Geriatria e gerontologia
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Geragogia
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Study of an old Man's Profile Galleria degli Uffizi Firenze
Geragogia e mezzi di comunicazione - 2  

Una tale opera pedagogica, che si avvale del più importante mezzo di comunicazione, non può essere che collettiva e deve rivolgersi, pertanto, a tutte le classi di età, per creare al più presto un'immagine positiva della vecchiaia e scalzare tutti i vecchi pregiudizi nei suoi confronti. In questa prospettiva tutti i mezzi di comunicazione possono essere opportunamente impiegati per una pedagogia di indirizzo collettivo, rivolta a giovani e vecchi, senza dicotomie che possano celare atteggiamenti discriminatori o tendenze emarginanti. Tutto sommato ci sembra senz'altro utile che il discorso educativo, diffuso dai media a giovani, adulti e vecchi, abbia contenuti comuni ed insegni a tutti gli stessi fondamenti di una vera e propria igiene esistenziale. Lo dimostra infatti la nostra presenza nella rete con questo sito dedicato alla geragogia e rivolto a tutti gli utenti di Internet, attualmente rappresentati in gran parte da giovani, come è noto, ma costituiti anche, sempre in maggior numero, da adulti e da persone anziane, oltre che da studiosi dei più vari settori.

La diffusione esplosiva di questo mezzo di comunicazione che, permettendo l'accesso ad una quantità enorme di dati molteplici e complessi, ha sovvertito non solo la tradizionale ricerca accademica in tutte le branche della scienza, ma si propone nel futuro come strumento privilegiato, oltre che per la divulgazione della cultura e delle informazioni, anche per operare nel campo del lavoro, dell'intrattenimento e di quella che abbiamo definito come educazione di massa, dove ci attendiamo molti vantaggi anche sul mezzo televisivo.

Ma di tali media avremo modo di trattare, particolarmente, in altra parte del sito, passando in rassegna tutti i presidi sociali che meglio si prestano ad una corretta e valida geragogia dell'intero complesso antropologico. Non dimentichiamo che l'invecchiamento deve considerarsi una costante ineluttabile che riguarda, appunto, l'intero complesso antropologico ed è giusto che venga conosciuto anche in chiave pedagogica da tutti i membri della comunità, possibilmente senza incomprensioni ed intolleranze tra gli stessi. Nessuno può certamente mettere in dubbio che, accanto a quelli biologici, esistano fattori sociali dell'invecchiamento umano, alcuni dei quali sono correlabili a quell'immagine negativa e piena di pregiudizi che la società odierna si è fabbricata nei riguardi del soggetto anziano.

A questo proposito abbiamo più volte sottolineato che l'atteggiamento del complesso sociale nei riguardi del vecchio esercita un'influenza fondamentale sul grado di apprezzamento che esso conserva nei propri confronti, nel senso che il giudizio favorevole della comunità antropologica nei riguardi della persona anziana è molto importante per la conservazione di una positiva immagine di sè nel corso dell'invecchiamento e per il mantenimento della propria autostima. Se la società, invece, accentua con i suoi comportamenti l'immagine negativa che i vecchi già naturalmente possono avere di sè, essi finiscono fatalmente con l'assumere un atteggiamento sociale di sfiducia e di avversione verso le generazioni più giovani, creando un gap generazionale incolmabile perchè fondato sulla base di pregiudizi reciprocamente ingiusti.

In altri termini possiamo confermare che i pregiudizi della società odierna, l'immagine sfavorevole di cui soffre l'anziano e, sul piano economico, il reddito pensionistico generalmente basso, rappresentano fattori non trascurabili che influenzano negativamente il processo di senescenza, anche quando il vecchio, dal lato biologico, non abbia sostanziali problemi di salute. Bisogna quindi, in un programma geragogico, evitare assolutamente che questa concezione negativa dell'età senile continui a figurare sui giornali, nelle riviste, nei films, nei testi scolastici, alla radio ed alla televisione, come è oggi di comune osservazione, al punto che, paradossalmente, sono proprio i "mass media", che si vorrebbe opportunamente utilizzare a fini educazionali, gli strumenti di comunicazione che maggiormente riflettono, invece, l'atteggiamento ostile della nostra società nei confronti degli anziani. Non è difficile comprendere, quindi, che proprio i mezzi di comunicazione possono influenzare in maniera negativa l'opinione che le persone anziane hanno di se stesse, dato che è abbastanza prevedibile che la scarsa considerazione di cui i vecchi godono da parte della società attuale possa influire, di riflesso, sull'immagine di sè.

Nei paesi industrializzati, in modo particolare, è molto diffusa un'immagine negativa dell'età senile, che è poi quella non produttiva, per cui tale atteggiamento del complesso sociale nei suoi confronti può impedire al vecchio di vivere con successo la sua età e di apprezzarne i numerosi aspetti positivi. Mi sembra inoltre opportuno sottolineare, considerando che queste pagine sono frequentate da gerontologi, geriatri e da medici specializzandi in geriatria, l'evidenza che una figurazione negativa dell'individuo anziano è attributo frequente, purtroppo, anche del personale ospedaliero, medico ed infermieristico, al quale non dovrebbe sfuggire il fatto ormai comprovato che, per esercitare un'influenza proficua sul processo d'invecchiamento, si dovrebbe per prima cosa correggere la falsa immagine del vecchio qual è percepita nella società d'oggi.

Dopo questa digressione che ha messo opportunamente in risalto l'importanza che un ritratto sfavorevole della popolazione anziana può avere nei riguardi della sua aspettativa di vita, risulta più che mai indilazionabile un vasto piano geragogico diretto a tutta la società nel suo complesso. Una campagna educazionale programmata è il prerequisito essenziale di ogni operazione gerontoprofilattica, dato che prima di ogni attività preventiva è necessario che l'educatore intervenga con mezzi pedagogici sull'intero complesso sociale per correggerne gli atteggiamenti negativi nei confronti dell'anziano. Da quanto abbiamo sino a qui enunciato risulta, infatti, piuttosto evidente che uno dei compiti fondamentali del medico, del gerontologo e di tutti gli operatori sanitari dev'essere quello di orientare politici ed amministratori pubblici verso le più idonee scelte programmatiche in tema di geragogia sociale.

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