di
Domenico L. Urso
Dott. D.L. Urso - U.O. di Accettazione e
Pronto Soccorso - Ospedale Civile Vittorio Casentino - Cariati
M. (CS)
La Broncopneumopatia Cronica Ostruttiva (BPCO) è un
quadro nosologico caratterizzato dalla progressiva limitazione
del flusso aereo, situazione clinica che, com'è noto,
non è mai completamente reversibile. Tale riduzione
del flusso di solito è progressiva ed associata ad
una risposta infiammatoria polmonare in seguito all'inalazione
di particelle o gas nocivi. La BPCO costituisce la più
comune malattia polmonare cronica e la sua frequenza è
in aumento negli ultimi anni. Ciò sembra in relazione
all'aumento dell'età media della popolazione ed alla
persistenza dei più comuni fattori di rischio (tra
cui il più importante è il fumo di sigaretta)
(1,2,3,4).
La fascia d'età di massima prevalenza della BPCO è
quella anziana per cui la trattazione della BPCO nell'anziano
non comporta note specifiche particolari, rispetto ad un'analisi
in generale della BPCO "sic et simpliciter". La
diagnosi di BPCO dovrebbe essere presa in considerazione in
tutti i pazienti che lamentano tosse, escreato o dispnea e/o
una storia di esposizione ai fattori di rischio per la malattia.
La diagnosi va poi confermata dalla spirometria. Quest'ultima
dimostra, nel paziente affetto da BPCO, la riduzione dell'indice
di Tiffenau (VEMS/FVC<70%). La stadiazione della malattia
in lieve, moderata, grave e molto grave, si ricava sulla base
della riduzione percentuale del VEMS (o FEV1) dopo broncodilatazione
(1).
La diffusione crescente della BPCO ha stimolato la ricerca
di nuove metodologie terapeutiche e l'ottimizzazione delle
strategie farmacologiche nei confronti della malattia. Una
collaborazione internazionale ha dato vita al Progetto Mondiale
per la Diagnosi, il Trattamento e la Prevenzione della Broncopneumopatia
Cronica Ostruttiva (Global Iniziative for Chronic Obstructive
Lung Disease-GOLD). Secondo le Linee Guida GOLD (1) un efficace
schema di trattamento della BPCO si articola in quattro diversi
punti: 1) Valutazione e monitoraggio della patologia; 2) Riduzione
dei fattori di rischio; 3) Trattamento della BPCO stabilizzata;
4) Trattamento della BPCO riacutizzata. La cessazione dell'abitudine
tabagica costituisce, insieme con il ricorso alla ossigenoterapia
a lungo termine (OLT), nei pazienti affetti da BPCO complicata
da Insufficienza Respiratoria Cronica (5), l'unico approccio
in grado di migliorare la sopravvivenza nel paziente affetto
da BPCO.
La cessazione dell'abitudine al fumo deve essere raggiunta
attraverso un procedimento multidiscipinare che comprenda
le politiche pubbliche, la diffusione di programmi d'informazione
e di educazione sanitaria, oltre ad un trattamento farmacologico
specifico della dipendenza da nicotina, laddove esso risulti
indicato e ben tollerato. L'approccio educazionale nella BPCO,
come in tutte le malattie cronico-degenerative proprie dell'età
geriatrica, può migliorare la capacità del paziente
di far fronte alla sua malattia e, nel contempo, favorire
la sua qualità di vita, mentre non ha sostanziali effetti
sul quadro funzionale respiratorio. Gli argomenti più
importanti di un tale programma dovrebbero essere costituiti,
oltre che dalla cessazione dell'abitudine al fumo, da nozioni
di base sulla fisiopatologia della malattia, da concetti generali
sul trattamento medico, da consigli relativi all'autotrattamento,
dalla necessità di ricorrere all'intervento sanitario
e da una migliore gestione delle riacutizzazioni. L'approccio
farmacologico alla BPCO, il cui scopo è quello di migliorare
la tolleranza allo sforzo, e la qualità della vita,
e di ridurre frequenza e gravità delle riacutizzazioni,
senza alcun effetto sul progressivo declino della funzione
respiratoria, che risulta, come si è detto, l'elemento
caratteristico della malattia, si avvale generalmente della
appropriata somministrazione di farmaci broncodilatatori e
di steroidi per via inalatoria, variamente associati a seconda
del livello di gravità della malattia (1,6,7,8). I
farmaci inalatori, steroidi e broncodilatatori,sebbene ben
tollerati, non sono tuttavia scevri da effetti collaterali,
specie nel paziente anziano dove spesso risultano presenti
altre co-morbilità ( diabete mellito, osteoporosi,
cardiopatie), le quali condizionano l'esito terapeutico nell'ambito
di un rapporto rischio-beneficio dei trattamenti farmacologici,
che deve essere sempre opportunamente valutato (1,9,10).
L'aspetto educazionale investe anche il trattamento farmacologico
della BPCO poiché i farmaci, utilizzati nel trattamento
della malattia, sono somministrati per via inalatoria, sotto
forma di polveri o di aerosol predosati, per cui i singoli
pazienti devono essere anche opportunamente informati sul
corretto utilizzo degli apparecchi erogatori dei medesimi.
In conclusione è possibile affermare che un corretto
procedimento multidisciplinare, educazionale e farmacologico,
nella cura della BPCO si traduce principalmente in un miglioramento
della qualità di vita in questi pazienti, nonché
in una riduzione dei costi economici e sociali della malattia.
Bibliografia
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