Dott.Emine Meral Inelmen
INTRODUZIONE
Ogni anno milioni di pazienti sono sottoposti a catetere urinario
(CU) nel mondo (1). Il CU è una parte essenziale delle
attuali cure mediche: è largamente usato nelle ostruzioni
anatomiche e fisiologiche, fornisce un ambiente asciutto nei
pazienti comatosi o incontinenti, e permette di misurare la
quantità di urine emesse in caso di pazienti affetti
da severe malattie (2).
Purtroppo, l'uso dei CU negli ospedali non è soltanto
diffuso, ma è anche spesso inappropriato: in un recente
studio, su 836 ricoveri valutati per un periodo di oltre un
mese, 89 (10.7%) erano stati sottoposti ad inserimento di
CU entro le 24 ore, e 34 (38%) di questi, non avevano una
indicazione giustificata (3). Quando il CU è usato
inadeguatamente e lasciato in sede troppo a lungo, diventa
un rischio per quasi tutti i pazienti.
Questo problema è stato da sempre sottovalutato da
parte dei medici; eppure la cateterizzazione inappropriata
potrebbe essere considerata alla pari di un "errore medico"
(3).
Numerosi risulterebbero i medici che non sono al corrente
della presenza di CU nei loro pazienti e, ancora più
grave, alcuni di questi CU sarebbero per lo più inappropriati
(4). Questo autore mette sul banco degli imputati il CU considerandolo
a tutti gli effetti una "contenzione" che causa
disagio, infezione, ferisce la dignità del paziente
e limita la sua indipendenza (4).
E' stato dimostrato che i familiari preferiscono strategie
non-invasive (pannoloni, portare il paziente alla toilette
frequentemente), alle strategie invasive quali il CU (5).
La cateterizzazione, dunque, è conveniente per lo
staff sanitario oppure è un aspetto essenziale delle
cure?
La risposta a questa domanda è ancora poco chiara.
L'USO DEL CATETERE URINARIO NELL'ANZIANO
Gli UC sono comunemente usati nei pazienti anziani per la
ritenzione urinaria, l'incontinenza, le ulcere da decubito,
il cancro vescicale, per il confort dell'anziano
.e forse,
a volte, per rendere la vita del personale sanitario più
facile! Circa 1 su 4 di CU inseriti in pazienti ospedalizzati
ultra70enni e 1 su 3 di CU inseriti in quelli ultra85enni
non sono necessari (6).
L'uso dei CU a dimora in Europa è molto frequente
negli anziani di sesso maschile (problemi prostatici?) con
demenza avanzata e non autosufficienti, particolarmente in
Francia, Germania ed Italia (7). Alcuni Paesi Europei (Olanda,
Finlandia, Svezia, Norvegia e Gran Bretagna) hanno decisamente
ristretto l'uso di CU (7). Una delle cause di tali differenze
geografiche in ambito della prevalenza di CU, potrebbe essere
la pratica medica basata sulle abitudini piuttosto che sulla
evidenza scientifica (7). L'Italia e la Germania sono i paesi
con la più elevata prevalenza di UC, probabilmente
per l'intenzione di ridurre il carico di lavoro (7). Nonostante
ciò, gli autori concordano che il CU, paradossalmente,
aumenti questo carico (7). Il declino cognitivo quasi raddoppia
il rischio di ricevere il CU, mentre tale rischio si quadrupla
nella non-autosufficenza (7). La presenza di ulcere da decubito
quasi raddoppia la probabilità dell'inserimento di
CU (7).
L'INFEZIONE DEL TRATTO URINARIO CATETERE - CORRELATA
L'infezione batterica più comune nell'età geriatrica
è l'infezione del tratto urinario (ITU), soprattutto
negli anziani fragili, sia che essi vivano a casa, sia istituzionalizzati
od ospedalizzati (8). Queste infezioni possono essere molto
severe e condurre ad una significativa morbilità e
mortalità (8), allungare la degenza ospedaliera ed
aumentare le spese sanitarie.
Un significativo numero di ITU è correlato all'inserimento
dei CU: il 100 % dei pazienti sviluppa una ITU entro 30 giorni
dalla cateterizzazione (9).
