Abbiamo preferito un termine tipicamente giornalistico per
definire l'articolo che periodicamente desideriamo ospitare
in questa rubrica perché, come tutti gli editoriali,
si propone di affrontare problemi di attualità che
impegnano anche l'orientamento e le scelte direzionali.
Il fine di tali interventi dovrebbe essere quello di approfondire
e divulgare gli studi geragogici per sopperire alle gravi
carenze pedagogiche in campo gerontologico e per contribuire,
in qualche modo, a porre le basi di una futura trattatistica.
Per ora si presenta, in questa rassegna, come una sorta di
articolo di fondo che però viene sempre pubblicato
con la firma dell'autore.
Providing sexual awareness to older adults to enhance
their sexuality in later life: breaking down taboos
Lo scopo che si propone il presente editoriale è quello
di valutare i motivi per cui la sessualità nei soggetti
in età avanzata sia spesso misconosciuta, male interpretata
o volutamente ignorata. Informazioni idonee in tale ambito
sono senz'altro in grado di giocare un ruolo fondamentale
" nel disperdere le molte leggende che adombrano ogni
argomento sessuale in periodo anziano". Ci sono parecchi
limiti, quindi, ad uno studio sull'erotismo dell'anziano,
per quanto una metodologia adeguata possa ridurre notevolmente
la loro influenza. All'interno
Abuse and neglect of aged people in aging world population
L'incuria e l'abbandono a cui spesso soggiace la popolazione
anziana in diverse nazioni del mondo, rappresenta indubbiamente
un grave atto illecito che seriamente affligge lo stato di
benessere dei soggetti più deboli, come anche quello
dell'intera società. E' infatti un comportamento che
non solo riduce il prestigio sociale, ma obbliga anche a interventi
costosi ed alla assistenza curativa per rimediare al danno
che ne deriva. L'invecchiamento della cittadinanza esige un
intervento coordinato, decisivo ed
equilibrato, a livello sociale e culturale, operazione che
si presenta sempre come ineluttabile ed urgente. All'interno
Hypovitaminosis and aging Il fabbisogno di vitamine
a dosaggi ottimali nella popolazione anziana meriterebbe di
essere studiato con maggiore attenzione. Secondo l'Autrice
del presente editoriale, infatti, sarebbero necessarie in
campo nutrizionale linee guida più adeguate all'educazione
di questi soggetti nella scelta degli alimenti.
Invece di cibi poveri di calorie andrebbero preferiti alimenti
più ricchi di sostanze nutrienti che garantiscano un'assunzione
vitaminica che osservi i livelli raccomandati. Una tale integrazione
alimentare deve considerarsi particolarmente necessaria negli
individui in età avanzata, anche quando si presentino
all'apparenza in buona salute, per assicurare loro l'indispensabile
assunzione dei micronutrienti necessari. All'interno
The role of cerebral insulin resistance in progression
of Alzheimer dementia Nellaprile prossimo avrà
luogo a New York, indetto dallAccademia delle Scienze,
un interessante simposio con lo scopo di fare il punto sullavvincente
ipotesi che riguarda il rapporto tra resistenza insulinica
e demenza di Alzheimer. Il dato epidemiologico di un rischio
quasi doppio di sviluppare un Alzheimer, nei soggetti affetti
da diabete tipo 2, fu il primo avvertimento della possibile
interferenza tra queste due forme morbose, apparentemente
distinte. All'interno
L'approccio con la morte e col morente. Riflessioni sul
contributo del caregiver La capacità di compartecipazione
e l'idoneità nell'approccio terapeutico ed emotivo
con il soggetto al termine della propria esperienza di vita,
è una modalità che impegna integralmente l'operatore
sanitario nella sua relazione col morente. Secondo Rita Farneti
la competenza nelle cure mediche ed assistenziali, da parte
dell'operatore, è in grado di offrire sollievo e conforto
a chi soffre ed evita anche, per quanto possibile, il disagio
nei rapporti con chi è prossimo alla fine. All'interno
Dieta mediterranea, salute e longevità La dieta
mediterranea rappresenta un modello alimentare che è
stato studiato scientificamente soprattutto per merito dello
scienziato statunitense Ancel Keys ed i cui risultati sono
stati confermati anche da numerose altre ricerche, che ne
hanno dimostrato l'utilità nella prevenzione non solo
delle malattie cardiovascolari, ma anche dei tumori, della
demenza di Alzheimer, della malattia di Parkinson e della
sindrome metabolica. Gli alimenti principali della dieta mediterranea
sono rappresentati dai cereali, dalla frutta fresca e secca,
dalle verdure e dagli ortaggi ricchi di fibre e di sostanza
antiossidanti, dall'olio extravergine di oliva, dal latte
e dai derivati. Questi alimenti, insieme al pane ed alla pasta,
vanno consumati giornalmente, mentre più volte alla
settimana vanno invece utilizzati i legumi, il pesce, le carni
bianche e le uova. La carne rossa va assunta non più
di una volta alla settimana e così pure i dolci. Il
vino. preferibilmente rosso, ricco di resveratrolo, può
essere assunto in quantità moderata (non più
di due bicchieri al giorno). Va sottolineato infine che nella
dieta mediterranea non ci sono alimenti proibiti in assoluto,
ma soltanto cibi che vanno assunti più o meno spesso.
All'interno
Taste loss in aging : consequences on health status and
treatment In questo articolo di Emine Meral Inelmen si
vuole sottolineare come la perdita del gusto, uno dei cinque
sensi umani, possa nell'anziano abbassare la qualità della
vita e portare inoltre, attraverso una nutrizione povera e
malsana, ad un calo ponderale che, in molti casi, non risulta
salutare. Qualsiasi variazione nell'assunzione nutritiva,
infatti, può condurre il vecchio ad uno stato di malnutrizione
con potenziali, serie conseguenze. All'interno
L’esposomica: un approccio potente per valutare le esposizioni
ambientali e la loro influenza sulle malattie umane L’esposomica
raffigura una nuova materia d’insegnamento e di studio, che
si propone di chiarire le cause ambientali delle malattie
umane in genere, mediante un’accurata misurazione, direttamente
nell’organismo umano, della sua esposizione alle sostanze
inquinanti stesse. La disciplina suddetta si presenta oggi,
più che la biologia genetica, come un approccio basilare per
l’interpretazione di numerosi stati morbosi e, in particolare,della
patologia cronica degenerativa correlata alla senescenza.
All'interno
Defining human aging La definizione dell'invecchiamento
in persone sane, vale a dire lo studio dell'insenilimento
fisiologico, rappresenta un ambito d'interesse non solo per
la disciplina geriatrica, ma anche per la medicina legale
e per le varie scienze demografiche ed economiche. Per desumere
però dati aventi significato statistico negli individui
umani, secondo Anna Giulia Cattaneo, l'osservazione dovrebbe
seguire una popolazione abbastanza vasta da permettere il
rilevamento di siffatti valori biometrici. All'interno
L'impatto dell'ambiente e dell'arte sui pazienti anziani
in una struttura sanitaria Nei paragrafi di questo interessante
testo l'Autore mette in chiara evidenza l'influsso che l'ambientazione
può dimostrare sul recupero psicofisico da parte dei
pazienti anziani in regime di ricovero. Una struttura medica
scadente risulta spesso sfavorevole al benessere dell'infermo
e tende ad accentuarne l'ansia, l'ipertensione ed un maggiore
impiego di farmaci antalgici. All'interno
Comunicare le cattive notizieal paziente anziano
neoplastico con prognosi infausta: alla ricerca di costruire
una mutua confidenza. E in particolare
unincombenza che tocca, in modo speciale, al geriatra
ed alloncologo quella di comunicare al paziente la prognosi
infausta di malattia. E quanto vuole rimarcare Emine
Meral Inelmen in questo suo interessante editoriale, anche
se deve riconoscere che tale compito costituisce una pratica
ingrata che spetta, in diversa misura, alla gran parte dei
medici in generale. Anche per tale ragione il rapporto tra
medico e paziente dovrebbe costituire la parte essenziale
nella evoluzione di una formazione clinica. All'interno
Il tormento di doversi separare e la difficoltà
di lasciarsi Fare il vero interesse del malato anziano
affetto da demenza, sostiene Rita Farneti, vuol dire anzitutto
promuovere il comfort del suo corpo sofferente, specie quando
il paziente sia in stato avanzato e prossimo a concludere
l'esistenza. In tale situazione,infatti, la possibilità
del soggetto di mantenere qualche relazione con la famiglia
o con altri, rimane limitata al solo rapporto corporale e
quindi appare giustificato, soprattutto, portare sollievo
fisico a chi si trova in tale contingenza. All'interno
Perché invecchiamo? E'noto che sono state avanzate
numerose ipotesi al fine di spiegare il processo dell'invecchiamento,
sono teorie che vanno dai mutamenti nell'espressione genica
fino alle tesi immunologiche e metaboliche. L'aging è
un processo complesso, quindi, sicuramente dovuto a diversi
fattori in grado di sommarsi a svariati livelli. Ne consegue
che le variazioni molecolari realizzatesi in corso di senescenza
, sia pure fisiologica, portano ad alterazioni cellulari che
provocano l'invecchiamento degli organi interessati. All'interno
Il dolore nel paziente anziano affetto da demenza: un
problema in cerca di soluzione Il dolore, osserva l'editorialista
Emine Meral Inelmen, può definirsi genericamente come
una qualunque sensazione soggettiva di sofferenza, sia che
venga provocata da un male fisico o da turbe psichiche di
varia natura. La valutazione della condizione dolorosa si
basa in genere sulla comunicazione da parte del soggetto che
ne è afflitto, ragguaglio questo che purtroppo viene
spesso a mancare con l'aggravarsi del declino cognitivo. Ne
consegue che la qualità della vita nei pazienti anziani,
specie se affetti da demenza, subisce per tale motivo una
compromissione ulteriore. All'interno
Exercise and elderly: not only for healty seniors
La qualità della vita nei soggetti anziani, anche in
vario stato di salute, si correla a diversi fattori fisici
e psicologici, tanto che ormai è opinione comune che
l'esercizio motorio e le attività sociali in genere
possono migliorare notevolmente il trend dell'esistenza e
di ogni processo biologico involutivo che segue all'età
matura. All'interno
Importanza della geragogia in un'Italia sempre più
vecchia Il progressivo incremento della durata media della
vita è il fenomeno demografico di maggiore interesse
degli ultimi decenni. L'aspettativa di vita alla nascita,che
in Italia era intorno ai 50 anni nel 1921,di 73.1 anni nel
1980, è attualmente di 79.1 anni per gli uomini e di
84.3 per le donne. All'interno
The telemedicine in geriatric care: updating the progresses
usefulness L' espressione di"telemedicina" è
una locuzione recente che viene usata per indicare la trasmissione
di informazioni riguardanti la salute dei pazienti tramite
l'uso di mezzi elettronici. In questo campo nuove tecnologie
sono oggi disponibili, altre ancora in corso di studio, ed
il loro utilizzo appare in certi casi di particolare interesse
geriatrico. All'interno
L'invecchiamento visto come perdita di complessità
biologica L'Autore di questo interessante editoriale,
Enzo Grossi, argomenta nel corso della Sua esposizione che"l'invecchiamento
in generale è caratterizzato da una perdita diffusa
della complessità nelle dinamiche che regolano le funzioni
fisiologiche" aggiungendo inoltre che "la patologia
accentua questo fenomeno anticipando tale perdita di complessità
rispetto all'età anagrafica". La domanda che a
questo punto si pone alla nostra attenzione, come si è
imposta agli studiosi di varie scuole, riguarda in particolare
l'occorrenza o meno di una morte per sola vecchiaia sul piano
del riscontro pratico, più che su quello speculativo,
in relazione al succitato deficit di "complessità".
