di tale attività.
Oggi è stato dimostrato il contrario, cioè quanto
maggiore è l'abitudine al rapporto tanto più
facilmente esso si protae anche nella terza età (Rifelli,
1998)Anche il modo in cui le persone anziane reagiscono alle
malattie, che sono molto frequenti nella terza età,
può avere gravi ripercussioni sull'attività
sessuale. Duffy (1998) per esempio, sostiene che molto spesso
gli anziani reagiscono alla malattia con rabbia diretta contro
il destino, se stesso, o il proprio partner, e ciò
interferisce con la sessualità, in quanto il partner
sano non riesce a stabilire un rapporto con una persona tesa
ed aggressiva.
In alcuni casi gli anziani malati provano risentimento per
la salute degli altri, o per il fatto che la vita continui
anche senza di loro.Quando il disturbo è stato causato
da uno stile di vita non salutare, è il partner sano
a provare rabbia nei confronti del paziente. Ciò è
molto frequente nei casi di disturbi provocati da abuso di
alcool o fumo.Il senso di colpa per una relazione extraconiugale
è molto spesso alla base di disturbi sessuali per molte
persone anziane. Un lutto recente può determinare disturbi
sessuali per ragioni diverse in rapporto alla persona scomparsa
o al legame affettivo esistente. L'elaborazione del lutto
nelle persone anziane richiede inoltre, tempi più lunghi
(Capodieci, 1996). A ciò si aggiunge la difficoltà
che gli anziani sperimentano nell'attivazione di nuove relazioni
che non sono favorite dal contesto familiare e sociale.Molto
spesso anziani vedovi possono sentirsi in colpa per aver instaurato
una nuova relazione e aver quindi tradito la memoria del proprio
partner.Le difficoltà sociofamiliari e le patologie
fisiche tipiche dell'età geriatrica favoriscono l'emergere
di disturbi psichici, per esempio, l'anziano che non riesce
più a incidere sulle situazioni familiari a causa delle
sue difficoltà cognitive prova un forte senso di disfunzione
erettile e di dipendenza che molto spesso comporta un disturbo
d'ansia, con sintomi quali senso di panico, sudorazione eccessiva,
angoscia per il futuro (Schiavi e Rehman, 1995).
Nella terza età si assiste frequentemente ad una
scissione tra mente e corpo, con una conseguente focalizzazione
dell'attenzione sulle funzioni somatiche, che in alcuni casi
può arrivare ad ipocondria, cioè ad un'eccessiva
e patologica preoccupazione per le proprie condizioni di salute.
Alla base di questa eccessiva preoccupazione c'è molto
spesso la perdita d'interesse per il mondo esterno, un dispiacere
in campo affettivo o la ridotta attività (Capodieci,
1996).Uno dei disturbi più comuni tra le persone anziane
è la depressione, che molto spesso non viene riconosciuta
perché si manifesta con sintomi molto diversi. Oltre
a tristezza e malinconia, altri sintomi depressivi sono: nervosismo,
ansia, facile irritabilità, perdita di appetito, sonno
irregolare, incapacità di prendere decisioni, senso
di colpa e di inutilità, riduzione del desiderio sessuale
e rallentamento verbale e psico-motorio (Capodieci, 1996;
Duffy, 1998). Tali disturbi psichici e in particolare la depressione
comportano gravi problemi sessuali nell'anziano, e molto spesso
l'uso di farmaci (antidepressivi) può causare disfunzioni
sessuali, creando un circolo vizioso. Vi sono persone che
in questi casi rifiutano di curarsi (Duffy, 1998).
Fattori socio-culturali. Anche i fattori socio culturali
svolgono un ruolo determinante sul comportamento sessuale.