I meccanismi per cui un CU causa infezione sono ora ben stabiliti:
questa, inizia con la colonizzazione ascendente delle urine
dentro il lume del catetere e probabilmente anche nello spazio
tra uretra e superficie esterna del catetere. La causa sottostante
di tale infezione è la formazione di un biofilm da
uropatogeni sul CU. A causa delle differenze anatomiche, gli
uomini e le donne sviluppano l'ITU per vie diverse: negli
uomini la via tende ad essere intraluminare dalla sacca di
raccolta contaminata, mentre nelle donne la contaminazione
avviene generalmente per via transuretrale. Le donne sono
più predisposte a contrarre l'IVU catetere-correlata,
dovuta all'uretra più corta e di conseguenza alla più
breve distanza che i microbi hanno per viaggiare dal perineo
alla vescica (10). Oltre all'infezione, ci sono altre complicanze
quali: incrostazione, perdita di urine, ematuria, ed ostruzione,
a causa, spesso, della formazione di depositi di minerali
sulla superficie del catetere a seguito della loro precipitazione
dalle urine in condizioni di alcalosi (11;12).
ESISTE IL CATETERE "IDEALE"?
Anche se l'uso appropriato e la gestione dei CU continuano
ad essere temi da dibattito, ciò che rimane certa,
è l'importanza della scelta del materiale e del calibro
del CU.
Attualmente i cateteri di tipo Foley al silicone a due vie,
con incorporati un palloncino ed un canale di drenaggio, sono
quelli più usati. Qualora siano indicati i lavaggi
vescicali vi è il catetere a tre vie con anche il canale
di irrigazione. In passato, i cateteri Foley venivano attaccati
a tubi di raccolta che drenavano nei secchi sul pavimento,
al lato del letto (il così detto "open-catheter
system") con insorgenza di batteriuria già entro
4 giorni (13). Negli anni 50' si osservò un progressivo
passaggio al "closed catheter system" e negli anni
60' iniziarono ad usarsi le sacche di raccolta di plastica
per cui l'insorgenza di batteriuria è ora ritardata
ad oltre 30 giorni (13). Recentemente è stato messo
in commercio un catetere Foley "a circuito chiuso"
in silicone, in confezione sterile, già connesso ad
una sacca -anche essa sterile- per la raccolta, chiusa all'esterno
e dotata di un rubinetto che consente il periodico svuotamento
senza mai interrompere il circuito chiuso. I collegamenti
fra sistemi sacca-catetere e sacca-rubinetto per lo svuotamento
periodico sono dotati di valvola anti-reflusso e filtri che
impediscono la risalita di microrganismi.
Occorrono comunque deI trials per verificare se questo ultimo
tipo di catetere dia più sicurezza rispetto a quello
tradizionale.
A questo punto c'è da pensare se possa esistere veramente
il "catetere ideale" ! I cateteri sono strutture
abbastanza rigide: drenano la vescica, ma bloccano l'uretra.
La sfida è quella di produrre uno strumento che si
avvicini il più possibile alle normali caratteristiche
fisiologiche e meccaniche del sistema urinario.
QUALI SONO LE MISURE PREVENTIVE PER EVITARE LA ITU CATETERE-CORRELATA?
Innanzitutto, occorre ribadire il concetto che la cateterizzazione
inappropriata è tassativamente controindicata; non
si deve mai cateterizzare, ad esempio, al fine di ottenere
prelievi per urocoltura, o nell'incontinenza urinaria, in
pazienti con assenza di lesioni da decubito.
Per la prevenzione della batteriuria sono solo due i principi
generalmente raccomandati: 1) utilizzare un catetere a "circuito
chiuso"; 2) rimuovere il catetere il più presto
possibile.
Questo ultimo principio è di estrema importanza. Anche
se il mantenere un sistema di catetere "a circuito chiuso"
influenza significativamente l'incidenza di infezione, questo,
non elimina ancora il rischio, che aumenta con l'aumentare
dei giorni di cateterizzazione (14). Le ITU possono avvenire
nei circuiti chiusi anche per rottura, durante l'irrigazione
vescicale senza condizioni di asepsi. Una condizione ancora
più frequente avviene quando le urine nella sacca di
raccolta vengono contaminate da parte degli operatori sanitari
che non si lavano in modo antisettico le mani quando passano
da una sacca all'altra per svuotare il contenuto, oppure nel
cambio delle sacche (10).Allo stesso modo, le urine contaminate
possono passare dalla sacca dentro il catetere quando la sacca
viene alzata; ad esempio, quando il paziente deve essere trasportato
fuori e dentro la corsia per eseguire indagini radiologiche
od altro, permettendo ai microrganismi di penetrare in vescica
(10). Questi, però, possono salire per azione capillare
anche quando la sacca è tenuta sotto il letto (15).