Sul piano statistico, infatti, l'incidenza della morte per
sola senectus, o morte naturale, è del tutto trascurabile,
per cui l'uomo d'oggi muore sì in una vecchiaia più
avanzata, ma non di sola vecchiaia, dato che l'aumento della
morbilità generale accentua la menzionata perdita di
complessità, già dovuta in parte all'invecchiamento
fisiologico. All'interno
La sapienza dei vecchi In questo conciso ed interessante
editoriale di Luigi e Matteo Grezzana si prospetta al lettore
il vantaggio dell'esperienza e della maturità che appartengono
ai nostri vecchi, forse meno istruiti e colti di noi, ma sicuramente
più sapienti e con tanto buon senso nell'affrontare
i numerosi problemi dell'esistenza. L'invito che ci viene
rivolto è quello di tenere sempre presenti gli insegnamenti
delle persone anziane, la loro mitezza e tolleranza, lo spirito
di sacrificio e la sobrietà, quali necessarie scelte
di vita in questa nostra civiltà dei consumi che spesso
non ha ritegno, né aspirazioni, né prospettive
future. La mente del vecchio ha già fatto un suo percorso
di conoscenza e può, quindi, cogliere meglio i significati
del mondo reale ed acquisire quella saggezza che dà
sapore all'essere in quanto ne rivela il senso più
profondo. All'interno
New insight in medicine: can the rejuvenation of knowledge
be useful for the older patient? Negli ultimi anni sono
comparsi nel campo delle scienze biomediche svariati procedimenti
innovativi che si fondano sulla nanotecnologia, locuzione
con cui si intende lo studio di manipolazione della materia
su scale atomiche e molecolari. Le nanoscienze in generale,
tra cui la nanomedicina, costituiscono il punto di convergenza
di settori diversi di studio e rappresentano una realtà
ormai consolidata nellambito della ricerca. I risultati
ottenuti si sono infatti dimostrati preziosi ed efficaci per
un miglioramento delle cure nellanziano, in particolare,
e si rivelano pertanto destinati soprattutto alle patologie
che si registrano nei dipartimenti geriatrici. All'interno
Parkinson's Disease in the elderly: an example of Geriatric
Syndrome? La cosiddetta sindrome dell' "anziano fragile"
deve considerarsi un'entità clinica complessa, per
la quale in letteratrura sono state proposte molte possibili
definizioni differenti e spesso fra di loro contrastanti .La
descrizione medica di "fragilità" raramente
può essere fornita da un singolo sistema alterato,
dato che il più delle volte sistemi multipli e diversi
sono di fatto coinvolti. A questo proposito gli Autori del
presente editoriale hanno proposto a modello il morbo di Parkinson
che, per la sua complessità di manifestazioni cliniche,
potrebbe essere considerato come un prototipo per meglio comprendere
la patogenesi della fragilità e della disabilità
fisica nelle persone anziane. All'interno
The non pharmacological treatment of cognitive impairment
in older subjects Uno studio di recente pubblicazione
compendia i risultati di un vasto piano multicentrico, impostato
per valutare e standardizzare la terapia non farmacologica
della malattia di Alzheimer. L'approccio spazia dall'esercizio
cognitivo alla musicoterapia, dal massaggio riabilitativo
alle stimolazioni elettriche transcutanee, a seconda che si
punti a migliorare il tono dell'umore o che si miri a ricuperare
alcune capacità fisiche. Il riacquisto di funzioni
compromesse e l'apprendimernto di nuove attività potenziano
l'autostima, preservano le facoltà intellettuali e
mostrano anche un'influenza positiva sul mantenimento delle
relazioni sociali. All'interno
Non aver paura dell'età che avanza Giacché
l'allungamento della vita umana è un dato ormai accertato,
ne deriva di conseguenza che la popolazione degli anziani,
sempre più numerosa, rappresenti un impegno viepiù
saliente sia sul versante sociale che su quello sanitario.
Va osservato, comunque, secondo l'Autrice del presente editoriale,
come usualmente si soglia riservare una notevole priorità
ai bisogni fisici del vecchio e si abbia invece una minore
considerazione per quelli di natura psicologica. Non è
facile infatti riuscire sempre a fare una distinzione fra
patologia dell'invecchiamento e l'invecchiamento stesso, vale
a dire fra senescenza fisiologica e patologica. Operare questa
delicata discriminazione è un compito alquanto arduo
che compete al medico gerontologo. All'interno
Significato di alcuni fattori di rischio nel grande vecchio
In questo editoriale vengono ponderati e stimati il ruolo
e il valore di alcuni fattori di rischio riguardanti in generale
il soggetto anziano, con particolare interesse ed attenzione
alle contingenze del "grande vecchio". Fra i cosiddetti
fattori tradizionali risultano in particolare sottoposti ad
esame critico, ovviamente, quelli relativi alla malattia arteriosclerotica
( ipertensione arteriosa, ipercolesterolemia, diabete mellito
), senza peraltro che siano dimenticate le crisi ipotensive
iatrogene, l'ipotensione ortostatica del Parkinsoniano, oltre
a numerose altre evenienze come la malnutrizione, il ricovero
ospedaliero ed imprevisti connessi, l'abuso farmacologico
e le possibili reazioni avverse. All'interno
Nutrizione e calo ponderale nella demenza
di Alzheimer:una interazione complessa
Vari Autori, da tempo, avevano avuto modo di riscontrare in
un'alta percentuale di pazienti affetti da Malattia di Alzheimer,
"un calo ponderale non intenzionale" ed uno stato
di malnutrizione con conseguente modificazione della composizione
corporea. E' questo un tema che, nel campo della letteratura
specializzata, rimane ancora aperto alla discussione, al fine
di stabilire se il calo ponderale in questione debba considerarsi
un evento causale o, piuttosto, una conseguenza di tale malattia.
Secondo gli Autori del presente editoriale il calo ponderale
in discussione, comunque venga valutato, risulta strettamente
associato alla fisiopatologia di questa demenza presenile.
All'interno
Assessing the frailty in aging Il
processo d'invecchiamento, che solo in casi eccezionali mantiene
un suo decorso fisiologico sino al termine, deve considerarsi
in generale come la progressione del soggetto da una sana
ed efficiente giovinezza ad una condizione di fragilità
senile, caratterizzata dalla presenza di svariate contingenze
avverse in ambito premorboso. Tale evenienza è così
diffusa che il riscontro di un eccellente livello di salute
nell'età avanzata deve considerarsi come una fortunata
eccezione, in una casistica dove la prevalenza è largamente
di segno opposto. Recenti studi, riferisce Anna Giulia Cattaneo,
sono stati intrapresi per focalizzare, a questo proposito,
un indice di fragilità collegato all'invecchiamento,
in grado di rapportarsi con valore predittivo all'incidenza
di morbilità e mortalità. All'interno
Il declino anabolico nell' "aging
male" visto come sovvertimento dell'equilibrio ormonale
( "Disruption of Syncrinology" ) La caduta della
concentrazione ematica degli ormoni anabolizzanti occupa senza
dubbio una posizione di primo piano tra i vari movimenti ormonali
che si verificano nel soggetto umano con il progredire dell'età.
Le evenienze cliniche che conseguono a tale deficit anabolico
comprendono, fra le più note, la sarcopenia, l'osteopenia
e l'osteoporosi, la miocardiopatia involutiva e, come è
noto, anche talune turbe della neurotrasmissione e del trofismo
nervoso. Tali situazioni poi intervengono, come rimarca Giorgio
Valenti, nel condizionare il processo della senescenza, che
può venire in parte favorito ed anche accelerato, attraverso
la incentivazione della disautonomia e, in parte, della morbilità
stessa, situazioni che portano infine al noto quadro della
cosiddetta "fragilità senile". Le stesse
considerazioni, in un breve richiamo, vengono avanzate per
gli ormoni ad azione catabolizzante, dato che, con il trascorrere
degli anni, si verifica in entrambi i sessi un incremento
di cortisolo e degli ormoni tiroidei, che in tale occorrenza
possono compromettere l'equilibrio metabolico, al pari di
quanto osservato per gli ormoni anabolici. A questo proposito
si raccomanda agli interessati di tenere presente che gli
ormoni ad effetto anabolico e catabolico, come è ovvio,
agiscono in maniera simultanea, per cui le varie manifestazioni
cliniche di ogni caso vanno sempre considerate come il risultato
di una "sommatoria matematica" dei due diversi impulsi
ormonali. All'interno
Cultura e benessere soggettivo individuale:
un ruolo centrale In questo editoriale viene affrontato
il nuovo e interessante tema che concerne l'impatto della
cultura in campo psico-sociale ed economico e, di conseguenza,
l'effetto che la cultura stessa può manifestare indirettamente
sulla longevità e sul benessere del soggetto in generale.
Gli Autori del presente articolo, Enzo Grossi e Pierluigi
Sacco, oltre a menzionare diversi studi stranieri sul tema
proposto, fanno particolare riferimento ad una recente ricerca
italiana a proposito della relazione esistente tra "consumo
culturale" e benessere psicologico del singolo individuo.
In tale studio i risultati preliminari ottenuti confermano
pienamente che buoni livelli di consumo culturale, nei suoi
diversi generi, si associano ad elevati valori di benessere
psicologico, dimostrando che l'utilizzo di stimoli culturali
svolge un ruolo decisivo nel migliorare la qualità
della vita. Questa tendenza è particolarmente evidente
nel soggetto anziano, nel quale la co-morbidità, per
sua natura, tende già a ridurre il senso di benessere
percepito. All'interno
Clinical errors in geriatrics: a neglected
issue Quantunque l'errore medico rappresenti una responsabilità
non indifferente nel campo della salute pubblica, invece di
studiarne le cause e di impostarne una adeguata prevenzione,
noi spesso siamo soliti minimizzare tale problema. Gli Autori
del presente editoriale, a questo proposito, sono dell'opinione
che è troppo facile accettare l'eventualità
di alcuni errori medici come l'inevitabile conseguenza delle
cure sempre più complesse alle quali è sottoposto
il paziente odierno, piuttosto che analizzare a fondo le cause
dell'errore occorso. All'interno
Sulla sofferenza Prendendo lo spunto
da una evidente solitudine dell'uomo moderno, gli Autori del
presente editoriale mettono in evidenza che l'uomo "solo"
di oggi, pur riuscendo a combattere le cause di molteplici
malattie, non riesce a mitigare la sofferenza ed il patimento
che queste comportano. Nonostante le grandi conquiste della
medicina numerosi sono ancora gli interrogativi non evasi,
fra i quali in primo piano vanno posti il dolore e la morte.
Con queste realtà, infatti, ci si confronta ogni giorno
e la risposta non può certamente essere data dalla
eutanasia e neppure dall'accanimento terapeutico.
All'interno
APOE epsilon 4 gene as an early molecular
of the late-onset Alzheimer's disease (LOAD): an update of
literature 2008-2009 La biologia molecolare, secondo Anna
Giulia Cattaneo, può fornire
preziosi strumenti in grado di consentire una diversa interpretazione
di alcune patologie sino a questo momento poco conosciute,
tra cui anche la malattia di Alzheimer. I risultati sinora
registrati, comunque, sono a questo punto ancora contrastanti,
a causa soprattutto degli inadeguati metodi di ricerca impiegati.
Criteri più uniformi di studio ed una maggiore coordinazione
in campo mondiale potrebbero essere di aiuto per migliorare
l'impatto di questo tipo di ricerca nei vari settori clinici
e per accelerare il progredire delle conoscenze in materia.
All'interno
Disturbi cognitivi e Medicina Nucleare
Uno dei fenomeni epidemiologici più significativi della
società occidentale contemporanea è rappresentato
non solo dalla maggiore durata della vita umana, ma soprattutto
dal cospicuo aumento del numero di soggetti che raggiungono
l'età più avanzata. Una conseguenza diretta
che deriva da tale fenomeno è l'aumento della possibilità
di presentare, nell'età anziana, una malattia neuro-degenerativa
di tipo progressivo, il cui aspetto più evidente è
costituito dal declino cognitivo. Si prospetta pertanto la
necessità d'impostare una precoce diagnosi differenziale,
come spiega Susanna Nuvoli nel presente editoriale, tra il
fisiologico invecchiamento cerebrale ed una determinata e
specifica condizione patologica. L'utilizzo del neuroimaging,
infatti, permette di valutare in modo razionale, nel paziente
senile, le alterazioni strutturali e funzionali che sono tipiche
di una particolare patologia. All'interno
New insight on sarcopenia La perdita
di massa e di forza da parte del muscolo scheletrico può
essere osservata di frequente a tutte le età, potendo
essa manifestarsi come conseguenza di vari eventi morbosi
e della prolungata inattività che ne può conseguire,
come succede, ad esempio, a seguito di fratture ossee, lesioni
nervose e malattie invalidanti in generale. Come è
noto però una siffatta eventualità si verifica
con notevole frequenza e gravità nella grande maggioranza
delle persone anziane, anche quando si trovino ancora in uno
stato di salute discretamente buono. E' risaputo pure che
il termine "sarcopenia" venne introdotto per significare,
appunto, la condizione suddetta, nella quale è stata
descritta una specifica mancanza di miofibre del tipo II e
delle relative cellule satelliti. Il ruolo fondamentale che
tali cellule avrebbero anche nel recupero della funzione muscolare
scheletrica dell'anziano viene infatti inquadrato, da Anna
Giulia Cattaneo, nel prosieguo della presente nota.
