di
Vincenzo Marigliano
Ordinario di Gerontologia e Geriatria
Università di Roma "La Sapienza"
È recente la notizia secondo cui il premier britannico
Blair stanzierà 70 milioni di euro), per il "DNA
plain". Dopo la mappatura dei loci genici sui cromosomi
umani con il Progetto Genoma Umano, la Gran Bretagna si prepara
a sottoporre tutti i neonati del Regno di Sua Maestà
allo screening del DNA e a depositare le informazioni genetiche
così ottenute in una banca dati elettronica. Lo scopo
di tale attività e quello individuare le persone a
rischio di malattie correlabili a difetti genetici quali cancro,
disturbi cardiovascolari, sindrome di Down, fibrosi cistica,
ecc.
È possibile datare l'inizio dell'epoca genetico-molecolare
al 1953 quando J. Watson e F. Crick, svelando la struttura
ed il significato del DNA, permettevano di capire come le
alterazioni delle proteine, causa di malattie, erano dovute
ad alterazioni della sequenza genica, ovvero a mutazioni.
Sebbene siano i geni a determinare la struttura delle proteine
l'interazione con l'ambiente sarà spesso o quasi sempre
necessario per il loro sviluppo. È quindi nella interazione
tra genotipo e fattori ambientali che va ricercato il primum
movens della malattia. Si calcola che il patrimonio genetico
contribuisce per circa il 33% ed i fattori ambientali (abitudini
dietetiche, fumo, esposizione ad inquinanti, radiazioni ionizzanti,
agenti fisici, chimici, biologici, ecc.) per il 66% nel determinismo
delle patologie.
La medicina predittiva
Sta così emergendo una nuova metodologia in medicina
la medicina predittiva, destinata a cambiare la vita del singolo,
della società in genere, dell'essere e dello svolgere
la professione del medico.
La medicina predittiva deriva dall'interazione tra tecniche
di laboratorio, analisi statistica, calcolo delle probabilità,
identificazione dei fattori di rischio genetici ed ambientali
di malattia, al fine di pronosticare la probabile storia clinica
del singolo individuo in qualsiasi momento o di rallentarne
lo sviluppo, suggerendo stili di vita e/o terapie personalizzate.
La medicina predittiva permetterà di determinare il
profilo di rischio, di predisposizione alla malattia di ciascuno,
di monitorizzarne l'evoluzione e realizzare interventi preventivi
appropriati che agiscano sugli stili di vita e sul tipo di
dieta, che utilizzino vaccini o identifichino il lavoro maggiormente
conforme alle proprie attitudini fisiche. La medicina predittiva
inoltre permetterà di selezionare la terapia, la dose,
il tempo di trattamento più appropriati per il singolo
individuo. La medicina predittiva quindi si pone come medicina
dell'individualità.
Inizia quindi l'epoca post-genomica il cui fine ultimo non
è solo l'identificazione di un eventuale gene "fragile",
ma la messa in atto di comportamenti in grado di impedirne
o ritardarne l'espressione fenotipica.3
Un riflesso clinico della medicina predittiva sarà
quello della farmaco-genomica cioè l'identificazione
della relazione tra genotipo e risposta terapeutica che permetterà
di migliorare lo sviluppo di nuovi farmaci e di personalizzarne
l'uso.
L'etica della medicina predittiva
La medicina predittiva non è, comunque, la nuova panacea,
non essendo peraltro scevra di pericoli. Importanti questioni
etiche vengono sollevate dall'applicazione clinica di tale
metodologia. Test e screening genetici potrebbero permettere
di individuare soggetti a rischio ma senza poter modificare
la probabilità di sviluppare la malattia. Persone clinicamente
normali potrebbero, quindi, diventare "pre-pazienti"
o "malati di rischio" per anni, prima di sviluppare
la condizione per la quale sono a rischio. La conoscenza di
essere a rischio di sviluppare una malattia potrebbe far insorgere
nei soggetti psicologicamente più deboli stati d'ansia
difficilmente gestibili. Si potrebbero verificare, inoltre,
discriminazioni sociali, in ambito lavorativo o nel settore
assicurativo.
