Una tale opera pedagogica, che si avvale del più importante
mezzo di comunicazione, non può essere che collettiva e deve
rivolgersi, pertanto, a tutte le classi di età, per creare
al più presto un'immagine positiva della vecchiaia e scalzare
tutti i vecchi pregiudizi nei suoi confronti. In questa prospettiva
tutti i mezzi di comunicazione possono essere opportunamente
impiegati per una pedagogia di indirizzo collettivo, rivolta
a giovani e vecchi, senza dicotomie che possano celare atteggiamenti
discriminatori o tendenze emarginanti. Tutto sommato ci sembra
senz'altro utile che il discorso educativo, diffuso dai media
a giovani, adulti e vecchi, abbia contenuti comuni ed insegni
a tutti gli stessi fondamenti di una vera e propria igiene
esistenziale. Lo dimostra infatti la nostra presenza nella
rete con questo sito dedicato alla geragogia e rivolto a tutti
gli utenti di Internet, attualmente rappresentati in gran
parte da giovani, come è noto, ma costituiti anche, sempre
in maggior numero, da adulti e da persone anziane, oltre che
da studiosi dei più vari settori.
La diffusione esplosiva di questo mezzo di comunicazione
che, permettendo l'accesso ad una quantità enorme di dati
molteplici e complessi, ha sovvertito non solo la tradizionale
ricerca accademica in tutte le branche della scienza, ma si
propone nel futuro come strumento privilegiato, oltre che
per la divulgazione della cultura e delle informazioni, anche
per operare nel campo del lavoro, dell'intrattenimento e di
quella che abbiamo definito come educazione di massa, dove
ci attendiamo molti vantaggi anche sul mezzo televisivo.
Ma di tali media avremo modo di trattare, particolarmente,
in altra parte del sito, passando in rassegna tutti i presidi
sociali che meglio si prestano ad una corretta e valida geragogia
dell'intero complesso antropologico. Non dimentichiamo che
l'invecchiamento deve considerarsi una costante ineluttabile
che riguarda, appunto, l'intero complesso antropologico ed
è giusto che venga conosciuto anche in chiave pedagogica da
tutti i membri della comunità, possibilmente senza incomprensioni
ed intolleranze tra gli stessi. Nessuno può certamente mettere
in dubbio che, accanto a quelli biologici, esistano fattori
sociali dell'invecchiamento umano, alcuni dei quali sono correlabili
a quell'immagine negativa e piena di pregiudizi che la società
odierna si è fabbricata nei riguardi del soggetto anziano.
A questo proposito abbiamo più volte sottolineato che l'atteggiamento
del complesso sociale nei riguardi del vecchio esercita un'influenza
fondamentale sul grado di apprezzamento che esso conserva
nei propri confronti, nel senso che il giudizio favorevole
della comunità antropologica nei riguardi della persona anziana
è molto importante per la conservazione di una positiva immagine
di sè nel corso dell'invecchiamento e per il mantenimento
della propria autostima. Se la società, invece, accentua con
i suoi comportamenti l'immagine negativa che i vecchi già
naturalmente possono avere di sè, essi finiscono fatalmente
con l'assumere un atteggiamento sociale di sfiducia e di avversione
verso le generazioni più giovani, creando un gap generazionale
incolmabile perchè fondato sulla base di pregiudizi reciprocamente
ingiusti.
In altri termini possiamo confermare che i pregiudizi della
società odierna, l'immagine sfavorevole di cui soffre l'anziano
e, sul piano economico, il reddito pensionistico generalmente
basso, rappresentano fattori non trascurabili che influenzano
negativamente il processo di senescenza, anche quando il vecchio,
dal lato biologico, non abbia sostanziali problemi di salute.
Bisogna quindi, in un programma geragogico, evitare assolutamente
che questa concezione negativa dell'età senile continui a
figurare sui giornali, nelle riviste, nei films, nei testi
scolastici, alla radio ed alla televisione, come è oggi di
comune osservazione, al punto che, paradossalmente, sono proprio
i "mass media", che si vorrebbe opportunamente utilizzare
a fini educazionali, gli strumenti di comunicazione che maggiormente
riflettono, invece, l'atteggiamento ostile della nostra società
nei confronti degli anziani. Non è difficile comprendere,
quindi, che proprio i mezzi di comunicazione possono influenzare
in maniera negativa l'opinione che le persone anziane hanno
di se stesse, dato che è abbastanza prevedibile che la scarsa
considerazione di cui i vecchi godono da parte della società
attuale possa influire, di riflesso, sull'immagine di sè.
Nei paesi industrializzati, in modo particolare, è molto
diffusa un'immagine negativa dell'età senile, che è poi quella
non produttiva, per cui tale atteggiamento del complesso sociale
nei suoi confronti può impedire al vecchio di vivere con successo
la sua età e di apprezzarne i numerosi aspetti positivi. Mi
sembra inoltre opportuno sottolineare, considerando che queste
pagine sono frequentate da gerontologi, geriatri e da medici
specializzandi in geriatria, l'evidenza che una figurazione
negativa dell'individuo anziano è attributo frequente, purtroppo,
anche del personale ospedaliero, medico ed infermieristico,
al quale non dovrebbe sfuggire il fatto ormai comprovato che,
per esercitare un'influenza proficua sul processo d'invecchiamento,
si dovrebbe per prima cosa correggere la falsa immagine del
vecchio qual è percepita nella società d'oggi.
Dopo questa digressione che ha messo opportunamente in risalto
l'importanza che un ritratto sfavorevole della popolazione
anziana può avere nei riguardi della sua aspettativa di vita,
risulta più che mai indilazionabile un vasto piano geragogico
diretto a tutta la società nel suo complesso. Una campagna
educazionale programmata è il prerequisito essenziale di ogni
operazione gerontoprofilattica, dato che prima di ogni attività
preventiva è necessario che l'educatore intervenga con mezzi
pedagogici sull'intero complesso sociale per correggerne gli
atteggiamenti negativi nei confronti dell'anziano. Da quanto
abbiamo sino a qui enunciato risulta, infatti, piuttosto evidente
che uno dei compiti fondamentali del medico, del gerontologo
e di tutti gli operatori sanitari dev'essere quello di orientare
politici ed amministratori pubblici verso le più idonee scelte
programmatiche in tema di geragogia sociale.
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