di
Irene Richini
socio-pedagogista
Introduzione
Concepire un intervento di sostegno alla persona anziana
(counseling di orientamento geragogico) significa avere in
mente un modello di sviluppo umano che includa - in una visione,
diciamo, di tipo circolare - la parte avanzata dell'esistenza.
Più che di "azione educazionale" potremmo
qui parlare di un "sostegno alla persona" attuato
con discrezione, che nella pratica si traduce in sollecitazione
e facilitazione all'emersione di istanze inedite avvertite
dal soggetto anziano assistito.
La prima sfida si consuma proprio su questo fronte: la vera
facilitazione diventa sempre più difficile via via
che l'età della persona facilitata aumenta dato che
- conseguentemente e logicamente - si allarga la forbice d'età
che divide il facilitatore dal suo assistito.
E' pertanto fondamentale tentare di alleggerire questo
gap attraverso alcune riflessioni che - grazie alla loro stessa
natura - contribuiscano ad una crescita professionale del
soggetto che presta la sua presenza e il suo sostegno alla
persona anziana, colui che, in questo editoriale, scelgo di
chiamare "facilitatore".
Colmare la distanza temporale esistente fra i due soggetti
implicati nella relazione di sostegno favorendo l'individuazione
di un filo conduttore adeguato è un atto necessario
nella costituzione di strumenti di intervento finalizzati
al counseling geragogico che guardi alla formazione dei soggetti
facilitatori.
Non si dimentichi infatti che la seconda sfida sul campo
riguarda proprio la costruzione di progetti di intervento
capaci di rispondere alle istanze che emergono dall'anziano
e la cui ideazione non può che essere effettuata in
situazione, partendo cioè dalle condizioni presenti,
materiali e umane che scaturiscono dalla relazione stessa.
A questo proposito ribadisco la necessità di un paradigma
di metodo che prenda le mosse dalle emersioni dell'agire ma
insieme sia capace di porre grande attenzione ai processi
di elaborazione e conoscenza non solo di matrice razionale.
Quanto segue si presenta come:
1) un supporto - formulato attraverso riflessioni cardine
- necessario a comporre un corretto paradigma si progettazione\intervento
anche in un'ottica di auto-formazione;
2) un supporto che riordina la conoscenza e diventa utile
strumento volto, come sopra annunciato, a ridurre il gap d'età
esistente fra chi assiste e chi è assistito.
Parlare di funzione formativa della società all'interno
di una reale riorganizzazione del sistema sociale significa
anche - mi preme ricordare - pensare all'attuazione concreta
di una formazione geragogica all'adulto e all'anziano, possibile
solo in presenza di una formazione geragogica rivolta agli
operatori del comparto socio-sanitario.
Presento le seguenti riflessioni poiché ritenute particolarmente
utili nella formazione dei professionisti che di volta in
volta - nella pratica - sono chiamati ad intervenire - siano
essi medici, psicologi, pedagogisti, formatori o altro - nel
campo educazionale di matrice geriatrica.
Non è pensabile affrontare un momento formativo, di
sostegno alla persona, senza un progetto educazionale il quale
- nel caso che stiamo trattando - dovrà includere:
1) il progetto di vita del soggetto anziano
2) le condizioni bio-psico-sociali poste dalla condizione
di invecchiamento
3) la dimensione individuale del soggetto aiutato, colta in
situazione
4) la dimensione individuale del soggetto che offre l'aiuto,
in situazione
Per i punti 3) e 4) si ricordi infatti che la prospettiva
pedagogica - che qui assumo come valido riferimento - include
costantemente:
- sia il concetto di educare nel senso di nutrire ovvero
di fornire dal di fuori ciò di cui c'è bisogno.
L'accento in questo caso è posto sull'azione del formatore.
Non sembri pertanto fuori luogo pensare alla necessità
di una riflessione approfondita di natura pedagogica - declinata
sul versante della gerontologia educazionale - richiesta anche
a coloro che già posseggono altra formazione professionale,
anche di alto livello, ma non eminentemente educativa;
- sia il concetto di educare nel senso di tirare fuori. L'accento
in questo caso è posto sul risultato della azione educazionale
che in quanto tale potenzia, fa crescere, favorisce e sviluppa
qualcosa già presente nel soggetto aiutato.
La schematizzazione in una mappa concettuale di alcune domande
cardine ci permette di chiarire contenuti e relative discipline
di riferimento.
La creazione di un quadro sinottico offre infatti utili indicazioni
a chi volesse reperire materiale bibliografico in vista di
una auto-formazione-continua tanto auspicabile da parte dei
professionisti che a vario titolo si occupano della cura e
del sostegno alle persone anziane.