La Fragilità
Il termine fragilità viene utilizzato per indicare
quella condizione in cui un paziente è esposto a rischio
di eventi avversi come morbidità, perdita di autosufficienza
ed exitus. Una definizione più puntuale di fragilità
non è tuttavia possibile in relazione alla complessità
di tale condizione clinica. Infatti, ad esempio, la fragilità
non può essere spiegata con il solo declino funzionale
anche se questa rappresenta un aspetto della fragilità
stessa. Tra i vari elementi che concorrono alla fragilità
Rockwood ritiene che l'aspetto fondamentale sia la cognizione
del rischio dovuto ad instabilità. La fragilità
rappresenta il precursore del deterioramento funzionale, che
determina ospedalizzazioni ricorrenti, istituzionalizzazione
e morte. La patogenesi della fragilità non è
del tutto chiara, ma sicuramente vi concorrono quattro fattori
maggiori: sarcopenia, aterosclerosi, decadimento cognitivo
e malnutrizione. Altri fattori come la bassa scolarità,
il disagio economico e sociale, concorrono a determinare la
severità della fragilità.
L'identificazione delle condizioni sottostanti la fragilità
possibili con un uso corretto della medicina predittiva è
quindi punto di partenza per la progettazione e l'attuazione
di programmi di prevenzione. È quello che ci auspichiamo
per il futuro prossimo.
Medicina predittiva e geriatria
La sfida della geriatria del domani sarà quella di
permettere a ciascun nuovo nato ed a tutti i soggetti di ogni
età, di vivere la propria vita in buone condizioni
generali, per i 120 anni codificati nel genoma umano.
La medicina predittiva dovrà permettere alle eventuali
"fragilità genetiche" di conservare il loro
potenziale ruolo positivo e protettivo di adattamento a condizioni
ambientali mutate od avverse, al fine di permettere la sopravvivenza
della specie. Dovrà inoltre aiutare il singolo ad utilizzare
al meglio la riserva funzionale dei propri organi, il patrimonio
funzionale del proprio organismo al fine di raggiungere l'età
avanzata in buone condizioni.
Gli sforzi della medicina predittiva saranno volti ad identificare
la fragilità genetica ed a suggerire una adeguata "interazione
ambientale" (responsabile per il 66% nello sviluppo delle
malattie), al fine di evitare il manifestarsi delle meiopragie
d'organo, punto di partenza lungo la via verso la malattia,
la fragilità, la disabilità, la morte del paziente.
Notevole sarà l'impatto della medicina predittiva
per lo sviluppo di strategie di prevenzione e cura nei campi
della oncologia, della cardiologia, del diabete, delle malattie
cronico-degenerative ed in generale nella prevenzione di tipo
primario e secondario ed, in ultima analisi, nella prevenzione
della fragilità e della disabilità.
Alla luce di quanto detto sulla relazione tra geriatria e
medicina predittiva risulta evidente che il geriatra dovrà
svolgere uno programma di screening ed educazionale dei pazienti
dei pazienti anziani presenti sul territorio. Nelle divisioni
per acuti, i geriatri, con il pressing terapeutico e riabilitativo
dovranno evitare la riduzione della riserva funzionale dei
vari organi ed apparati colpiti, al momento, dalla malattia
ed indicare una prevenzione secondaria.
Lo scopo dell'integrazione tra attività svolta dai
geriatri nelle divisioni ospedaliera per acuti con quella
svolta dai geriatri delle strutture intermedie e dei servizi
territoriali, si dovrà ottenere una rete dei servizi
che permetta di erogare una assistenza ottimale al malato
anziano. Lo scopo ultimo dell'attività della rete dei
servizi risulta pertanto quella di non far divenire l'anziano
fragile. La geriatria predittiva permetterà, quindi,
di instaurare programmi di prevenzione primaria e secondaria
delle comorbilità, responsabili della fragilità
e della disabilità del paziente anziano.
Il successo di questo impegno coordinato sarà per la
geriatria moderna il raggiungimento della longevità
sana.
Conclusioni
Il cambiamento dell'approccio al malato (non solo una geriatria
curativa ma principalmente una geriatria predittiva), comporterà
conseguenze rilevanti sulla vita del singolo e della società.
La medicina predittiva, l'assessment geriatrico ed il pressing
terapeutico e riabilitativo, finalmente permetteranno alla
Geriatria di badare sempre meno all'anziano fragile la cui
prevalenza dovrà diminuire, permettendo un più
oculato utilizzo e consumo della riserva funzionale dei vari
organi ed apparati. La fragilità, anzi, dovrà
essere considerata come il fallimento dell'operato del medico
e del geriatra in particolare.
La medicina predittiva, o "gene-based medicine"
integrata ad uno studio del ruolo dell'ambiente per ogni individuo,
pur con i suoi limiti ed i suoi rischi, permetterà
la prevenzione delle malattie e, nell'ambito della geriatria,
la prevenzione della fragilità, della disabilità
ed il raggiungimento di una longevità sempre più
vicina al maximum lifespan, in buone condizioni generali fino
ad attingere alla morte naturale.
|
Gli editoriali più recenti |
|