All'interno
La ragnatela della vecchiaia Con
questo breve ed incisivo contributo, Rita Farneti prende in
considerazione la dolorosa e progressiva emarginazione alla
quale, purtroppo, la persona anziana deve ancora piegarsi
nella nostra realtà sociale, in cui la vecchiaia è
spesso vista soltanto come una condizione improduttiva e spiacevole.
Il senescente, in sostanza, viene generalmente sottovalutato
e costretto a sopportare i preconcetti negativi che buona
parte del contesto ambientale nutre nei suoi riguardi. In
breve secondo l'Autrice diventa indispensabile, di conseguenza,
che nell'ambito sociale si impari a stabilire una vera ed
utile relazione con il soggetto anziano, in modo tale da consolidare
il rapporto umano con la persona che invecchia, aiutandola
in tutti i modi a continuare la propria vita senza smarrimenti
e con minore senso di sconfitta. All'interno
La delineazione dello spartiacque: la
futura sfida della medicina predittiva In questo originale
lavoro Enzo Grossi usa il concetto di "spartiacque",
proprio nel senso di linea displuviale, vale a dire come una
metafora del prospetto riguardante i concetti di salute e
malattia. Ne consegue che nel panorama medico si potrebbe
pensare, sempre in senso figurato, al luogo di una sorgente
come all'equivalente del patrimonio genetico umano, al fiume
che ne deriva come al decorso della vita ed al mare come all'esito
della stessa, qualunque esso possa essere. Restando nel discorso
traslato, allora, l'obiettivo della medicina predittiva, secondo
l'Autore, sarebbe quello di prevedere quale potrebbe essere
la direzione del fiume, sulla base del luogo da cui scaturisce
la sorgente e secondo i dati ecologici di un determinato bacino
idrografico, vale a dire, in sostanza, sulla scorta degli
elementi ambientali disponibili. All'interno
Medicina anti-ageing: una nuova frontiera
medica e sociale L'impostazione del presente editoriale,
per certi aspetti singolare ed alquanto divulgativa, è
nella sostanza apertamente critica nei confronti di certa
medicina anti-ageing, di cui ci viene proposta dagli Autori
una rassegna della letteratura, che non appare certo favorevole
nei confronti di un tale indirizzo di prevenzione gerontologica.
Luigi G. e Matteo Grezzana preferiscono raccomandare ai colleghi
geriatri i suggerimenti noti da tempo e che si limitano a
favorire, oltre agli impegni creativi e sociali, soprattutto
l'esercizio fisico costante ed una corretta alimentazione,
allo scopo di combattere il sovrappeso e l'obesità.
All'interno
The diabetic foot Le complicazioni
del diabete mellito di tipo II, conferma Anna Giulia Cattaneo,
non dovrebbero mai essere considerate come una sorte inevitabile
nel corso dell'età anziana, ma piuttosto una conseguenza
dovuta a fattori di rischio supplementari, quali ad esempio
il danno ischemico agli arti inferiori, tra i diversi altri.
Come pure dovrebbe sempre essere tenuta presente, per una
diagnosi precoce, la possibile concomitanza di una neuropatia
diabetica ( periferica o autonomica), per l'influenza peggiorativa
che questa dimostra, tra l'altro, sulla evoluzione delle varie
lesioni ulcerative. All'interno
Treatment of postprandial hyperglycemia
with acarbose, to reduce the incidence of cardiovascular events
in the elderly Nel presente editoriale l'Autore, Federico
Cacciapuoti, puntualizza in modo conciso ed efficace l'utilità
di una terapia giornaliera a base di acarbose allo scopo di
ridurre la progressione aterosclerotica e la incidenza degli
eventi cardiovascolari agevolati, nel soggetto anziano, dalla
iperglicemia postprandiale. Il trattamento andrebbe riservato
agli individui ultrasessantacinquenni, anche senza un diabete
mellito manifesto, dopo l'esecuzione di un test di tolleranza
al glucosio che dimostri una condizione metabolica alterata,
pur con una glicemia a digiuno non ancora inquadrabile nel
range diabetico. All'interno
La fragilidad de la mujer postmenopáusica
pobre Le condizioni di indigenza costituiscono un problema
di enorme rilievo sia dal punto di vista sociale che da quello
sanitario: In altre parole la povertà, come ben dimostrano
i dati bibliografici riportati dagli Autori, deve considerarsi
uno dei principali fattori di rischio per la salute in tutte
le parti del mondo, compresa la società occidentale
nella quale viviamo. E ciò avviene perché l'indigenza
in generale, oltre che con l'età anziana e con il sesso
femminile, si correla anche con determinate abitudini e particolari
stili di vita che si sono dimostrati pregiudizievoli per lo
stato di benessere dell'organismo umano. Il riferimento riguarda
soprattutto il consumo alcolico, quello di tabacco e il sedentarismo,
oltre ad alcune peculiari infermità come, ad esempio,
le malattie infettive, l'obesità, l'ipertensione arteriosa
e l'osteoporosi. All'interno
La qualità della vita nella terza
età. Evidenze dello studio "Treviso longeva"(
Trelong study) Dal presente studio statistico, opera di
M. Gallucci e Coll., si desume che la qualità della
vita, nel gruppo di anziani preso in esame, rappresenta il
risultato di una interazione tra il singolo soggetto e la
società in cui si trova a vivere l'ultima fase della
propria esistenza. Non solo, ma appare anche evidente la necessità
di conoscere a fondo tutti gli aspetti che riguardano la vita
stessa dei soggetti in età senile, per riuscire in
qualche modo a migliorare tale realtà, che spesso non
risulta neppure nota a sufficienza. La qualità della
vita, infatti, non è correlata soltanto alla "salute"
intesa esclusivamente sul piano sanitario, ma, secondo la
nota definizione dell'OMS, la stessa deve essere intesa non
solo nel senso di "assenza di malattia", ma, in
modo più globale, come uno "stato di completo
benessere fisico, mentale e sociale".
All'interno
Il medico di fronte al singolo caso
In questo interessante e singolare editoriale di Enzo Grossi
viene preso in esame un problema che non è di facile
soluzione, vale a dire la liceità scientifica di applicare
le evidenze statistiche, derivate dalla letteratura medica,
al singolo paziente che il medico curante si trova di fronte
ogni giorno. In altre parole i clinici hanno il bisogno e
il dovere, nella pratica medica quotidiana, di conoscere il
vero significato dei risultati statistici emersi nelle varie
sperimentazioni ed ancor più nelle cosiddette "meta-analisi".
Per fare fronte a questa esigenza sono necessari speciali
"algoritmi evolutivi", motivo per cui, d'accordo
con l'Autore, invitiamo il lettore che volesse approfondire
maggiormente una tale tematica, di consultare anche gli articoli
che trova citati in bibliografia. All'interno
Contingenze di tanatofobia nell'età
senile In questa nostra
epoca si può apprezzare nella società l'influenza
di una cultura eccessivamente tanatofobica, come giustamente
fa osservare Rita Farneti in questo suo interessante editoriale.
Gli uomini d'oggi, specie se anziani, sono spesso contagiati
da pensieri di morte e, nel tentativo di dare un significato
a ciò che provano in tale evenienza, finisce che si
lasciano andare a sentimenti di angoscia e di colpa. Non viene
accettata, infatti, dalla maggioranza dei nostri contemporanei,
anche se già in età avanzata, la possibilità
di includere con serenità e rassegnazione nel loro
tragitto esistenziale la congiuntura della morte. D'altro
canto questo atteggiamento fobico non deve contrariarci più
del dovuto, perché paradossalmente sembra essere d'aiuto
all'uomo che, prevenendo le cause di morte, ha sempre aspirato
a diventare l'unico dominatore della propria vita. E questo
atteggiamento, tipico del giorno d'oggi, ci trova convinti
di poter contare sugli indubbi vantaggi della moderna medicina
nella lotta contro la malattia, evento che noi speriamo più
che mai di riuscire a sconfiggere. Illusi forse dal sogno
d'arrivare, un giorno, a sostenere ad armi pari persino il
duello con la morte. All'interno
Attività fisica e senescenza
L'attività fisica e l'invecchiamento possono considerarsi
come due eventualità o circostanze che riescono ad
influenzarsi a vicenda, in rapporto alle conseguenze vicendevoli
che arrivano a provocare uno sull'altra. Al giorno d'oggi
si comincia praticamente a riconoscere che la diminuzione
di forza e di motilità che si riscontrano con la senescenza
possono in parte attribuirsi ad una riduzione dell'attività
fisica, la quale è conseguenza anche di peculiari cambiamenti
nel modo di vivere. All'interno
Pressure ulcers: old and new La prevenzione
delle ulcere da decubito non riguarda ovviamente solo il medico,
come è noto, ma chiunque si prenda cura dell'anziano
malato e debba a questo scopo preoccuparsi di valutare i fattori
di rischio di tale evento morboso, il ricorso a vari accorgimenti
tecnici di posizionamento, le metodiche ispezioni delle regioni
cutanee soggette a lesione, oltre alla educazione e all'addestramento
sia del paziente che dello stesso caregiver. Entrambi infatti,
ricorda Anna Giulia Cattaneo, devono essere sottoposti ad
un attento programma formativo per migliorare la prevenzione
di complicanze del genere e delle loro ricadute.
All'interno
La colite ischemica: una malattia di
difficile diagnosi e gestione in Geriatria La colite ischemica,
come è noto, rappresenta la forma più diffusa
fra le patologie ischemiche del tratto gastro-intestinale
e la sua prevalenza è maggiore, come forse è
anche risaputo, fra i soggetti ultrasessantenni. Secondo Emine
Meral Inelmen va rimarcato che di fronte a tale evento morboso
riveste particolare importanza la diagnosi precoce, al fine
di mettere tempestivamente in atto i presidi medici che siano
idonei ad evitare, quando possibile, l'intervento chirurgico.
In tale evenienza l'approccio diagnostico si avvale innanzitutto
del sospetto clinico che risulta di notevole importanza e
può talora trovare conferma nella diagnosi strumentale
e, solo in fase avanzata, in alcuni markers di laboratorio.