L' 85 % delle infezioni nosocomiali, dunque, sono correlate
ad un fatto del tutto banale, eppure fondamentale: lavarsi
le mani! (16). Lavarsi le mani è la via più
effettiva, meno costosa, ma, sfortunatamente, spesso tralasciata,
per evitare la diffusione delle infezioni in ospedale (16).
Pur in condizioni di accurata sepsi, comunque, tutti i pazienti
diventeranno prima o poi batteriurici se rimangono cateterizzati
per un lungo periodo (13).
QUANDO E' REALMENTE NECESSARIA LA CATETERIZZAZIONE?
Data la elevata frequenza di uso inappropiato di CU, prima
di decidere di cateterizzare un paziente è importante
raggiungere una diagnosi basata su una dettagliata anamnesi,
esame obbiettivo, misurazione della quantità residua
di urine dopo svuotamento, analisi delle urine. Occorre comunque
tenere presente che, le complicanze correlate all'eventuale
inserimento non sono solamente l'ITU, l'incrostazione, l'ostruzione
del catetere ma anche situazioni ancora più gravi quali
il trauma uretrale, le perforazioni, i calcoli vescicali,
e le modificazioni in neoplasie. Di conseguenza, è
necessaria una attenta valutazione prima di decidere di inserire
il CU ad un paziente anziano. La domanda da farsi a letto
del paziente è : "E' questo catetere realmente
necessario?" Esistono delle misure alternative?".
Ad esempio, sistemi alternativi alla cateterizzazione potrebbero
essere sistemi esterni di raccolta delle urine tipo "condom"
negli uomini; cateterismo ad intermittenza nei pazienti con
vescica neurogena; utilizzo di pannoloni in caso di incontinenza.
Le indicazioni assolute all'inserimento di CU dovrebbero limitarsi
al monitoraggio della diuresi nei pazienti anziani critici
(stato di shock, coma, scompenso cardiaco), ai gravi casi
di macroematuria e piuria, e all'ostruzione acuta delle vie
urinarie.
CONCLUSIONI
Molti aspetti dell'uso del CU rimangono da chiarire ed è
necessaria una ulteriore ricerca sull'utilizzo dei CU a dimora
negli anziani. Occorrono ulteriori miglioramenti per quanto
riguarda i CU e le sacche di raccolta. I medici, comunque,
dovrebbero sempre evitare di usare i CU quando non sono necessari
e decidere per l'inserimento solamente se esso è assolutamente
indispensabile per il paziente. I cateteri a dimora dovrebbero
essere utilizzati solo per indicazioni specifiche, ben documentate,
a causa dei rischi di ITU e sepsi. Alcuni anziani molto fragili,
ad esempio, rispondono bene al semplice metodo della toilette,
accompagnandoli con degli orari ben stabiliti. Con la riduzione
della frequenza e della durata della cateterizzazione si prevengono
le ITU.
Riassumendo, una accurata valutazione delle indicazioni per
CU, le procedure asettiche e i periodi brevi di cateterizzazione
possono aiutare a prevenire le infezioni. La rigorosa compliance
alle regole base dell'igiene ospedaliera, comunque, sembra
essere la chiave fondamentale per la prevenzione delle ITU
catetere-correlata. Dati i rischi che la cateterizzazione
comporta al paziente anziano soprattutto se fragile, questa
procedura invasiva dovrebbe essere considerata come "l'ultima
spiaggia", qualora le altre misure alternative dovessero
fallire.
BIBLIOGRAFIA
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16) Barraud D. Nosocomial infections: the realities of an
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Dott.Emine Meral
Inelmen - Ricercatore Cattedra di Geriatria
Clinica Geriatrica - via Giustiniani 2 - Padova
eminemeral.inelmen@unipd.it
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