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Qualità della vita:la prospettiva sociologica come riferimento teorico per la costituzione di azioni inter e multi-disciplinari Torna agli editoriali

di Irene Richini
socio-pedagogista

introduzione
La definizione di una prospettiva sociologica costituisce una solida base epistemologica (a fini di ricerca) alla quale abbinare ulteriori orientamenti in vista della realizzazione di obiettivi (di azione) connessi a una educazione degli adulti che tenda alla realizzazione di quel concetto "principe" della prevenzione primaria che viene definito col termine "salutogenesi".

L'altra prospettiva utilizzata dai professionisti di area socio-pedagogica (quindi anche dal formatore per adulti) è di tipo pedagogico-educazionale.
L'intervento a seguire traccia le linee essenziali della prospettiva sociologica riportando quanto ritenuto fondamentale in termini di conoscenza, in vista di una progettazione che possa avvalersi di una impalcatura metodologia rigorosa e verificabile. L'ancoraggio metodologico è indispensabile per realizzare il binomio ricerca\azione anche nella progettazione geragogica.
Nota: il modello di riferimento costante è costituito dall'approccio BIO-PSICO-SOCIALE. L'area specifica di intervento del professionista e dell'operatore socio-pedagogico si colloca principalmente nel SOCIALE (ambiente e relazioni) con incursioni nello PSICO (mente e sue risorse; lavoro sul presente). Naturalmente ogni intervento su area specifica avviene in forma integrata, includendo costantemente le rimanenti aree. Il Geriatra, che prevalentemente opera nell'area BIO a sua volta porrà attenzione all'intero sistema, riservando uguale importanza ai diversi livelli e promuovendone la costante integrazione. La salute fisica, psicologica e sociale infatti non "viaggiano" mai disgiunte.

La definizione di qualità della vita, coniata dagli scienziati sociali, sottolinea la multidimensionalità del concetto di benessere, riconoscendo accanto ai tradizionali parametri di tipo economico - connessi al concetto di sviluppo (1) - altri e nuovi parametri che hanno trasformato la qualità della vita da obiettivo economico a obiettivo politico guardando allo sviluppo di una società sostenibile che faccia della qualità della vita il suo punto fermo di riferimento.

Ma in che contesto nasce la definizione di "qualità della vita?"
In generale, nelle diverse discipline afferenti le scienze-sociali, si iniziò ad usare l'espressione "per riferirsi ad un'aspirazione sociale" (Niero, 2002, p. 19) che tenesse conto di una gamma di nuovi valori emergenti come
"l'autorealizzazione individuale, l'autonomia personale, la possibilità di esprimersi, di avere un buon rapporto con l'ambiente (…)" (Niero, 2002, p. 19).

Il nuovo orientamento, rilevato empiricamente, indusse gli studiosi a ricercarne la possibile genesi aprendo il campo a diverse interpretazioni (2):

- che consideravano le nuove istanze di benessere come una diretta derivazione del bisogno di una migliore vita intesa in senso di aspirazione al miglioramento e al cambiamento, insomma una tensione al benessere colto da assunti non necessariamente economici;

- altre che vedevano le nuove istanze di benessere come una risposta al senso di insicurezza indotto dall'ambiente di vita nei soggetti che nel quotidiano si misurano con temi quali l'inquinamento, il pericolo nucleare (erano gli anni fra il '60 e il 70': oggi parleremmo del pericolo terrorismo su scala mondiale n.d.r.) l'aumento vertiginoso dei consumi, la vita sempre più caotica e cosi' via.

La crisi del Welfare-State (3) ha però messo i governi nella condizione di progettare nuovi sistemi di politiche pubbliche e ciò proprio nel momento stesso in cui la cultura e la consapevolezza circa i bisogni percepiti come propedeutici al concetto stesso di "benessere" prendevano sempre più forma.

L'interesse per i temi legati al benessere e compresi nel concetto di "qualità della vita", apre a nuovi approcci che, Mauro Niero (2002) nel contributo gia' citato, definisce "tradizioni", ricordando in particolare quella

…..del movimento degli indicatori sociali. Questa espressione si riferisce ad una corrente di studi volti a costruire degli indicatori statistici capaci di misurare gli esiti, in termini di benessere, degli investimenti in politiche sanitarie e sociali……la comparsa della Qol (Quality of Live) avvenne su una problematica particolare, quella ecologica. Lanciata dalla Conferenza dell'ONU di Stoccolma del 1972 questa preoccupazione (concern) si trovò riflessa, un anno dopo, nei Social Concerns rivolti dall' OCDE (1973) ai paesi membri. L'ente raccomandava di privilegiare "obiettivi di fondamentale interessse" che ruotavano intorno alle seguenti aree-problema (concerns): la salute, lo sviluppo della personalità mediante l'acquisizione di conoscenze, l'occupazione e la QoL di lavoro, il

tempo libero, l'ambiente fisico, la sicurezza e la giustizia, la partecipazione alla vita collettiva (Niero, 2002: p.22).