DOMANDA
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CONCETTI
BASE
|
APPROFONDIMENTI
|
DISCIPLINE
|
Quando si educa?
|
*Tempo educativo
*Formazione permanente
|
* età della vita
* processualità della educaz.
*educ., memoria e racconto
* educazione e lavoro
|
*Pedagogia sociale
*Educazione degli adulti
*Filosofia della educazione
|
In che modo si educa?
|
Metodologia educativa
|
* metodi, strumenti, tecniche
* istruzione e formazione
* motivazione, apprendimento
*programma e programmazione
* sperimentazione e ricerca
|
*Didattica generale
*Metodologia della ricerca pedagogica
*Teoria e metodi di programmazione e valutazione educativa
*Tecnologie dell’istruzione e dell’apprendimento
|
Cosa si deve sapere quando si educa?
|
*Processo formativo
* Formazione continua
|
* organizzazione e apprendimento organizzativo
*modello della formazione continua
*competenze e metacompetenze
* formazione a distanza
|
*Pedagogia generale
*Metodologia della ricerca pedagogica
*Metodologia della ricerca sociale
*Sociologia dell’educazione
*Sociologia processi culturali
*Psicologia atteggiamenti e opinioni
|
Come si educa in altre società e in altre culture?
|
*educazione comparata
*educazione interculturale
|
*Pluralismo e integrazione
*Multi e interculturalità
|
*Pedagogia interculturale
*Educazione comparata
*Antropologia culturale
|
Come si educava un tempo?
|
Educazione nella storia
|
*Storicità dell’educazione
*Ruolo storico delle istituzioni educative
|
*Storia della pedagogia
*Storia della scuola
*Storia delle istituzioni educative
|
Come si educherà in futuro?
|
*Educazione e utopia
*Geragogia
*Gerontologia educazionale
*Qualità della vita
* le diverse forme di intelligenza
|
*Educazione fra desiderio e bisogno
*Educazione come “viaggio”
*Spazio e tempo
*Libertà e felicità
*Gerotrascendenza
*Salutogenesi
*Modello Bio-Psico-Sociale
|
*Pedagogia generale
*Filosofia dell’educazione
*Tecnologie dell’istruzione e dell’apprendimento
*Metodologia e tecnica del lavoro di gruppo
*Sociologia dell’educazione
|
(liberamente riadattato da: Daniele Loro, Pedagogia Generale,
1999, Verona, libreria universitaria editrice)
Il quadro potrebbe venir ulteriormente implementato da domande del tipo "dove
si educa" ma si lascia la messa a punto e il completamento
dello schema a chi troverà interessante lavorare su
una visione di sistema, nella consapevolezza che l'opera professionale
e umana di ognuno è sempre aperta al miglioramento.
Leibniz (1998), parlando del sapere e della conoscenza, alla
figura dell'albero del conoscere - che raggruppa i saperi
ed evidenzia i rapporti esistenti - concepisce e contrappone
la figura dell'oceano. Egli infatti dice che "il corpo
intero delle scienze può essere considerato come l'oceano,
che è continuo ovunque, senza interruzioni e divisioni,
anche se gli uomini vi immaginano delle parti e danno loro
dei nomi, per comodità. Ciò che favorisce l'accesso
(al sapere)
è piuttosto il reticolo di percorsi
distribuiti, che lega ogni parte a tutte le altre".
Con questo spirito e con questo modello in mente, il professionista
della salute bio-psico-sociale potrà produrre conoscenza
ulteriore in tema di formazione continua, strettamente legata
alla costituzione e all'irrobustimento di nuove capacità
per nulla estranee alla professione originaria di ciascuno.
Ma come è possibile educare, quindi nutrire e tirare
fuori quando la persona ha varcato la soglia della terza età?
Processualità esistenziale: esperienza e tempo
Dagli "Atti del XIX Congresso Nazionale di omeopatia,
omotossicologia e medicina biologica" tenutosi a Roma
fra maggio e giugno del 2004 si rileva un interessante schema
che elenca le sette dimensioni del soggetto in salute e i
sette stati della guarigione secondo due autori che assumono
egualmente una prospettiva che privilegia il livello psichico
del soggetto.
Riproduco lo schema citato:
Dimensioni del soggetto in salute
(secondo R. Assaggioli)
|
Stati della guarigione
(secondo E. Bach)
|
Fisica
|
Pace
|
Emozionale
|
Speranza
|
Immaginativa
|
Gioia
|
Intuitiva
|
Fiducia
|
Volitiva
|
Certezza
|
Mentale
|
Saggezza
|
Spirituale
|
Amore
|
(tab. 7 - atti Congresso Nazionale Omeopatia,
Omotossicologia e Medicina Biologica, Roma, 2004
Nello stesso intervento viene ricordato che colloquio e introspezione
sono gli strumenti che aprono alla dimensione soggettiva della
esperienza.
