L'educazione dell'uomo adulto, sia che si rivolga ai suoi
bisogni più propriamente umani che a quelli tecnici,
non deve considerarsi solamente come un rimedio alla mancanza
di scolarizzazione o, più spesso, ad una insufficiente
durata o qualità della stessa.
Il termine "adulto", infatti, in campo educativo può prestarsi
ad equivoci per il fatto che per lo più viene riferito a quegli
adulti giovani che hanno ricevuto una scarsa scolarizzazione,
mentre dovrebbe più propriamente essere valutato nel quadro
della lifelong education ed esteso quindi anche alle necessità
specifiche di diverse categorie sociali quali gli handicappati,
gli emigrati, gli anziani.
Nel caso dell'adulto anziano, che ci interessa più da vicino,
siamo dell'opinione che alcune particolari esigenze della
sua formazione educativa non possano essere esaurite dalla
scuola dell'obbligo o, comunque, dall'insegnamento scolastico
superiore, per il semplice motivo che solo da adulto o nell'età
avanzata l'uomo è in grado di percepire certi bisogni e di
ricevere utilmente la formazione atta a soddisfarli. Non vogliamo
sminuire, ben s'intende, il compito della scuola che rimane
certamente insostituibile, anche se l'epoca che stiamo vivendo,
aperta a cambiamenti così profondi e incalzanti, ci porta
necessariamente ad una concezione globale della formazione
dell'uomo, che oggi deve comprendere la sua intera esistenza.
L'educazione dell'adulto e dell'anziano serve a consentirne
l'adattamento ad un genere di vita in continua evoluzione
che produce bisogni sempre nuovi dai quali la formazione scolastica
è troppo lontana, per cui la maggior parte delle persone mature
abbisogna di un riciclaggio continuo nei settori più svariati
che vanno da quello professionale dell'aggiornamento e della
eventuale riconversione occupazionale, alle nuove attività
educazionali in grado di migliorare le condizioni di vita
e lo stesso processo di invecchiamento.
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