di
Annunziatella Marino
PREMESSA
Le ulcere da decubito (UDD) nei pazienti anziani sono
causa di modificazioni strutturali cui vanno incontro la cute
ed il tessuto sottocutaneo con conseguenti alterazioni quali:
alterata permeabilità cutanea, la ridotta reazione
infiammatoria, la ridotta reattività immunologia, la
ridotta capacità rigenerativa cellulare, le modificazioni
del rimodellamento del collagene, la ridotta elasticità
e percezione sensoriale.
Le condizioni cliniche generali devono essere poste in primo
piano per cui, in termini di prevenzione, si dovranno adottare
tutte le misure idonee al trattamento della polipatologia
del paziente anziano.
Le ulcere da decubito (UDD) nei pazienti anziani sono causa
di compromissione del quadro clinico generale .
Pertanto lo studio delle lesioni da decubito ci impone sempre
di prendere in considerazione la globalità del paziente,
la sua polipatologia per poter adottare una serie dinterventi
su più versanti.
La precoce osservazione dello stato di sofferenza anche minima
cutanea serve per adottare misure preventive e terapeutiche
non solo locali ma soprattutto sistemiche.
Secondo Nano si possono trovare piaghe morfologicamente
simili , che andranno incontro a destini diversi, perché
diverse sono le condizioni biologiche dei pazienti che ne
sono affetti.
MECCANISMI FISIO-PATOLOGICI
La conoscenza dei meccanismi fisio-patologici dellUDD
è premessa fondamentale ad un corretto inquadramento
diagnostico del quadro clinico che consenta di mettere a punto
presidi preventivi e terapeutici necessari non solo a creare
le condizioni ideali per la riparazione delle ulcere ma anche
ad eliminare e/o correggere i fattori che favoriscono la loro
insorgenza.
Ciò motiva anche il riscontro di una maggiore percentuale
delle ulcere da decubito. La concomitanza di tre fattori:
biologici generali, biologici locali e meccanici locali contribuisce
alla formazione delle lesioni da decubito.
fattori biologici generali: sono essenzialmente: anemia,
malnutrizione e carenze specifiche, patologie neurologiche,
malattie metaboliche, disidratazione, neoplasie.
fattori biologici locali: la macerazione provocata dalleccessiva
umidità della cute questa la rende più morbida
e meno resistente e ciò si verifica nel caso di eccessiva
sudorazione , nellincontinenza urinaria e/o fecale o
in presenza di ferite con abbondante essudato. Quindi la persistenza
di urine e feci a contatto della cute determina alterazioni
dello strato epidermico per riduzione della secrezione lipidica
e sebacea.
Esistono alcune patologie quali il diabete, la sclerodermia
e la stessa senescenza che alterano la permeabilità
del connettivo e dei piccoli vasi; queste stesse condizioni
comportano una distruzione dei recettori nervosi cutanei tattili
e dolorifici, con riduzione con riduzione/assenza della percezione
della necessità di cambiare posizione.
fattori meccanici locali: sono principalmente: compressione,
forze di taglio e frizione.
La compressione
determina unischemia del tessuto per cui una forza
esterna è superiore alla pressione con cui il sangue
circola nei capillari determina la chiusura del vaso e quindi
unischemia del tessuto circostante con ridotto apporto
di O2 e nutrienti; è anche impedito il drenaggio linfatico
periferico tessutale per cui si scatena un processo di degenerazione
tessutale.
Lo sfregamento
è unaltra causa di lesione. Si realizza per
scorrette manovre di mobilizzazione del paziente per cui la
cute sfrega sulle lenzuola provocando unabrasione
ossia una perdita di cellule dallo strato corneo e tanto da
produrre sanguinamento.
La frizione
è la forza di deformazione tangenziale che si produce
quando due strati cutanei scivolano uno sullaltro in
direzione opposta e causano una lesione del tessuto sottostante.
STRATEGIE ASSISTENZIALI
Pertanto unappropriata strategia assistenziale deve
essere di tipo multidisciplinare.
Per attuare i meccanismi di prevenzione e cura delle lesioni
si deve coinvolgere tutto il personale addetto allassistenza.
Per attuare i meccanismi preventivi bisogna innanzitutto
valutare i pazienti a rischio di lesioni da decubito.