Percezione di Qualità

La Qualità della Vita si estende alla intera vita soggettiva: i diversi possibili indicatori di qualità della vita vengono pensati, costruiti e combinati sulla base dei diversi sfondi epistemologici e disciplinari di riferimento .

A seguire viene indicata per sommi capi la combinazione di indicatori concepita da Pellizzoni e Osti (4):

- saper fare:
capacità individuali di svolgere un compito (istruzione, saperi locali, progettualità)
- identità culturale:
lingua, stradizioni e stili di vita
- socialità:
convivenza pacifica, lavoro di gruppo, capacità di solidarizzare
- qualità ambientali del territorio di residenza

La ricerca sociologica, in tema di qualita' della vita, orienta l'osservazione agli aspetti oggettivi e agli aspetti soggettivi - sia materiali che immateriali - che più rispecchiano il rapporto che ogni individuo ha con la realtà che lo circonda (5).
Gli aspetti di tipo soggettivo devono, in sede di ricerca, essere messi in relazione con variabili oggettive e ciò apre all' interrogativo che Mauro Niero ci ricorda come segue:

…..interrogativo centrale e' se la QoL possa essere migliorata attraverso azioni concrete e politiche sociali" (2002: p. 25).

Nell'ambito degli studi che ruotano intorno alla sfera QoL (Quality Of Life) sono state prodotte molte riflessioni, sistematizzate anche in relativi modelli interpretativi che spesso non trascurano di includere la relazione fra benessere e ambiente fisico e umano centrando la riflessione in particolare sul ruolo del livello percettivo della QoL della comunità nel definire il suddetto rapporto di dipendenza e includendo in tal modo sia gli aspetti ambientali che culturali della comunità (2).

Uno dei caratteri della realta' - sia degli individui che dei gruppi - emerge dunque dal dato che molti aspetti della vita personale e sociale non sono tali in quanto oggettivi ma in quanto percepiti.
Non a caso il concetto stesso di "qualità della vita" puo' essere tradotto e messo in relazione con il concetto di "felicità" e le domande che ne possono derivare potrebbero indicativamente essere:

- quale il livello di felicità raggiunto?
- quale quello raggiungibile?
- come vivo nei miei luoghi di vita e di lavoro?
- sto bene con me stesso e con gli altri?

Inoltre va tenuto sempre conto che pensieri e azioni determinano comportamenti sociali che si basano su un capitale culturale ricevuto per trasmissione e che "incarna le esperienze collettive sedimentate nel tempo (…) grazie a tali esperienze l'individuo non deve iniziare ogni volta da zero" (Ghisleni e Moscati,2001: p. 26).

Per la sociologia, il senso dell' azione e' condizione per l'azione responsabile che non si esaurisce - per l'attore sociale - nella mera sfera privata ma si esprime in un piu' ampio ambito collettivo (6).
Come si diceva all'inizio, al benessere economico deve potersi coniugare la soddisfazione sociale, la quale a sua volta dipende certamente anche dal livello di felicità e dal capitale culturale trasmesso e ricevuto.

La "sociologia" in quanto disciplina attinente lo studio dei fatti sociali considerati nelle loro costanti e nei loro processi (7) e la "pedagogia" in quanto disciplina relativa ai problemi dell'educazione (8) assegnano grande importanza al fattore "AMBIENTE".
Il benessere sociale infatti deriverebbe in larga misura dalla qualità delle relazioni che il soggetto intrattiene con l'ambiente.
In senso ampio e soggettivo ciò significa che il benessere:
1) deriva dalla congruenza fra capacità e aspirazioni personali e risorse richieste dall'ambiente;
2) deriva dall' equilibrio fra percezione della propria identità individuale e percezione della propria identità sociale.
Se vogliamo riferirci ad un modello di sviluppo umano è importante che questo sia di matrice psico-sociale (9).

Bibliografia di riferimento:
1) Segre A., Dansero E., Politiche per l'Ambiente, UTET, Torino, 1996
2) Niero M., Qualità della vita e della salute, Franco Angeli, 2002
3) Bagnasco A., Barbagli M., Cavalli A., Corso di Sociologia, il Mulino, Bologna, 1994
4) Pellizzoni L., Osti G., Sociologia dell'Ambiente, Il Mulino, Bologna, 2003
5) Zajczyl F., Il mondo degli indicatori sociali, La Nuova Italia Scientifica, Roma, 1997
6) Ghisleni M., Moscati R., Che cos'è la socializzazione, Carocci, Roma, 2001
7) Simmel G., trad. it. Sociologia, Milano, Comunità, 1989
8) Comenio, Grande Didattica a cura dei Anna Baggio, La Nuova Italia, Firenze, 1998
9) Erikson H. E., I cicli della vita, Armando Editore, Roma, 1999

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