E in relazione all'esperienza ripropongo quanto il dr. Paolo
Montenero (2004) ci ricorda soffermandosi sui termini vecchio
e anziano.
Anche se la nostra cultura contemporanea preferisce il secondo
al primo, non dimentichiamo che l'analisi etimologica indica
nel termine vecchio ciò che è esistente da molto
tempo in una accezione strettamente correlata al concetto
di esperienza; il termine anziano traduce invece il concetto
di "ante" ovvero di ciò che c'era prima,
indicando pertanto qualcosa che c'era e non c'è più.
Il primo termine riconosce la presenza di esperienza; il secondo
termine segnala una assenza.
Ancora Montenero (2004) ci ricorda la differenza insita nel
concetto di tempo laddove lo stesso può designare un
tempo cronos - cronologico e quantitativo - o un kairos -
un tempo opportuno e adeguato al sé soggettivo.
La processualità è ben individuabile sia dalla
parola vecchio che dal tempo kairos richiamandoci al senso
di un progetto che vede nella persona avanti negli anni il
compimento di qualcosa, pertanto un apice e non un'inutilità.
E' evidente che sentirsi vicini a tale traguardo fa insorgere
la paura della morte e di tutto ciò che non-sarà-più
nei termini umanamente conosciuti e conoscibili.
Ed è altrettanto evidente che non tutte le persone
invecchiando maturano la capacità che Herman Hesse
dimostra di avere maturata nell'opera della sua vecchiaia
nella quale l'esistenza umana è data come governata
dalla legge sovrana del "trascendere" che riconosce
la natura itinerante dell'esperienza umana.
Ogni fase umana vale per se stessa e apporta un suo proprio
contributo specifico giacchè nell'essere umano c'è
già tutto, nelle forme proprie di ogni età (Guardini,
1957) per cui
"..c'è un modo giusto e un modo sbagliato di diventare
vecchi. E che la posizione del giovane nei confronti della
vecchiaia dipende dal modo in cui, a sua volta, la vecchiaia
comprende se stessa e vive".
Cosicché colui che diventa vecchio nel modo giusto
sarà capace di comprendere la totalità della
vita e saprà trasmettere eguale capacità a figli
e nipoti, autore e creatore - ancora - della società
del suo presente e del futuro che, anche se non più
suo, sarà.
Il sostegno che il facilitatore potrà dare all'anziano
non sarà mai traducibile in risposte o discorsi concettuali.
L'orientamento si produce principalmente nell'agire una relazione
di ascolto dei bisogni dell'altro introducendo via via sollecitazioni
che aiutino gli anziani a scendere a patti con gli elementi
distonici delle loro esperienze di vita che Erikson (1999)
colloca nel nono stadio, arrivando persino a parlare di gerotrascendenza.
Sempre nella medesima opera Erikson (1999) arriva a sostenere
che, così come i bimbi sono ciò che viene loro
dato e gli adulti sono chiamati a dare agli altri, gli anziani
possono essere ciò che hanno dato.
La facilitazione, all'interno di una relazione con persone
di età avanzata, significa aiutare a far emergere il
senso della propria esistenza nella sua logica di continuità.
La dimensione spirituale (non necessariamente religiosa e
cattolica) diventa una delle leve fondamentali.
La proposta di strumenti e sollecitazioni adatti a favorire
tale emersione (ad esempio l'enneagramma di taglio spirituale)
è vivamente consigliata negli interventi mirati all'accompagnamento
dell'anziano.
Bibliografia di riferimento:
Erikson H.E., I cicli della vita. Continuità e mutamenti,
Armando editore, 1999
Guardini R., Le età della vita, trad. Vita e Pensiero,
1992
Herman H., Le stagioni della vita, Oscar Mondatori, 1988
Leibniz G.W., Nuovi saggi sull'intelletto umano, Laterza,
Roma-Bari, 1998
Loro D., Pedagogia Generale, Lineamenti introduttivi, Libreria
universitaria Editrice Verona, 1999
Montenero P., Floriterapia e Antropologia della vecchiaia
fra fragilità e forza, La Med. Biol, 2004
Riso D.R. e Hudson R., The wisdom of the enneagram, Bantam
Books, New York, 1999
Dott.ssa Irene Richini, pedagogista sociale
- irenerichini@alice.it
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