Le tappe più importanti per identificare i pazienti
a rischio sono:
-valutazione dello stato generale dellanziano (anamnesi
ed esame obiettivo sistemico con particolare riguardo dello
stato cutaneo)
emocromo completo
|
PCR
|
transferrinemia
|
fibrinogeno
|
ferritinemia
|
prealbuminemia
|
azotemia
|
colesterolo
|
creatininemia
|
Na,K, Cl, P, Mg, Ca
|
elettroforesi sieroproteica
|
|
- applicazione delle scale di valutazione ( scala di Norton,
Norton plus, Knoll, Exton-Smith, Waterloo, ecc)
- valutazione dello stato didratazione e nutrizionale
attraverso lesame obiettivo, il peso e i parametri
ematochimici
- identificazione delle malattie concomitanti
- esame della situazione socio-familiare ed abitativa
PROTOCOLLO DECUBITI
Scheda di rilevazione periodica data di rilevazione:
../
../01
nome
....cognome
.età
.
sesso (m) (f) peso
..Kg calo ponderale negli ultimi
(1) (2) (3) mesi
Tabella di Norton Plus
Tabella
A: |
1 |
2 |
3 |
4 |
condizioni generali
|
pessime |
scadenti |
Discrete |
buone |
stato mentale
|
stuporoso, comatoso, poco vigile |
confuso |
disorientato , schema motorio assente |
lucido ed orientato |
capacitą di camminare
|
costretto a letto |
costretto su sedia |
cammina con appoggio |
normale |
capacitą di muoversi nel letto
|
immobile |
molto limitata |
leggermente limitata |
normale |
incontinenza
|
doppia |
abituale (urine) |
Occasionale |
no |
Tabella B:
diagnosi clinica di diabete |
si |
Diagnosi clinica di ipertensione arteriosa |
si |
Ematocrito basso (<38 g/dl) |
si |
Albuminemia (<3,5/dl) |
si |
Temperatura corporea (>37°) |
si |
Uso di 5 o più farmaci |
si |
Modificazione dello stato mentale nelle prime 24 ore
con comparsa di confusione mentale o letargia |
si |
Attribuire 1 punto ad ogni risposta. Valori = o <
di 10 indicano un elevato rischio di insorgenza di piaghe
da decubito |
si |
Punteggio A = Punteggio: B = Punteggio A-B=
Stato funzionale: Indice di Barthel
abbigliamento
10 indipendente
05 bisognoso di aiuto
00 totalmente dipendente
|
alimentazione
10 indipendente
05 bisognoso di aiuto
00 totalmente dipendente
|
bagno
05 indipendente
00 dipendente
|
igiene personale
05 si lava la faccia e denti e/o si rade
00 dipendente
|
controllo intestinale
10 continente
05 occasionale incontinenza
00 incontinenza
|
controllo vescicale
10 continenza
05 occasionale incontinenza
00 incontinente
|
uso servizi
10 indipendente
05 con aiuto
00 totalmente dipendente
|
passaggi posturali
10 indipendente
05 minimo aiuto
00 totalmente dipendente
|
deambulazione
15 indipendente
10 con aiuto per 50 mt
00 incapace
|
scale
10 indipendente
05 con aiuto
00 incapace
|
Totale:
( punteggio da 0 a 100) ......../100
|
Classificazione della lesione secondo N.P.U.A.P.
Stadio I
eritema ed edema |
Stadio II
distruzione della cute a tutto spessore con o senza interessamento
del derma |
Stadio III
distruzione del sottocute senza oltrepassare la fascia |
Stadio IV
necrosi profonda |
Valutazione anatomo-fisiopatologica delle ulcere da decubito:
comparsa |
<7gg |
>7gg |
>3 mesi |
Posizione |
Sacro
Trocantere calcaneare
|
altro |
Unica ( )
più lesioni presenti ( )
|
Profondità |
livellocute |
<1cm |
>1cm |
Edema |
assente |
presente |
|
dolore |
assente |
presente |
|
odore |
assente |
presente |
|
diametri |
Larghezza (
..) |
Lunghezza (
.) |
|
Scala di Sessing
0= cute normale ma a rischio |
1= cute integra, ma iperpigmentata
ed arrossata |
2= fondo e bordo dell'ulcera integri
e non arrossati |
3= fondo e bordi dell'ulcera granuleggianti,
modesto essudato ed odore |
4= modesto tessuto di granulazione,
iniziale e modesto tessuto necrotico, essudato ed odore
moderato |
5= presenza di abbondante essudato,
maleodorante, escara; bordo arrossato ed ischemica |
6= ulteriore ulcerazione attorno all'ulcera
primaria, essudato purulento, intenso odore, tessuto necrotico,
sepsi |
Valutazione periodica:
Data |
../
../01 |
../
../01 |
../
../01 |
../
../01 |
../
../01 |
Giorni di trattamento |
Stadio |
|
|
|
|
|
|
Scala di Sessing |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
MISURE DI PREVENZIONE
Le misure da adottare sono:
Prevenzione delle patologie considerate ad alto rischio
malattia diabetica ad esempio per le alterazioni neurologiche
(neuropatia con alterato deficit della sensibilità)
e per le alterazioni del microcircolo.