All'interno
Frailty at risk of falls, falls as a
risk for frailty:an antithesis about elderly L'aumentata
frequenza di cadute nella popolazione anziana, direttamente
connessa alla caratteristica fragilità di questa classe
di soggetti, riconosce un vasto numero di condizioni sottostanti,
direttamente collegate alla senilità stessa e/o dovute
a malattie associate. La consapevolezza dei pazienti anziani
di essere a rischio di caduta, aumenta anche l'ansia e riduce
spesso la mobilità spontanea, evenienze queste che
influiscono negativamente sulle relazioni sociali e sulla
qualità di vita. Pertanto un modo di vivere sedentario,
ricorda Anna Giulia Cattaneo, può risultare particolarmente
dannoso in età avanzata per vari motivi e non solo
perchè aumenta il rischio di osteoporosi, soprappeso
e depressione. All'interno
Physical activity, socialization
and reading in the elderly over the age of seventy: what is
the relation with cognitive decline? Evidence of "Treviso
longeva" targeted health research project
L'obiettivo del presente studio è stato quello di valutare
le correlazioni esistenti fra esercizio fisico, occupazioni
culturali, socializzazione, da una parte, e declino cognitivo
nel soggetto anziano, dall'altra. Il campione esaminato comprendeva
un gruppo di soggetti "over 70" reclutati in una
città del Veneto. I risultati emersi dallo studio hanno
dimostrato che la pratica regolare delle attività esaminate
si associa, in misura significativa, ad una migliore "performance"
cognitiva e concorre a prevenire, in parte, il declino intellettivo
associato all'invecchiamento. All'interno
Breathing disturbances during sleep as
a risk factor in aging persons I disturbi del respiro
nel corso del sonno, come forse non è ancora sufficientemente
noto, possono rappresentare dei fattori di rischio importanti
in molte persone anziane. Quando infatti tali alterazioni
raggiungono i livelli più severi, l'ipoventilazione
che appunto ne deriva durante il sonno, determina una desaturazione
della ossiemoglobina e, di conseguenza, sonnolenza nelle ore
del giorno. Ma la sindrome è in grado di rivelare anche
aspetti più gravi, addirittura minacciosi per la vita,
come lo studioso può avere l'opportunità di
valutare attraverso la lettura di questo interessante editoriale
di Anna Giulia Cattaneo. All'interno
Ottimizzazione della comunicazione fra
medico-specialista e paziente:una proposta empirica Uno
degli aspetti che meriterebbero di essere esaminati con maggiore
spirito critico nell'ambito della sanità, è
rappresentato, secondo Irene Richini, dai problemi che interessano
la comunicazione tra medico e paziente. Tali difficoltà
di comprensione riguardano in modo particolare le prestazioni
di tipo specialistico che, per evidenti motivi, non possono
giovarsi di un rapporto di conoscenza reciproca, generalmente
già consolidato, come avviene di solito tra paziente
e medico di famiglia. Il tema rientra evidentemente nella
prassi geragogica, ma non solo, perché l'educazione
all'invecchiamento, nel prossimo futuro, non potrà
più essere ignorata nella stessa formazione continua
alla professione sanitaria. All'interno
Ambiente e longevità Vincenzo
Marigliano ricorda molto opportunamente, in questo editoriale,
che l'invecchiamento può essere inteso come una complicata
successione di eventi che conducono, in vario modo, ad una
progressiva riduzione della riserva funzionale nell'organismo
umano. E tale graduale deterioramento deriverebbe dall'alterazione
di un particolare sistema difensivo, definito network antinvecchiamento,
la cui efficienza per converso favorirebbe la longevità.
La sfida della moderna geriatria, di conseguenza, è
quella di rendere possibile a tutti il raggiungimento di un
tale traguardo, che non può rappresentare soltanto
la conquista di pochi fortunati. All'interno
L'e-learning in ambito riabilitativo
geriatrico L'operatore che si occupa oggi, a qualsiasi
livello, di riabilitazione geriatrica, deve avere ricevuto
e maturato una formazione specifica che gli consenta di progettare
e di effettuare interventi riabilitativi che siano adeguati
al singolo caso clinico e completabili in tempi appropriati.
In altri termini, anche nell'ambito delle moderne neuroscienze,
si tratta sempre di formulare anzitutto un valido progetto
riabilitativo, che sia in grado di portare ad un sostanziale
recupero post-lesionale nei diversi quadri patologici che
si propongono allo specialista. Ad entrambe queste esigenze
è in grado di provvedere l'e-learning, settore applicativo
della tecnologia informativa che utilizza Internet per distribuire
online contenuti didattici multimediali. In particolare, nel
campo della riabilitazione neuromotoria, la formazione continua
attraverso il mezzo telematico, come osservano A.Federici
e C.Caltagirone in questo editoriale, garantisce ad anziani
e disabili una terapia riabilitativa mirata, che permette
il massimo recupero possibile delle loro capacità fisiche
e cognitive. All'interno
Sleep disturbances in aging:circadian
clock disruption or altered perception of environmental light?
E' conoscenza comune che i soggetti anziani sono soliti lamentare
spesso gravose alterazioni nella qualità e nei ritmi
del sonno. Lo sanno bene specialmente i geriatri ed i medici
di famiglia i cui pazienti soffrono molto spesso di sonnolenza
diurna, di frequente insonnia notturna e di risvegli che diventano
sempre più precoci con il progredire dell'età:
situazioni queste che portano fatalmente ad una aumentata
assunzione di farmaci ipnotici. In questo editoriale, che
vuole essere un primo approccio a tale diffuso problema, Anna
Giulia Cattaneo avanza l'ipotesi che l'insonnia dell'anziano
possa solo in parte essere correlata alla tesi del ritmo circadiano,
a cui si suole attribuire la principale responsabilità
in tale particolare aspetto del processo d'invecchiamento.
Potrebbero esservi coinvolti, infatti, anche i meccanismi
periferici della retina, l'attività dei quali dipende
dal ciclo ambientale di luce e oscurità. All'interno
Teoria del caos:influenze positive sulla
medicina pratica La teoria del Caos, anche denominata
teoria dei sistemi non lineari, fornisce oggi nuovi strumenti
al medico per decodificare processi complessi come ad esempio
la variabilità della frequenza cardiaca o i tracciati
elettroencefalografici. Eventi imprevedibili in medicina,
come le aritmie ventricolari e le morti cardiache improvvise
negli atleti, il decorso di alcuni tipi di cancro e le oscillazioni
nella frequenza di alcune malattie, possono essere attribuibili
alla teoria del caos. Nell'articolo di Grossi vengono delineate
le basi filosofiche e matematiche della teoria, insieme ad
alcuni recenti esempi di applicazioni sperimentali desunte
dalla letteratura scientifica. All'interno
Obesità : fattore di rischio anche
nell'anziano? In questo apprezzabile editoriale, Emine
Meral Inelmen sottolinea il fatto che le consuete raccomandazioni
indirizzate al controllo del peso corporeo, devono considerarsi,
nella popolazione anziana, ancora oggetto di dibattito e necessitano
inoltre di ulteriori indagini per diversi motivi, tra cui
va incluso anzitutto l' "obesity paradox". Infatti
alla luce dell'effetto "protettivo" che sovrappeso
ed obesità sembrano dimostrare, in certi casi, proprio
nel soggetto anziano, si dovrebbe valutare prima, con molta
cura, se è sempre opportuno trattare, in tali situazioni,
l'individuo in età avanzata.
All'interno
La stima dell'età biologica:una
sfida in via di risoluzione? La cosiddetta età
biologica è un concetto utilizzato frequentemente ma
in modo spesso vago ed improprio e con scarsa obiettività.
Come si può stabilire l'età biologica di una
persona? Negli ultimi anni tecniche di statistica avanzata
in grado di definire una relazione formale tra età
anagrafica e caratteristiche biologiche di diretta e possibilmente
facile misurazione nell'individuo quali i comuni esami di
laboratorio. Grossi e Cavuto, autori del presente editoriale,
offrono una testimonianza di come sia possibile affrontare
questo arduo problema partendo da un progetto epidemiologico
molto vasto, svolto presso il Centro Diagnostico Italiano
di Milano, chiamato REALAB. Nel REALAB e nel REALAGE, algoritmo
matematico ad esso collegato, l'età biologica risulta
intrinsecamente definita come un indice sintetico dello stato
di salute del soggetto espresso in termini di scarto positivo
o negativo dall'età anagrafica, essendo lo stato di
salute quello risultante da uno specifico set di esami di
laboratorio di routine. All'interno
Successfull ageing o vecchiaia da rottamare?
Le più approfondite conoscenze acquisite, in questi
ultimi tempi, dalla moderna gerontologia medica hanno permesso
di considerare con occhio diverso l'età adulta tarda,
come preferisce definirla Rita Farneti, in questo suo interessante
editoriale. Tale fase avanzata della vita, infatti, può
essere ancora realmente vissuta in condizioni che possiamo
qualificare "fisiologiche", valere a dire in uno
stato fisico e di benessere soddisfacenti. La riduzione in
tale età dei fattori di rischio per la salute permette,
appunto, di vivere una stagione della vita migliore e più
"felice", senza obbligare il curante ad un semplice
supporto dell'anziano, già in un contesto patologico
e con invecchiamento secondario All'interno
Come aggirare le difficoltà di
memoria in presenza di diagnosi di MCI Il Mild Cognitive
Impairment ( MCI ) può essere definito, come si legge
in questo editoriale di Erika Talassi, una situazione di confine
tra il normale invecchiamento e la demenza, e cioè
una condizione clinica che include pazienti con un isolato
deficit cognitivo ( generalmente di memoria ) e con uno stato
cognitivo globale normale per l'età. In questi ultimi
anni sono stati descritti, comunque, interventi di riabilitazione
cognitiva che si pongono l'obiettivo di fare in modo che i
pazienti mantengano l'autonomia il più a lungo possibile
e, quindi, rappresentano un valido supporto nel ritardare
un'eventuale conversione in demenza del Mild Cognitive Impairment.
All'interno
Eye diseases and visual impairment Tra
i deterioramenti sensoriali in grado di ridurre l'autonomia
e la qualità della vita, particolare importanza riveste
il grave declino visivo che di frequente si presenta nell'anziano.
Una tale evenienza richiede quasi sempre un continuo aiuto
in famiglia o, in caso di impossibilità, il trasferimento
del soggetto disabile in una casa di riposo. Inoltre la minorazione
può essere causa di incidenti e cadute, con gravi conseguenze
sulla fragilità dei soggetti in questione. Secondo
Anna Giulia Cattaneo una sollecita diagnosi e l'uso appropriato
di misure preventive e terapeutiche non possono assolutamente
essere trascurate. All'interno
Prestazione professionale, performance
e cura. Aspetti terapeutici nella relazione con l'anziano
svantaggiato cognitivamente Questo editoriale di Rita
Farneti prende, in parte, lo spunto dai suoi precedenti contributi
di interesse gerontologico che si rifacevano a rappresentazioni
del processo d'invecchiamento evocate dalla relazione di aiuto
con l'anziano "cognitivamante" svantaggiato. In
questo tipo di lavoro con gli anziani, non deve mancare mai
la consapevolezza, da parte degli operatori, di sentirsi attori
nella "relazione" e non solo fornitori di una buona
prestazione professionale, in modo da procurare un aiuto soddisfacente
al paziente, evitando quel mortificante paternalismo asettico
che priva il soggetto di qualsiasi benessere psicofisico.
All'interno
Short sleep duration and the risk for
obesity in older people: an urgent need for studies Secondo
Jean - Philippe Chaput e coll. un sonno di breve durata può
associarsi virtualmente con alterazioni del sistema ormonale
in grado di influire sulla regolazione del bilancio energetico.
Considerati i contributi attendibili che avallano la correlazione
esistente tra sonno di breve durata ed obesità, sia
negli adolescenti che negli adulti, il tempo che viene destinato
al sonno dovrebbe oggi essere valutato come una nuova potenziale
causa di obesità. Per quanto, a detta degli Autori,
siano ancora necessari ulteriori studi che indaghino sul rapporto
tra sonno e peso corporeo nel soggetto anziano.
All'interno
Ormoni anti-aging e invecchiamento:mito
o realtà? Nel presente editoriale di Emine Meral
Inelmen si prende in esame, tra le numerose teorie dell'invecchiamento,
la teoria neuroendocrina che considera appunto il processo
della senescenza come l'espressione di un progressivo squilibrio
funzionale del sistema endocrino. Se si esamina il comportamento
delle secrezioni ormonali, infatti, si può osservare
che i sistemi maggiormente coinvolti sono quelli preposti
alle secrezioni dell'ovaio, del testicolo, del surrene, della
ghiandola ipofisaria e di quella pineale. Secondo l'Autrice
gli ormoni, cosiddetti "anti-aging", che hanno suscitato
parecchi entusiasmi, si ridurrebbero comunque a tre soltanto:
la melatonina, l'ormone della crescita (GH) e il deidroepiandrosterone
( DHEA), dei quali appunto si occupa in questo interessante
contributo All'interno
Metabolic syndrome in aging people:
prevalence, risk assessment, need for treatment and prevention
La sindrome metabolica è una condizione di alterato
metabolismo su basi genetiche, (da non confondersi con il
diabete mellito di tipo II), la diagnosi e la prevenzione
della quale dovrebbero essere impostate precocemente, anche
se una evidente morbilità, nella maggioranza dei casi,
si manifesta generalmente dopo i 60 anni di età. Si
tratta di una malattia che può essere prevenuta e che
può, d'altra parte, condurre a serie complicazioni
cliniche se non viene trattata in modo adeguato. Anna Giulia
Cattaneo fa presente che i trattamenti con farmaci andrebbero
somministrati sempre con attenzione ed evitati quando non
fossero necessari. All'interno
Il rischio cardiovascolare assoluto individuale:trappole
della stastistica classica e possibili soluzioni E' un
dato acquisito che l'aumentare dell'età comporta un
incremento del rischio cardiovascolare.Ne deriva che la popolazione
anziana, maggiormente soggetta alla possibilità di
gravi eventi in campo cardioangiologico, può giovarsi
oggi in modo particolare di un uso informato e specifico della
medicina preventiva. Di recente infatti sono stati proposti
alla comunità medica un certo numero di algoritmi per
la valutazione del livello di rischio che ogni singolo individuo
presenta nei confronti di tale patologia.Lo scopo di questo
interessante editoriale di Enzo Grossi è quello di
valutare il vantaggio potenziale offerto, in questo ambito,
dalle nuove opportunità fornite dagli originali approcci
collegati alla intelligenza artificiale.