Processi di socializzazione influenzano notevolmente la sessualità
delle persone, il loro ruolo sessuale all'interno di un gruppo,
come anche le norme e i valori del gruppo ai quali aderiscono
(Deacon, et al., 1995).Anche se i ruoli sessuali sono cambiati
e abbiamo assistito sin dagli anni '60 ad una maggior libertà
nell'espressione sessuale, continuano ad esistere vari stereotipi
sulle persone anziane che le descrivono come non attraenti,
incapaci di raggiungere piacere sessuale e soprattutto non
interessate al sesso. Molto spesso gli anziani interiorizzano
tali stereotipi e vivono la sessualità come riprovevole
da un punto di vista morale e sociale. In molti casi queste
motivazioni spingono la coppia a non esporre i propri problemi
sessuali al medico di famiglia o allo specialista (Pepe et
al., 1992; Cesa-Bianchi e Vecchi, 1998).
Quando sia radicato che gli anziani non ricorranno all'attività
sessuale o che per lo meno non ne necessitano è testimoniato
dal fatto che le stesse organizzazioni o strutture sociali
che si sono sviluppate a tutela degli anziani non hanno predisposto
spazi che favoriscano le relazioni sociali intese in senso
lato, né hanno adeguatamente riconosciuto le necessità
sessuali o relazionali che indirettamente o direttamente possono
favorire le relazioni sociali e quindi l'attività sessuale
dei loro clienti (Pepe et al, 1992; Capodieci, 1996; Duffy,
1998; Cesa-Bianchi e Vecchi, 1998).I differenti ruoli sociali
che l'uomo e la donna hanno avuto si riflette sulla loro sessualità.
Gli uomini anziani hanno più probabilità rispetto
alle donne di sposarsi e di risposarsi in caso di divorzio
o di morte del partner. Ruoli convenzionali enfatizzano l'iniziativa,
la prestazione, nel lavoro e nelle relazioni sociali. Dopo
il pensionamento e le naturali variazioni fisiologiche che
accompagnano l'invecchiamento gli uomini possono sperimentare
una perdita di autostima (Deacon et al., 1995; Cesa-Bianchi
e Vecchi, 1998).
Proposte per una consulenza sessuale nella terza età
Come è stato precedentemente evidenziato uno dei
problemi maggiormente diffusi tra le persone anziane è
la disfunzione erettile. Quando questo problema è persistente
(non situazionale), gli anziani dovrebbero essere inviati
ad un urologo, per una visita medica (Koeneman, et al, 1997).
L'iter diagnostico prevede un'anamnesi e valutazione fisica,
e l'esecuzione di test di laboratorio, quali un completo esame
emocromocitometrico, analisi delle urine, test della funzione
renale, profilo lipidico ed esami ormonali (Miller, 2000).
Nel setting urologico sono disponibili vari esami per valutare
la funzione erettile, quali un monitoraggio della funzione
peniena durante la notte, e l'iniezioni intracavernose di
sostanze vasoattive.
I trattamenti disponibili per questo tipo di problemi sono
molteplici: farmaci orali quali il sildenafil (Viagra); iniezioni
intracavernose di sostanze vasoattive (quali la Prostaglandina
E1, la Papaverina e la Fentolamina); vacuum devices; protesi
peniene; terapia sessuale.L'introduzione di efficaci sostanze
vasoattive, orali per il trattamento di disfunzioni erettili
ha avuto un grande impatto sul trattamento di uomini in terza
età (Goldstein et al, 1998). Il Sildenafil, un inibitore
della guanosina monofosfato ciclica, aumenta la risposta erettile
alla stimolazione sessuale. Un indagine ha riportato che il
69% di uomini con problemi erettili di moderata gravità
e di eziologia diversa ha risposto all'uso di questo farmaco
con un ritorno della funzione. Le iniezioni intracavernose
di sostanze vasoattive nelle persone anziane sono efficaci
a patto che ai pazienti vengano date opportune istruzioni
e incoraggiamenti, perchè sono frequenti i casi di
pazienti che abbandonano questo tipo di intervento.I vacuum
devices, utilizzati soprattutto negli Stati Uniti, sono dispositivi
cilindrici che creano una pressione negativa intorno al pene
per cui c'è un richiamo di sangue nel tessuto erettile
e vengono utilizzati con i pazienti che hanno problemi meno
gravi. Per i casi più difficili si ricorre all'impianto
di protesi peniene (Bartlik e Goldstein, 2001).