neoplasie per la presenza di stati di cachessia, anemia,
malnutrizione, febbre.
mielolesi: poiché affetti da deficit della sensibilità
ed immobilità, incontinenza, deplezione proteica.
miastenici: poiché affetti da immobilità, diminuzione
della forza di contrazione muscolare e per lastenia
che porta il soggetto a muoversi poco ed a mantenere a lungo
la stessa posizione
sclerosi multipla: per il deficit di mobilità, la
spasticità e la frequente incontinenza
coma: per assoluta immobilità
Controllo della postura ed eventuale trattamento riabilitativo
Ogni malattia o condizione che riduca nel paziente labilità
di muoversi liberamente aggrava il rischio di insorgenza di
lesioni da decubito. La compromissione dello stato mentale,
le malattie psichiatriche, la sedazione farmacologia, il dolore
e le fratture ossee diminuendo la mobilità del soggetto
costituiscono i fattori di rischio. Per evitare il formarsi
di lesioni da decubito è fondamentale attuare un protocollo
di mobilizzazione con adeguato cambio della postura.
La mobilizzazione è il movimento della persona provocato
dal personale addetto allassistenza che si divide in
attiva assistita e passiva. E attiva assistita quando
è svolta dal paziente sotto la guida delloperatore,
è passiva quando è svolta dalloperatore
o da un mezzo meccanico. Il movimento è considerato
la prima difesa dellorganismo contro i danni da compressione:
al paziente valutato a rischio, secondo la scala adottato
(Scala di Norton Plus), deve essere applicato un protocollo
personalizzato di cambio di postura, per alternare le zone
sottoposte a compressione ed evitare lostruzione del
microcircolo, quindi lischemia e la necrosi.
Si consiglia la rotazione periodica del paziente ogni due
ore, ma il protocollo dovrebbe essere individuale per ogni
paziente.
Viene indicato lintervallo di tempo di due ore perché
da studi effettuati questo è il tempo medio necessario
perché si instauri sofferenza cutanea con danni del
microcircolo. Se il paziente fosse mobilizzato per lungo tempo
in carrozzina è ugualmente necessario mobilizzarlo
ad intervalli regolari.
Dolore
Un altro fattore che può attenuare la manifestazione
dei segni precoci di comparsa delle ulcere da decubito è
costituito dalla riduzione della percezione del dolore. Nellanziano
infatti vi è una riduzione dei recettori responsabili
della sensibilità pressoria e tattile. La somministrazione
di farmaci analgesici p sedativi può rendere il problema
ancora più evidente. Tale fenomeno si verifica con
freque3nza nei pazienti affetti da neuropatia diabetica.
Alimentazione
Secondo gli studi epidemiologici il 70% dei pazienti con
piaghe da decubito ed il 55% di quelli a rischio di svilupparle
presentano un quadro di malnutrizione.
Lalimentazione è fondamentale poichè
si è visto che la gravità della lesione è
legata allentità del deficit nutrizionale. La
malnutrizione è uno stato in cui o per ridotto apporto
di nutrienti (malnutrizione primaria) o per cattivo assorbimento
o incremento delle richieste (malnutrizione secondaria) non
vengono soddisfatti i fabbisogni nutrizionali dellindividuo.
La valutazione clinica nutrizionale deve comprendere lanalisi
di eventuali recenti cali ponderali o di modificazione delle
abitudini alimentari; in questo caso è fondamentale
controllare periodicamente il peso dei pazienti. In un paziente
malnutrito lesame obiettivo può rilevare una
condizione di cachessia, con riduzione del grasso sottocutaneo
e con compromissione delle masse muscolari. Tra i fattori
responsabili di un cattivo apporto nutrizionale figurano:
cause sociali, cattive abitudini alimentari, edentulia, una
compromissione della capacità visiva, problemi artrosici,
disturbi neurologici tali da compromettere le capacità
del paziente di nutrirsi adeguatamente. I pazienti ad alto
rischio di assumere gli alimenti per via orale sono certamente
i pazienti neurologici ( parkinsoniani, emiplegici, demenze
vascolari e non in fase avanzata) in cui compaiono i deficit
di coordinazione dellatto della deglutizione e quindi
sono tendenzialmente disfagici). Ricordiamoci che la disfagia
è un sintomo spesso ignorato anche dal personale addetto
allassistenza soprattutto se parziale. Esiste anche
un concetto erroneo che se il paziente anziano è allettato
necessita dellintroito alimentare di non oltre circa
1000 Kcal. Tale credenza è da sfatare anzi in termini
di prevenzione è fondamentale un equilibrato apporto
di alimenti, assunti costantemente.