All'interno
Caregiver's Spirituality and its
Influence on Maintaining the Elderly and Disabled in a Home
Environment Questa ricerca ha preso in esame il ruolo
che organizzazioni fondate sul credo religioso sono in grado
di svolgere a sostegno di coloro che prestano la loro assistenza
al fine di tenere, il più a lungo possibile, anziani
e disabili nelle loro abitazioni. L'indagine ha voluto esaminare
se le persone che professano fedi religiose riescono a fare
fronte agli stress che tale assistenza comporta meglio di
coloro che non risultano essere credenti.L'inchiesta in sostanza
ha preso in esame la funzione che le associazioni religiose
possono avere nel dare un aiuto ai prestatori di cure che
si prodigano per mantenere gli anziani e i disabili al loro
domicilio. All'interno
Acute critical care for geriatric patients
Le emergenze che si presentano nei soggetti anziani possono
rappresentare talvolta un problema clinico complesso, specialmente
per il fatto che i medici dello staff specializzato nel trattamento
dei pazienti geriatrici risultano frequentemente in numero
insufficiente proprio nei dipartimenti di emergenza. Nell'età
anziana, come è noto, la malattia acuta è spesso
sovrapposta ad altre condizioni croniche, che sono spesso
correlate all'invecchiamento stesso.In generale in tali evenienze
non possiamo lamentare la carenza di attrezzature tecniche
differenti da quelle comunemente usate nel trattamento acuto
degli adulti più giovani, ma si avverte piuttosto il
bisogno di una maggiore competenza e qualificazione da parte
medica. E' questo il tema di cui si occupa Anna Giulia Cattaneo
nel presente editoriale. All'interno
L'uso di cateteri vescicali a dimora
in Geriatria: un dilemma irrisolto Ci
sembra opportuno ricordare ai nostri lettori, sulla base dei
dati esposti in questo editoriale da Emine Meral Inelmen,
che l'infezione batterica più comune nell'età
geriatrica è certamente l'infezione del tratto urinario,
soprattutto negli anziani fragili, sia che essi vivano a domicilio
o che siano stati istituzionalizzati per un certo periodo.Un
significativo numero di infezioni urinarie risulta correlato
all'inserimento del catetere urinario, come è dimostrato
dai dati statistici riportati, secondo i quali il 100% dei
pazienti esaminati sviluppa un'infezione del tratto urinario
entro un periodo medio di 30 giorni dalla cateterizzazione.
Il meccanismo attraverso cui il catetere è in grado
di causare un'infezione è dovuto inizialmente alla
colonizzazione ascendente da uropatogeni nel lume del catetere
e probabilmente anche nell'intercapedine tra uretra e superficie
esterna del catetere stesso.Gli uomini e le donne tendono
a sviluppare tale infezione per vie diverse a causa delle
differenze anatomiche nei due sessi. In conclusione si può
supporre che una accurata valutazione delle indicazioni per
un cateterismo, l'uso di procedure rigidamente asettiche ed
i periodi di cateterizzazione limitati al tempo necessario,
possano aiutare a prevenire molte infezioni. All'interno
La processualità dell'esistenza:riflessioni
di base finalizzate al corretto orientamento a sostegno della
persona in età avanzata
Se noi vogliamo attribuire alla società una funzione
formativa nei riguardi dell'anziano e, soprattutto, di chi
si accinge a diventarlo, dobbiamo pensare in primo luogo all'attuazione
concreta di una formazione geragogica, rivolta ovviamente
all'adulto e all'anziano, ma che deve in precedenza prevedere
ed attuare un training educazionale che sia indirizzato agli
operatori del comparto socio-sanitario. Solo operando a questo
modo, sostiene Irene Richini, è possibile concepire
un intervento di sostegno alla persona anziana, avendo cioè
ben chiaro in mente un modello di sviluppo umano che includa
la parte avanzata dell'esistenza. All'interno
I processi biologici nell'invecchiamento
e il ruolo dell'infiammazione L'editoriale che presentiamo
( A.Ciaramella, P.Bossù e C.Caltagirone ) si occupa
di una delle teorie, attualmente di maggiore credito, con
la quale si ipotizza un meccanismo comune alla base di numerose
patologie correlate all'invecchiamento ed in grado di colpire
organi diversi. Questa ipotesi si basa sul ruolo primario
svolto dai radicali liberi in tale senso e fornisce un modello
plausibile per spiegare nel contempo il processo dell'invecchiamento
in generale. Questo sarebbe associato, infatti, ad uno sbilanciamento
fra l'eccessiva produzione di fattori ossidanti ( quali, appunto,
i radicali liberi ) e la diminuzione delle difese antiossidanti,
con la conseguenza del danno cellulare e di un deterioramento
degli organi bersaglio. All'interno
La diagnosi precoce di Alzheimer
Il percorso diagnostico indicato dall'Autore, nel sospetto
di uno stadio iniziale della malattia, deve prendere sempre
l'avvio da un'attenta silloge e valutazione dei dati anamnestici,
da un corretto esame obiettivo generale e neurologico, avendo
cura inoltre di non trascurare gli esami funzionali, quali
soprattutto le indagini ematobiochimiche e strumentali che
ci consentono di stabilire, anzitutto, se i disturbi rilevati
sono riferibili ad un declino cognitivo correlato all'età
( invecchiamento cerebrale non patologico ), a condizioni
cliniche quali la depressione e il delirium, o invece ad una
vera e propria demenza esordiente, per la quale si prospetta
sempre la necessità di una diagnosi differenziale.
All'interno
Mild Cognitive Decline, Alzheimer Disease
and other common dementias Questo nuovo editoriale di
Anna Giulia Cattaneo si propone di confrontare ed aggiornare,
per quanto possibile, i moderni orientamenti per una precoce
identificazione della malattia di Alzheimer e la sua differenziazione
dalle altre forme di demenza, oltre che dal cosiddetto "declino
cognitivo dell'anziano" che attualmente è il termine
più utilizzato per definire la condizione intermedia
tra invecchiamento cerebrale non-patologico e la condizione
di demenza in fase iniziale. All'interno
Mild cognitive decline and brain
aging in physiological conditions
L'invecchiamento cerebrale, non correlato ad una determinata
malattia, si presenta come un argomento piuttosto complesso
che richiede una buona competenza psichiatrica per la "diagnosi"
e l'eventuale trattamento. Numerosi studi clinici sono stati
condotti allo scopo di valutare il grado del declino cognitivo
sulla base della perdita di alcune funzioni selettive, quali
i processi di memorizzazione storica e verbale, la capacità
di ragionamento astratto e la memoria retrospettiva. All'interno
Estimating renal function in elderly
hospitalized patients La valutazione della funzione renale
è d'indubbia importanza, dato che l'insufficienza renale
si correla notoriamente ad un aumento di mortalità,
al rischio di eventi vascolari e, in genere, ad una maggiore
morbosità. Dal momento che nei pazienti anziani la
creatinina serica può presentarsi con valori normali,
anche quando sussiste una diminuzione della funzione renale,
sono stati adottati numerosi sistemi per calcolare il tasso
di filtrazione glomerulare (GFR). I pazienti anziani e malnutriti
evidenziano un rischio maggiore di presentare una riduzione
del filtrato glomerulare pur mantenendo normali livelli di
creatinina serica, per cui costituiscono spesso una popolazione
con insufficienza renale occulta. Il riconoscimento di tali
soggetti è importante nella pratica clinica perché
un GFR abbassato richiede la riduzione proporzionale dei farmaci
eliminati per via renale e la rinuncia a quelli nefrotossici.
All'interno
Abuse of elderly people L'abuso
nei confronti delle persone anziane è purtroppo molto
diffuso e, secondo i dati forniti dal National Elder Abuse
Incidence Study, è da considerarsi un fenomeno in continua
crescita. L'Organizzazione Mondiale della Sanità ha
pubblicato, quattro anni fa, il primo "Rapporto Mondiale
su violenza e salute" non tralasciando di occuparsi in
particolare della violenza usata contro le persone anziane,
la quale venne studiata in dettaglio nei suoi aspetti culturali,
sociali
ed economici. Secondo Mario Barbagallo, che si occupa dell'argomento
nel presente editoriale, i tre esempi più comuni di
abuso nei riguardi della persona anziana sono quello domestico
(maltrattamento nella propria abitazione o in quella del caregiver),
quello istituzionale (in case di riposo o residenze assistenziali)
e quello auto-inflitto (per riferirsi al comportamento auto-lesivo
del soggetto stesso). Un ruolo fondamen-
tale nella prevenzione e nella diagnosi della violenzxa contro
l'anziano spetta al medico di famiglia ed al geriatra che,
con l'esame clinico e mediante la valutazione socio-ambientale
del paziente, sono più sicuramente in grado di individuare
le eventuali forme di vessazione. All'interno
Prospettive future per la diagnosi
precoce di Alzheimer (AD) attraverso l'elaborazione con Reti
Neurali Artificiali di variabili neuropsicologiche, biochimiche
e anamnestiche. L'impatto
che le malattie neurodegenerative, come l'Alzheimer (Alzheimer
Disease, AD), hanno sulla nostra società è estremamente
elevato. Nei paesi industrializzati il problema della prevenzione,
attraverso cui giungere almeno ad un ritardo nella manifestazione
dell'AD, è sentito come urgente impegno etico, sociale
ed economico oltre che... All'interno
Geragogia: riferimenti teorici per un'azione
educazionale di prevenzione nell'adulto e nell'anziano
In questo interessante contributo, Irene Richini pone le basi
per una corretta impostazione degli interventi formativi che
riguardano l'adulto pre-senile e l'anziano, in funzione soprattutto
di una prevenzione primaria intesa in senso lato..L'educazione
degli adulti, infatti, deve intendersi come una didattica
rivolta non solo all'informazione, ma soprattutto alla formazione
del soggetto in questione, nella prospettiva di un benessere
bio-psico-sociale che possa anzitutto tradursi in termini
di salute, come del resto già pronosticato dalla gerontologia
educazionale.Ed una tale funzione geragogica spetta ovviamente
alla società, a cui non vanno attribuiti soltanto compiti
assistenziali, ma anche quelli richiesti dalla realizzazione
di un vasto programma di educazione che deve coinvolgere l'intera
collettività e non solo chi si trova a fruire del suddetto
percorso educazionale. All'interno
Morire la morte tra conforto e
disperazione Di questi tempi
la morte è un evento che attiene, sempre più,
alla vecchiaia avanzata, con frequenza alquanto maggiore di
quanto era solito accadere nel passato, anche recente.Rita
Farneti, nel suo editoriale, ci fa osservare, a questo proposito,
che eutanasia e suicidio medicalmente assistito non sono mai
stati così attuali e popolari, ma nemmeno così
discussi e problematici come risultano oggi, in un mondo che
vede spesso nel morire una sconfitta più che un fatto
da far rientrare nella natura delle cose. I nostri lettori
medici sanno bene che ormai è abbastanza abituale che
si muoia in ospedale e, soprattutto, sono al corrente che
l'evento in questione non mostra, purtroppo, in quella sede,
significativi miglioramenti da potersi riferire alla qualità
del morire.I sanitari, infatti, ed i familiari sono di solito
concordi nell'evitare di menzionare la morte davanti al malato,
e si limitano per lo più a comunicargli dati tecnici
e giudizi confortanti, ritenendo così di salvaguardare
la speranza di vita che ritengono animi ancora il morente.Fa
notare l'autrice, con molta perspicacia, che "mettere
la morte fra parentesi" rappresenta il motivo profondo
che sorregge, quasi sempre, il modo consueto di barcamenarsi
nell'attesa. All'interno
Aging of the skeletal muscle and
myocardium : the role of damaged mitochondria
Nel corso del processo d'invecchiamento i mitocondri sembrano
rappresentare, al tempo stesso, un luogo di "produzione"
ed un bersaglio del danno ossidativo che interessa muscolo
scheletrico e miocardio. Un certo numero di segnali comprovanti
tale danno ossidativo, secondo Anna Giulia Cattaneo, sono
stati identificati e, di conseguenza, sono state proposte
le adeguate misure preventive al riguardo. Tra queste l'esercizio
moderato, il controllo dietetico oculato e l'aggiunta di anti-ossidanti
non pericolosi, che possono essere considerati come misure
protettive in grado di migliorare la qualità di vita
del soggetto anziano e di accrescere persino la sua spettanza
di vita. All'interno
Gli errori medici : un'altra chiave
di lettura per auspicare l'avvento di una "computer science"
amica I possibili contributi della computer science e
dell'intelligenza artificiale vengono esaminati, in questo
interessante editoriale, in considerazione di una auspicabile
riduzione della frequenza di errori in campo medico. Secondo
Enzo Grossi è prevedibile che un uso appropriato dell'intelligenza
artificiale non possa fare altro che accrescere la professionalità
del medico, consentendogli di risparmiare tempo prezioso per
approfondire lo studio della malattia, per ragionare sul caso
clinico e per valutare il malato nel suo complesso fisico,
psicologico ed umano. All'interno
Conference Report - International Symposium
"Obesity in the Elderly" Gli Autori hanno preso
in considerazione, nel presente report, un fenomeno naturale,
quale è appunto l'invecchiamento, in associazione ad
una complessa malattia a diffusione mondiale, vale a dire
l'obesità. E' questa una combinazione per la quale
il trattamento non dovrebbe essere semplicemente una somma
delle cure riservate all'anziano ed all'obeso. Una maggiore
informazione è infatti sempre necessaria al fine di
comprendere e classificare chiaramente il tipo di obesità.