Gli uomini che hanno una disfunzione erettile, molto spesso
si sentono dei falliti, e il loro livello di autostima si
riduce notevolmente. A questi sentimenti si aggiunge spesso
il disappunto e la rabbia della partner. Per evitare che la
situazione precipiti è opportuno che rivolgersi ad
un medico e, se la coppia è disposta a sottoporsi ad
una terapia sessuale, è opportuno inviarla da professionisti
nel campo. Spesso la terapia sessuale è utile per aiutare
la coppia ad adattarsi ai vari trattamenti medici che possono
essere prescritti per la disfunzione erettile. Per esempio
il partner può opporsi al trattamento prescritto, sia
esso una pillola, un'iniezione, un vacuum device, perché
è "troppo meccanico o troppo spaventoso",
"non è naturale"o "è troppo lungo",
ma in realtà molto spesso vi sono alla base di questa
opposizione, altri motivi, più o meno consci, quali
per esempio il timore di essere lasciati per una persona più
giovane (Bartlik e Goldstein, 2001).Una terapia sessuale o
una consulenza associata al trattamento urologico può
migliorarne i risultati.
Vi sono pazienti che interrompono i trattamenti perché
scoprono che riacquistare la capacità di raggiungere
una solida erezione non è la soluzione a tutti i loro
problemi. Molto spesso infatti, gli individui in relazioni
disfunzionali tendono a minimizzare i problemi relazionali
e a porre l'accento sul disturbo sessuale come causa centrale
dei loro problemi (Segraves & Segraves, 1998), poi però
scoprono che ristabilire la funzione sessuale non risolve
le loro difficoltà interpersonali. È evidente
che in questi casi la terapia sessuale rappresenta l'intervento
chiave. La rapida soluzione della disfunzione sessuale in
uno dei partner, creerà dei problemi se l'altro partner
non vuole recuperare la relazione sessuale, da qui la necessità
di condurre una terapia di coppia (Leiblum e Segraves, 2000).
Bartlik e Goldstein (2001) sostengono che nel corso della
terapia sessuale, possono essere forniti, utili suggerimenti
agli anziani con disfunzione erettile.- Fare sesso al mattino,
quando è più probabile avere un'erezione.
Evitare rapporti, quando il partner maschile è arrabbiato
o stressato.- Eseguire stimolazioni, manuali o orali, prima
e durante il rapporto.- Spendere più tempo per attività
sessuali che vanno oltre il loro usuale repertorio, per esempio
può essere utile per entrambi i partner raggiungere
l'orgasmo attraverso nuove tecniche.- Incoraggiare il partner
a sperimentare piacere sessuale, anche in seguito ad un fallimento
erettile. Tale incoraggiamento è utile per ridurre
la frustazione del partner e l'ansia da prestazione. - Fare
a turno nel dare e ricevere piacere.È importante sottolineare
che interventi di consulenza sessuale possono essere molto
utili anche a quelle persone anziane che hanno difficoltà
ad adattarsi ai cambiamenti fisici connessi all'età,
anche a causa dei pregiudizi esistenti. Per esempio, la maggior
parte degli anziani crede fermamente che tutte le espressioni
sessuali conducano ad una penetrazione vaginale.
Allo stesso modo, per molti uomini l'idea che la loro relazione
interpersonale possa influenzare la capacità di raggiungere
un'erezione è un concetto estraneo. Informare questi
pazienti sui naturali processi che accompagnano l'invecchiamento
può essere molto utile.Molti pazienti non forniscono
volontariamente informazioni sulla loro vita sessuale, ma
sono disposti a rispondere alle domande del professionista.