Bisogna sempre chiedere ai familiari ed ai parenti cosa ed
in che quantità lanziano mangia, se tossisce
durante lassunzione del pasto. Quando esiste uno stato
malnutritivo è utile il posizionamento di sondino naso-gastrico
e la PEG.
In termini di prevenzione è utile integrare le diete
con alimenti integrativi sia in formulazione liquida che semiliquida.
Lalimentazione deve essere ricca di vitamine, sali minerali
ed oligo-elementi peraltro contenuti dappertutto.
La prevenzione si dovrebbe attuare non nel paziente ottantenne
ma almeno nellultrasessantacinquenne. E difficile
modificare le abitudini di vita nei pazienti anziani. Una
diminuita sintesi proteica ed unipoalbuminemia causano
edema interstiziale e sofferenza cellulare, quindi una maggiore
possibilità di insorgenza di lesioni da decubito.
La deplezione delle riserve proteiche interferisce con la
sintesi del collagene, con la neo-angiogenesi e quindi con
la riparazione tissutale. Compito del dietologo sarà
quello di definire una strategia nutrizionale aggressiva,
individuando i metodi più indicati per migliorare lintroduzione
alimentare, e definendo il tipo, la quantità di eventuali
supplementazioni. Altro importante da adottare nelle misure
preventive è lidratazione del paziente. E
noto che nellinvecchiamento si instaurano alterazioni
a carico dei principali apparati e sistemi che contribuiscono
alla regolazione del patrimonio idrico ed elettrolitico ed
al controllo della situazione acido-basica dellorganismo.
Adozione ed utilizzo di ausilii e presidi
- materassi , cuscini , sollevatori, carrozzine.
- alzacoperte: per evitare che il peso delle coperte ulcerino
le dita del piede o condizionino lequinismo; lutilizzo
dellalza coperte serve anche per consentire areazione
sotto le coperte.
- spondine di contenzione: per consentire al paziente i
cambi di postura
- cuscini e cunei, evitano lo scivolamento del paziente
e il piede equino ed aiutano a creare posture alternative.
- cuscini per carrozzine al silicone, a bolle daria,
in fibra cava. Il cuscino deve avere una conformazione anatomica,
deve essere antiscivolo, deve permettere una lieve abduzione
degli arti
- sovramaterassi e materassi ad acqua, ad aria, in gommapiuma,
in fibra cava, in poliuretano, a fluttuazione, pressione
alternata:
Misure preventive locali: incontinenza sfinterica
Il problema dellincontinenza fecale e vescicale è
unimportante causa di macerazione cutanea e di irritazione
locale , infezioni secondarie. In tutti i casi di incontinenza
è consigliabile una valutazione eziologia accurata.
Le decisioni terapeutiche, devono essere precedute da unattenta
valutazione delle possibilità di intervento. Per quanto
possibile andrebbero evitati i cateteri vescicali. Questi
hanno unindicazione elettiva nelle lesioni da decubito
in cui non cè più soluzione di continuo
della cute. Nei pazienti incontinenti, oltre alla possibilità
di studi urodinamici ove possibile la correzione del problema,
è importante il cambio frequente del pannolone e ligiene
personale.
BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE:
M. Monti: LUlcera cutanea: approccio multidisciplinare
alla diagnosi ed al trattamento. Edizione Springer-Verlag
Italia, Milano 2000;
Allman R.M. Pressare ulcer prevalence, incidence, risk
factos, and impacct Clin Geriatr Med 1997 Aug; 13 (3):
421-36;
CucinottaD., Di Giulio P., Le piaghe da decubito nel
paziente anziano Tipolito Casma Bologna, dicembre 1992;
Fumagalli: Le lesioni da decubito: i sistemi per la
prevenzione e la terapia Edizione Ricerca e Sviluppo
, Casala G., Tammaro A., Frustaglia A.: Manuale di Geriatria
e Gerontologia- Edizioni McGraw-Hill 2° Ed. Milano 2000-09-28
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