L'intervento ideale potrebbe associare un programma di adeguati
esercizi fisici ad alcuni opportuni consigli nutrizionali
ed al necessario trattamento psicologico.
All'interno
Secondary dementias and cerebral vascular
disease:are preventive measures effective? Nei soggetti
anziani,è noto, il deterioramento mentale può
essere secondario a disordini metabolici, malattie cerebrovascolari,
farmaci, intossicazioni, lesioni intracraniche occupanti spazio,
come, anche, ad infezioni croniche. Il decadimento cognitivo,
associato a cause trattabili, rappresenta circa il 10-20%
di tutte le cause note di demenza, per cui lo scopo che si
è prefissa Anna Giulia Cattaneo, in questo suo editoriale,
è stato quello di focalizzare la propria attenzione
su tali condizioni morbose, con particolare interesse per
le demenze reversibili e per le affezioni vascolari cerebrali.
All'interno
Invecchiamento della popolazione e Nuove
Tecnologie Il notevole aumento della componente più
anziana della popolazione comporta ovviamente una crescita
sensibile dei bisogni assistenziali e ci obbliga tutti, di
conseguenza, ad una maggiore attenzione per il fenomeno della
disabilità - mentale o fisica - che anche da noi sta
assumendo oggi vaste dimensioni. Questa evenienza rappresenta
ormai un'importante realtà che non può essere
affrontata, come osservano gli Autori di questo interessante
editoriale, solo con le cure tradizionali, ma per la quale
si deve ricorrere all'impiego delle cosiddette "nuove
tecnologie", che hanno aperto nuovi orizzonti non solo
in ambito chirurgico, ma anche in quello della medicina geriatrica.
All'interno
Qualità della vita:la prospettiva
sociologica come riferimento teorico per la costituzione di
azioni inter e multi-disciplinari Anche in una progettazione
geragogica, sostiene Irene Richini nel presente editoriale,
è sempre indispensabile una sorta di ormeggio metodologico
al fine di realizzare il binomio ricerca/azione. La prospettiva
sociologica, infatti, costituisce una valida base di conoscenza
scientifica, in vista appunto di un'educazione dell'adulto
che possa condurre all'attuazione integrata della prevenzione
primaria. All'interno
La comunicazione al paziente del
rischio:plausibilità è preferibile a probabilità
Nella letteratura medica degli ultimi anni non mancano certo
continui riferimenti ai cosiddetti fattori di rischio, anche
se pochi ancora sono i tentativi fatti per trasferire il concetto
di rischio dalla popolazione in generale ad un livello che
interessi in modo specifico il soggetto individuale. Questa
traduzione al singolo individuo della nozione di rischio apre,
infatti, un interessante dibattito sull'uso appropriato del
termine probabilità, argomento che Enzo Grossi riesce
ad affrontare nel presente editoriale con un lessico semplice
e comprensibile. All'interno
La Broncopneumopatia Cronica Ostruttiva
dell'anziano : approccio educazionale e farmacologico
E' cognizione diffusa, anche tra i medici pratici, che la
broncopneumopatia cronica ostruttiva sia una patologia molto
frequente nei soggetti anziani, nonostante risulti che una
gran parte di tali casi non venga spesso diagnosticata e,
quando riconosciuta, sia trattata di frequente in modo non
del tutto corretto.I numerosi studi intrapresi su tale affezione,
come giustamente osserva Domenico L. Urso, si sono proposti
di valutare la qualità di vita dell'anziano con malattia
broncoostruttiva, di esaminare gli effetti dell'esposizione
prolungata al fumo di tabacco e, naturalmente, di definire
i protocolli terapeutici più indicati in questa fascia
di età. All'interno
Brain aging and senile dementias:
focusing on Alzheimer disease Caratteristica comune
nei soggetti più anziani risulta, com’è
noto, la diminuzione o le alterazioni della memoria, e quelle
delle funzioni cognitive, spesso limitate ad un grado modesto
che consente di mantenere un buon adattamento alla vita privata
ed a quella sociale. In tale caso il deterioramento funzionale
viene in genere considerato come un’espressione dell’invecchiamento
cerebrale fisiologico.I problemi iniziano quando la modesta
menomazione iniziale progredisce fino ad un vero stato demenziale.
Il modo di prevenire tale pericolosa eventualità,ed
il momento più opportuno per intervenire, sono ancora
sconosciuti e rappresentano un’importante materia di
studio nell’interpretazione del processo di senescenza.
Le alterazioni della cognizione, che si associano all’invecchiamento,
coinvolgono funzioni diverse (memoria, rapidità dei
processi mentali, attenzione, linguaggio ed attività
visive e spaziali ) e passano da un semplice stato di riduzione
mnemonica, attraverso un deterioramento cognitivo di grado
moderato, allo stato demenziale conclamato. Al momento attuale,
comunque, osserva Anna Giulia Cattaneo, non possono essere
avanzate previsioni sicure sulla progressione evolutiva menzionata,
come non possono essere proposte misure di prevenzione, dato
che si tratta di un campo in cui necessitano ancora studi
più approfonditi. All'interno
"Invecchiamento di successo"(
Successful Aging ): un termine in cerca di definizione
Il presente editoriale si è proposto di analizzare
il significato, dal punto di vista medico, della locuzione
"Successful Aging", al fine di portare un utile
contributo a quanti, come appunto i geriatri, saranno costretti
sempre di più, in futuro, a considerare i vari aspetti
di questo complesso argomento.In effetti il principale problema,
in tale assunto, non è soltanto quello di vivere il
più a lungo possibile, ma di migliorare nel contempo
la qualità della vita, quando ciò è fattibile.Emine
Meral Inelmen, alla quale dobbiamo questo valido apporto in
merito al tema menzionato, si rifà al modello classico
di Rowe e Kahn, i quali hanno voluto descrivere il "Successful
Aging" come un quadro multidimensionale che include,
al tempo stesso, la mancanza di malattie e disabilità,
il mantenimento della capacità cognitiva e della attività
fisica e, inoltre, lo svolgimento d'una attività fisica
e sociale. In sostanza viene infine accettata la congettura
che prevenzione e cure sanitarie di alta qualità possono
promuovere un "invecchiamento di successo", alleviando
la sofferenza, allungando la sopravvivenza e migliorando la
qualità della vita. All'interno
La relazione d'aiuto e l'aiuto nella
relazione con il paziente oncologico La "relazione
d'aiuto"con il paziente oncologico ( specie se anziano)
consiste in fondo nell'offrire a un soggetto indigente un
"io" ausiliario, che sia tale da poter servire a
funzioni diverse, quali il contenimento dell'ansia, il controllo
delle emozioni alienanti e la restituzione di un senso ai
pochi obiettivi rimasti. A giudizio di Rita Farneti, autrice
del presente editoriale, il supporto psicologico ( che può
farsi anche terapeutico ) si traduce anzitutto nella possibilità
di stabilire con il paziente una relazione di comprensione
empatica che gli offra uno spazio nuovo e sicuro, in cui sentirsi
protetto dalla violenza delle emozioni e rassicurato da ansie
e paure.In altri termini il malato oncologico ha un bisogno
assoluto di elaborare il trauma psicologico della diagnosi
e di trovare un progressivo adattamento alla propria patologia.
Diventa quindi prioritaria una franca relazione, soprattutto
con il medico curante, che sia in grado di offrire un aiuto
spontaneo ed istintivo e non soltanto una prestazione tecnica
e professionale. All'interno
La nuova sfida della Complessità,
un concetto non banale La geriatria è una branca
medica che si caratterizza, più di altre discipline,
per une prevalenza tipica del concetto di "complessità",
tra quelli che sono riconosciuti come suoi aspetti peculiari.
Le malattie croniche degenerative che sono predominanti nell'età
avanzata presentano, in gran parte connotati particolari,
tali da farle appunto definire come entità "complesse"
da molti punti di vista. Ma qual è il vero significato
di "complessità" in questa evenienza particolare?
L'obiettivo che si propone questo editoriale di Enzo Grossi,
è appunto quello di puntualizzare il concetto di "complessità"
nel campo specifico della geriatria, partendo da recenti contributi
di gruppi di ricerca che a tale tema sono particolarmente
interessati. Il cosiddetto sistema "complesso",
che può facilmente differenziarsi da un sistema "complicato",
può essere anche di grande aiuto a farci comprendere
la natura della malattie, come meglio si potrà comprendere
dalle note conclusive di questo interessante contributo, dove
si arriva appunto a distinguere le malattie acute e croniche,
rispettivamente in stati "complicati" e "complessi".
All'interno
Tubercolosis surveillance in aged people:
a neglected area of epidemiology? Nel presente editoriale,
focalizzato sulla diffusione della malattia tubercolare (TBC)
nei soggetti di età avanzata, che appartengono ai paesi
europei dell'Est e dell'Ovest, diversi, interessanti aspetti
sono stati messi in discussione. Tra questi, in particolare,
sono stati presi in considerazione l'incidenza e la prevalenza
della TBC, i problemi diagnostici, la caratterizzazione dell'agente
infettivo, la diffusione dell'infezione e la riattivazione
di vecchi casi, oltre alla resistenza farmacologica della
malattia ed alle varie misure di prevenzione. Nel corso di
tale indagine una particolare attenzione è stata rivolta
alla situazione in Italia. La prima prevenzione, come sostiene
Anna Giulia Cattaneo in questa sua indagine, è rappresentata
sempre da una diagnosi precoce di nuovi casi e di nuovi eventi
epidemici: questo concetto,infatti, non è affatto obsoleto
come a qualcuno potrebbe sembrare. Altre importanti misure
preventive dovrebbero servire a rimuovere i principali fattori
di rischio ( soprattutto la cosiddetta fragilità sociale,
il declino fisico dovuto a situazioni ineluttabili come la
povertà e la mancanza di cure, l'infezione da AIDS
- rara oggi nelle persone di una certa età, ma sicuramente
in crescita nelle generazioni future - e l'alcolismo ), tra
i quali fattori non vanno dimenticati gli errori nella assunzione
dei farmaci, il precoce abbandono della terapia e delle misure
igieniche generali per l'isolamento dei casi attivi.