È opportuno per i professionisti: iniziare con domande
aperte e successivamente ricavare ulteriori informazioni da
domande dirette per stabilire dei dettagli del problema; utilizzare
un linguaggio che sia familiare e quindi facilmente comprensibile
dal paziente; intervistare quando è possibile entrambi
i partner e fare un'attenta anamnesi delle malattie e dei
farmaci utilizzati. Dopo aver ottenuto le informazioni necessarie,
il clinico formulerà il problema, evidenziandone le
componenti principali, quindi presenterà tale formulazione
alla coppia, accertandosi che venga compresa e accettata.
Conclusioni
Le modificazioni nella fisiologia sessuale riscontrabili
in età avanzata possono influire sul comportamento
sessuale e favorire l'insorgenza di alcuni disturbi Il più
piccolo segno di una deficienza funzionale, una qualsiasi
difficoltà sociale o relazionale vengono rapidamente
sfruttati dagli anziani per giustificare una "ritirata
sessuale" che se da una parte è temuta, dall'altra
è anche desiderata poiché comporta un progressivo
disimpegno che permette di evitare ogni competizione, ogni
forma di insuccesso, ogni forma di frustrazione.
La funzione sessuale nella terza età può liberarsi
da esigenze biologiche pressanti e può acquisire il
ruolo di un vero e proprio lusso funzionale che l'individuo
potrà permettersi a seconda della sua disposizione
psicologica. La persona infatti può svalorizzare il
proprio corpo, considerandolo non meritevole di un interessamento
affettivo, oppure può viverlo come qualcosa che ha
trasformato ed adattato durante gli anni per farne veramente
una parte di sé (Cesa-Bianchi, Vecchi, 1998).Rifelli
(1998) sostiene che gli anziani avranno molte difficoltà
ad adattarsi ai cambiamenti che caratterizzano la terza età
se ci si ostina a voler collocarli nella dimensione adulta,
considerandoli dotati di salute sessuale solo se mantengono
un'attività sessuale immutata rispetto agli anni precedenti.
Secondo l'autore esiste una caratteristica specifica della
terza età, l'interiorizzazione, cioè spostare
l'attenzione dal mondo esterno a quello interno, che può
aiutarli ad elaborare positivamente l'età che avanza,
in quanto li fa essere meno condizionati dai ruoli, dalle
aspettattive e dalle interazioni sociali.
Da un punto di vista affettivo gli anziani manifestano un
maggior bisogno di contatto e tenerezza. Nel rapporto di coppia,
a meno che non vi siano antiche conflittualità, sono
più disponibili e tolleranti. L'identità sessuale,
si fa più flessibile e consente alle componenti di
mascolinità e femminilità che la strutturano
un'espressione non condizionata dalla rigidità imposta
dai ruoli sociali. Le naturali variazioni nella fisiologia
sessuale, non rappresentano un declino, ma forniscono la possibilità
di rapporti più pacati e prolungati che associandosi
alle caratteristiche cognitivo-affettive, si traducono in
una intimità dove all'efficienza si sostituisce la
dolcezza.
La possibilità del coito vaginale o il raggiungimento
dell'orgasmo, la frequenza e l'intensità del rapporto
hanno un'importanza relativa rispetto al bisogno di vicinanza,
alla necessità di sentirsi desiderati e apprezzati,
ai valori relazionali che lo scambio sessuale comporta.Tutte
queste caratteristiche consentono di non rassegnarsi passivamente
all'età che avanza, ma affrontarla ed elaborarla, per
utilizzare al meglio le capacità disponibili e le ricchezze
esperenziali accumulate negli anni, scegliendo l'impegno di
un vivere ancora attivo o il disimpegno di un vivere contemplativo.
Quindi i risultati attualmente raggiunti dalla ricerca scientifica
sono incoraggianti e in futuro sarà possibile migliorare
la qualità della vita degli anziani operando a livello
psicologico, medico e sociale sia nella prevenzione che nell'intervento
riabilitativo.
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