E'evidente che, anche negli strati più anziani delle
popolazioni, una puntuale notifica del miglioramento, congiuntamente
a migliori conoscenze diagnostiche ed epidemiologiche, rappresenterebbe
senz'altro un ottimo proponimento per il futuro.
All'interno
L'ipotesi endocrinologica dell'invecchiamento
Volendo mettere a fuoco il ruolo delle ghiandole endocrine
nel processo d'invecchiamento umano, si dovrebbe in prima
istanza ricordare l'esistenza di una corrente di pensiero,
secondo la quale, in ogni cellula dell'organismo, il genoma
conterrebbe tutte le informazioni per un invecchiamento programmato,
al quale poi è possibile che si sovrappongano gli agenti
ambientali, interni ed esterni, in grado di accelerare la
comparsa dei fenomeni regressivi che caratterizzano il processo
di senescenza. Tuttavia, da qualche tempo, un crescente interesse
viene rivolto all'ipotesi che valorizza il ruolo rappresentato
dalla regressione di sistemi integrativi, capaci di collegare
cellule a distanza, come appunto il Sistema Endocrino. A giudizio
di Giorgio Valenti, autore del presente editoriale, le due
interpretazioni menzionate potrebbero coesistere in una visione
unificata, secondo la quale i fenomeni dell'invecchiamento
potrebbero essere promossi, appunto, dalle modificazioni quali-quantitative
delle secrezioni ormonali, espressione a loro volta di una
primitiva involuzione cellulare dei diversi sistemi neuroendocrini.
All'interno
Drugs and aging: preventive measure
to limit side effects in the elderly
Il trattamento farmacologico dei soggetti anziani rappresenta
spesso un vero problema per il medico, sia per la complessità
terapeutica che per il costo sociale della cure in genere.
Anche nei paesi più sviluppati,infatti, la persona
attempata versa spesso nell'indigenza, e molti degli individui
che raggiungono il pensionamento devono far fronte alla loro
aumentata fragilità fisica, a cui quasi sempre si aggiunge
una sostanziale riduzione delle proprie risorse finanziarie.
Queste situazioni vengono frequentemente ad aggiungersi ad
un sottofondo depressivo, ad una diminuita volontà
di cura verso se stessi, all'ìncomprensione familiare
e, per assurdo, alla consueta necessità di assumere
parecchi farmaci, associata alla ridotta tolleranza per molti
di essi. Va ricordato inoltre che i tentativi di automedicazione,
le arbitrarie sospensioni di terapie corrette ed anche la
prassi medica inappropriata, portano alla conseguenza d'aumentare
la morbilità, oltre a possibili, seri effetti collaterali.E
in particolare della prevenzione di questi ultimi, si occupa
Anna Giulia Cattaneo nel presente editoriale, dopo aver passato
in rassegna tutti i principali fattori che conducono spesso
ad una scarsa compliance dei soggetti anziani nei confronti
delle cure di tipo farmacologico. All'interno
Active immunization in the elderly
Nell'interessante editoriale di Anna Giulia Cattaneo, che
presentiamo, la vaccinazione viene considerata, in generale,
una pratica sicura ed efficace, e quindi proponibile in caso
di necessità, sia nell'anziano che nell'età
adulta. E sono, ovviamente, raccomandate, nelle condizioni
suddette, la vaccinazione o la rivaccinazione contro il tetano
e le malattie tropicali, nel caso di una possibile esposizione
a tali agenti patogeni.Ma un'indicazione speciale è
riservata alla somministrazione del vaccino anti-influenzale,
i cui benefici effetti sono ben conosciuti, e raccomandati
particolarmente nei soggetti più vecchi dall'Organizzazione
Mondiale della Sanità, che mantiene in efficienza un
programma di sorveglianza speciale per la prevenzione dell'influenza.Al
contrario l'efficacia della vaccinazione contro l'infezione
pneumococcica, secondo la Cattaneo, è piuttosto controversa,
nonostante venga consigliata da alcune organizzazioni che
si occupano di salute pubblica.La prevenzione dell'influenza
con gli inibitori della neuroaminidasi sarebbe una pratica
convalidata e sicura, per quanto al giorno d'oggi potrebbe
servire soltanto come supporto alla pratica vaccinale, a causa
del suo più basso rapporto costo-beneficio. All'interno
I nuovi farmaci ipoglicemizzanti orali:indicazioni
e modalità d'uso nel soggetto anziano Il diabete
mellito (quasi sempre di tipo 2) è sicuramente una
delle patologie croniche di riscontro più comune nell'età
senile e la sua prevalenza, inoltre, continua a presentare
un continuo aumento, che ormai si va attestando tra il 10
ed il 15%.Domenico Cucinotta, in questo interessante editoriale,
sottolinea con particolare evidenza l'importanza di una gestione
terapeutica che, oltre ad un controllo glicemico ottimale,
si prefigga contestualmente una riduzione globale di tutti
gli altri fattori di rischio cardiovascolare eventualmente
presenti, senza dimenticare che l'obiettivo principale resta
sempre la correzione del rischio globale, al quale soprattutto
si correlano le complicanze microangiopatiche e neuropatiche.
Dopo queste premesse viene esaminato, nel corso dell'articolo,
l'armamentario terapeutico necessario per la gestione di questo
tipo di diabete, da utlizzare solo quando i vari provvedimenti
sullo stile di vita (alimentazione ed attività fisica)
non sono sufficienti. Oggi sono a disposizione del medico
sia nuove categorie farmaceutiche che nuove molecole, senza
dimenticare che sono emerse importanti evidenze scientifiche
che ampliano e chiariscono meglio il ruolo di molecole già
usate da tempo. La chiave del successo, a detta dell'Autore,
è spesso costituita dalla personalizzazione della terapia,
sia in termini di maggiore efficacia che di minori effetti
collaterali, come è dato in special modo di constatare
nel diabete dell'età senile.
All'interno
Consideraciones sobre el estado nutricional
del adulto mayor Per ottenere un invecchiamento "attivo"
è richiesto ovviamente uno stato di buona salute fisica,
che, invariabilmente, si correla a condizioni adeguate di
nutrizione.Lo stato nutrizionale,infatti, rappresenta un punto
chiave nella vita di qualsiasi individuo, e soprattutto nei
soggetti anziani che costituiscono una popolazione vulnerabile
e particolarmente predisposta a tali problemi. In questo editoriale,
Georgina Corte Franco prende in esame, appunto, le variazioni
dovute al processo di senescenza e le loro ripercussioni sui
fenomeni nutrizionali, al fine di meglio comprendere come
possa attuarsi una prevenzione efficace dei processi morbosi
che conseguono alla malnutrizione del vecchio.
All'interno
Gli incerti confini tra invecchiamento
e demenza Tra i deficit cognitivi correlati all'invecchiamento,
l'Autore sembra valorizzare, in modo particolare, il concetto
di Mild Cognitive Impairment, locuzione con la quale ci si
vuole riferire in generale ad una "popolazione di soggetti
anziani non compromessi sul piano delle attività riguardanti
il daily living, ma con un disturbo subclinico ed isolato
di memoria, potenzialmente a rischio per lo sviluppo di demenza
alzheimeriana", disordine della cognizione, questo, che
sarebbe stato introdotto proprio per definire quello che alcuni
studiosi considerano lo stato di transizione tra invecchiamento
normale, o fisiologico, e condizione di demenza.A questo proposito,
dato che la possibilità d'individuare i soggetti che
svilupperanno una demenza di Alzheimer, dipende in gran parte
dalla validità dei criteri con i quali si cerca d'identificare
la fase preclinica, va senz'altro fatta presente anche la
notevole difficoltà a giudicare il rischio reale di
progredire verso quella forma demenziale che risulterebbe
associata al citato Mild Cognitive Impairment, inteso come
deficit subclinico e isolato di memoria.Inoltre la mancanza
di studi longitudinali prolungati nel tempo,specifica Carlo
Caltagirone, non permette di stabilire, allo stato attuale
delle conoscenze, se i soggetti con MCI siano comunque destinati
a sviluppare un Alzheimer od un'altra forma di demenza o possano,
invece, rimanere stabili per lunghi periodi o addirittura
indefinitamente. Sembra ragionevole, inoltre, ipotizzare che
anche altre categorie di soggetti, ad esempio individui che
presentano deficit cognitivi subclinici non riguardanti solo
la memoria, possanno rappresentare fasi precoci di tale malattia.
E' pertanto auspicabile che studi futuri permettano di accertare
i criteri più validi per una diagnosi di Alzheimer
preclinico, obiettivo questo da considerarsi fondamentale
per consentire l'utilizzo di possibili strategie preventive
e/o terapeutiche già in una fase preclinica della demenza.
All'interno
Fragilità e medicina predittiva
Vincenzo Marigliano prospetta, in questo editoriale, un basilare
cambiamento dell'approccio al malato anziano, destinato a
portare rilevanti conseguenze sulla vita del singolo e della
società. In sostanza l'Autore propone, accanto alla
geriatria curativa, l'avviamento di una nuova impostazione
clinica che definisce "geriatria predittiva". Una
tale metodica, o gene-based medicine integrata ad uno studio
in ogni individuo del ruolo ambientale, permetterà
una migliore prevenzione delle malattie e, nell'ambito geriatrico,
un'efficace protezione da fragilità e disabilità.
All'interno
Depressione e demenza Valeria
Putzu passa rapidamente in rassegna, in questo editoriale
valido e conciso, le possibili interrelazioni fra demenza
e depressione, soffermandosi su quelle che giudica le ipotesi
più probabili in merito alle loro possibili interrelazioni
eziogeniche. Da un punto di vista preventivo (e quindi anche
di qualche interesse per la gerontologia educazionale) ci
viene spontaneo di sottolineare, in questa presentazione,
la congettura che ipotizza la depressione quale un fattore
di rischio per la demenza, sulla base anche di quello che
emerge dalla metanalisi di Jorm. In sostanza l'Autrice ci
trova d'accordo quando afferma che la depressione deve considerarsi
tanto più un fattore di rischio della demenza, quanto
più risulta averla preceduta nel tempo.
All'interno
Comorbilità e depressione nell'anziano
Domenico Cucinotta, autore di questo interessante editoriale,
si preoccupa, in particolare, di segnalare al medico, fra
i molti aspetti peculiari della depressione nell'anziano,
l'insidia di "una diagnosi affrettata e superficiale",
evenienza che dovrebbe essere presa sempre in considerazione,
a suo avviso. I quadri clinici, infatti, possono presentarsi
spesso in modo diverso e, di conseguenza, "la modalità
di approccio sarà necessariamente diversa nelle varie
condizioni", dato che è stata sicuramente documentata
un'associazione bidirezionale fra depressione e patologie
somatiche concomitanti. In conclusione, la sintomatologia
depressiva negli anziani con affezioni somatiche, può
rappresentare una semplice coincidenza, oppure può
costituire "la via psicobiologica finale di determinanti
multiple. All'interno
Il geriatra del XXI secolo tra
riduzionismo statistico, intelligenza artificiale e nuovo
umanesimo In questo interessante
editoriale, Enzo Grossi passa in rassegna alcuni aspetti che
riguardano, attualmente, la medicina in generale e quella
"geriatrica" in particolare. Lo specialista in geriatria,
come gli altri medici pratici, del resto, si trova oggi di
fronte ad una valanga d'informazioni che hanno portato ad
una sostanziale riconfigurazione del pensiero medico, tale
da rendere necessaria una cooperazione sempre più articolata
con nuove figure professionali, quali, ad esempio, gli esperti
di "biomatematica", oltre a quelli, naturalmente,
di metodologia statistica. Dopo una valutazione critica di
tali nuovi profili lavorativi in campo medico, l'Autore propone
alla fine un ritorno ad una sorta di approccio olistico nella
sanità moderna, con il recupero della capacità
di ascolto, di spiegazione e di intrepretazione nei confronti
del paziente, specie se anziano. Il tentativo dev'essere quello
di gestire aspetti qualitativi esistenziali come l'angoscia,
l'amore, l'odio e la speranza che sempre accompagnano e, spesso,
rappresentano l'aspetto più importante della malattia.
L'organismo, in altri termini, dev'essere inteso come qualcosa
di più della somma delle sue parti e questa "totalità"
assume una funzione direttiva dei fenomeni che stanno alla
base della vita. All'interno
Early aging in humans: focusing on progeria
syndromes Nel presente, interessante editoriale, Annagiulia
Cattaneo passa in rassegna le tre principali sindromi di progeria
umana, soffermandosi in particolare sulla sindrome di Werner,
o progeria dell'adulto, che si manifesta appunto nei soggetti
adulti di 40-50 anni e le cui alterazioni patologiche appaiono
maggiormente simili a quelle del normale invecchiamento che
si osserva negli individui non affetti da tale sindrome. La
progeria e l'andamento dell'invecchiamento umano mostrano,
infatti, forti somiglianze e, anche a livello cellulare, un
certo numero di processi risultano sovrapponibili: questo
autorizza a pensare che una migliore conoscenza della progeria
potrebbe condurre ad una più approfondita comprensione
del comune invecchiamento e viceversa. Questa supposizione
rende ogni nuova acquisizione sulla progeria di particolare
interesse per il medico generale e per il geriatra, e non
soltanto per i pediatri che spesso si prendono cura dei pazienti
più giovani. All'interno
Nelle nasse della vecchiaia - Rappresentazioni
e vissuti della coppia psicoterapeutica In questo editoriale,
nel quale Rita Farneti torna a trattare del lavoro psicoterapeutico
con l'anziano, sono presi in peculiare esame, fin dalla premessa
introduttiva, i maggiori ostacoli che il terapeuta può
incontrare nella relazione con il paziente " rappresentati
- per lo più - da sentimenti non sufficientemente elaborati
circa il proprio invecchiamento e l'idea della propria morte".
Non vanno inoltre sottovalutati, a giudizio dell'Autrice,
alcuni rischi che possono concorrere a minare l'assetto di
neutralità, pur in una relazione che conserva empatia
e partecipazione. Una certa vulnerabilità, infatti,
è possibile sia presente nel terapeuta e deve attribuirsi,
tale evenienza, alla vulnerabilità del suo narcisismo.
In sostanza esso è vulnerabile perchè il paziente
anziano " dà voce e forma ai suoi stessi costrutti
mentali, ai vissuti circa il proprio incombente ed ineludibile
processo d'invecchiamento". All'interno
Universidades de Adultos Mayores: fundamentación
geragógica Dopo avere accennato alla validità
che, in campo gerontologico, deve attribuirsi alla educazione
permanente, gli Autori ( H. Scaglia e A. Mammana ) si soffermano,
in particolare, sulla geragogia, vista come una disciplina
pedagogica destinata a tutti i soggetti di età media
e avanzata, e intesa altresì come basilare momento
educazionale della prevenzione attiva antisenile. In accordo
con questa concezione della gerontologia educazionale, la
formazione pedagogica dell'adulto anziano dovrebbe proporsi
oggi, come scopo, l'adattamento del singolo ad un nuovo modo
di vivere che, essendo in continua evoluzione, esige appunto
una pedagogia più attiva, la quale riesca, nel suo
campo di attività, a promuovere la salute e la longevità
delle popolazioni. Risulta evidente che questo indirizzo educativo,
rivolto all'anziano, deve essere continuativo e basarsi sempre
su tecniche e metodi geragogici, i quali vanno correttamente
applicati anche nelle Università della Terza Età.
All'interno
Sense of coherence, well being
and cognitive functions in ageing
Lo scopo della presente ricerca di Georgiy Korobeynikov, è
stato quello di studiare, nel corso del processo d'invecchiamento,
la relazione intercorrente tra la stima soggettiva del senso
di coerenza e la soddisfazione di una vita di benessere in
possesso delle proprie funzioni cognitive. Sono stati esaminati
due gruppi di soggetti: 60 persone di città, con una
età compresa fra 35 ed 82 anni, e 60 persone dimoranti
in villaggi, di età compresa tra 32 ed 85 anni.I risultati
ottenuti hanno dimostrato che le differenze registrate tra
cittadini e villici non sono state significative dal punto
statistico.Al trempo stesso è emerso che l'età
media del gruppo costituito dagli abitanti in città
si presenta più alta rispetto a quella esaminata nelle
persone dimoranti nei villaggi. Questa circostanza indica
una maggiore conservazione delle funzioni cognitive, durante
l'invecchiamento, nella gente di città rispetto a quella
dei villaggi. A parte ciò si può supporre che
la stima del benessere soggettivo nel gruppo di abitanti in
città sia più alto di quello corrispondente
a quello della gente di campagna.Questo fatto può significare
una più alta probabilità di basso benessere
comportamentale nella gente di villaggio rispetto a quella
di città. Stando a questi risultati, il senso di coerenza
tra la gente di città è determinato, prima di
altre cause, dalla condizione delle funzioni cognitive. La
diversità della gente di villaggio appare dimostrata
- con riferimento alla funzioni cognitive - in modo chiaramente
significativo. All'interno
Infezione HCV: evoluzione, prevenzione
ed implicazioni nell'anziano L'infezione da HCV è,
notoriamente, una delle possibili, e più frequenti,
aggressioni virali che possono interessare il fegato umano,
seguendo un modello di diffusione di tipo parenterale.In questo
editoriale della dott.ssa Anna Giulia Cattaneo, oltre ai fattori
di rischio ed alle varie misure preventive della malattia,
si fa cenno in modo particolare alla natura di tale infezione
ed alle sue complicazioni croniche, quali si presentano nell'adulto
e nel soggetto anziano. Tale forma morbosa, infatti, ha un
decorso tipicamente lungo, fatto questo che potrebbe spiegare
come una patologia che ha spesso il suo inizio acuto nel giovane,
possa rivelarsi con una prevalenza più alta nell'anziano
e mostri le più severe complicazioni proprio nella
popolazione di età avanzata. La mancanza di un vaccino,
oltre alla scarsa efficacia ed al costo dei mezzi terapeutici
oggi disponibili, sollecita gli specialisti ad impostare validi
mezzi di prevenzione nei confronti dell'infezione, della reinfezione,
della diffusione e della evoluzione cronica della malattia,
impiegando principalmente misure igieniche e comportamentali.Infatti
una seria conoscenza dei fattori di rischio e delle modalità
di trasmissione dell'infezione virale, rappresenta, oggi,
la base più importante per la prevenzione nei riguardi
di tale forma morbosa. All'interno
Tempo di vita, tempo di morte
In questa presentazione che Rita Farneti fa dell'articolo
di Calvin Colarusso "Separation - individuation phenomena
in adulthood: General concepts and the fifth individuation"
viene sottolineato, tra gli altri argomenti, che le perdite
sperimentate nella media e tarda età sono generalmente
accettate bene dalla maggior parte delle persone, purchè
esista il tempo per riflettervi e per poterle comparare con
quelle dei coetanei. La percezione dello scorrere ineluttabile
del tempo conduce l'anziano ad una più profonda e completa
comprensione delle relazioni con gli altri e della sua condizione
di essere umano.Infatti i due momenti contradditori dell'esperienza
di vita sono il trascorrere del tempo e la non prevedibilità
di perdite durante la vita stessa.In entrambe le situazioni
l'elemento comune risulta sempre la perdita: come a dire perdita
di legami nella "separazione-individuazione", sia
nel Sé che con gli altri.Una tale svolta nella percezione
del tempo porta gli individui in tarda età a mettere
a fuoco, per accettarle, le separazioni inevitabili dagli
altri e da aspetti non più autentici del Sé.
Ed essa in particolare serve a mettere in luce, nella vecchiaia,
ogni tentativo di avere un contatto con l' "incommensurabile
piacere della saggezza dell'amore adulto e del vivere con
l'incomprensibile consapevolezza della morte". All'interno
The Faith-Based Community Action Model
-The FBCA Model La "filosofia" che rappresenta
il fondamento del presente editoriale presuppone che le varie
organizzazioni religiose debbano, e possano, essere coinvolte
in particolari programmi di azione comunitaria. La dottoressa
Terry Tirrito continua ad occuparsi, infatti, anche in questo
Suo articolo, del ruolo importante che le varie organizzazioni
religiose potrebbero avere nel favorire un supporto sociale
ai loro seguaci, specialmente nell'evenienza di soggetti più
anziani e bisognosi. In effetti dai dati della letteratura
specifica, dalle varie opinioni in campo politico ed anche
dal buon senso pratico della gente comune, risulta chiaramente
che le diverse organizzazioni fondate sul credo religioso
possono giocare un ruolo fondamentale nel fornire progetti
e servizi alle diverse comunità locali.In particolare
la mancanza di agenzie pubbliche e l'inefficienza delle strutture
governative a fornire i necessari servizi sociali, inducono
le popolazioni più anziane ad essere recettive nei
confronti di programmi e di servizi, in campo assistenziale,offerti
dalle organizzazioni religiose. In realtà le diverse
"chiese" sono spesso in grado di colmare molte lacune
del sevizio sociale pubblico, a cui le agenzie comunitarie
non riescono talora a far fronte in modo soddisfacente. All'interno
Defective glucose homeostasis in
old people:ethiopathology and preventive strategies
Le alterazioni dell'omeostasi glicidica, è noto, rivestono
un ruolo di notevole rilievo nei soggetti anziani, nei quali
le stesse sono solite presentarsi con manifestazioni varie,
di carattere clinico e non, che possono estendersi dalla semplice
iperglicemia non riconosciuta sino alle più complesse
e gravi patologie correlate alla suddetta situazione dismetabolica.
Si tenga inoltre presente, come suggerisce Annagiulia Cattaneo,
autrice del presente editoriale, che non solo gli alti valori
glicemici possono turbare il fragile equilibrio metabolico
dell'anziano, ma che non deve neppure sottovalutarsi l'importanza
degli episodi ipoglicemici, spesso non meno preoccupanti per
la salute del vecchio.Lo scopo del presente lavoro,infatti,
è quello di rappresentare ai medici di diagnosi e cura,
siano essi specialisti geriatri o "medici di medicina
generale", il grande valore che assume la profilassi
in questo specifico settore della patologia, per impostare
la quale in maniera corretta deve richiedersi, soprattutto,
una profonda conoscenza di tutti quei fattori di rischio che
possono associarsi con discreta frequenza, aggravando le conseguenze
del disordine nosologico di fondo.Risulta quindi evidente
l'assoluta necessità di approfondire le diverse acquisizioni
in questo campo, inclusa l'incidenza di tali "determinanti
di rischio" in età avanzata, al fine di porre
le basi più solide ad una valida prevenzione geriatrica.
All'interno
Vecchio, ormai troppo vecchio per
vivere Il presente editoriale
di Rita Farneti è un'interpretazione dell'articolo
originale"The older patient in psychoanalysis" del
Prof. Arthur F. Valenstein (Training and Supervising Analyst,
Psychoanalytic Institute of New England East, Clinical Professor
of Psychiatry, Emeritus, Harvard Medical School ). Pur con
qualche riserva su alcune prospettive, non sempre del tutto
condivisibili, riportate in questa interessante presentazione,
tra le quali il concetto di vecchiaia che, secondo noi, non
può sempre essere adottato nell'accezione che viene
qui riferita, come non può essere ammesso che l'invecchiamento
venga considerato solo una "crisi nel corso dell'esistenza",
e non piuttosto un complicato processo psico-fisico che si
caratterizza per un'involuzione lenta e progressiva nel tempo,
ciò nondimeno prendiamo volentieri atto di quanto in
questo lavoro, per molti altri aspetti, si afferma a proposito
della persona anziana che, se anche in età piuttosto
avanzata, sarebbe comunque in grado di "trarre proficuo
giovamento dal trattamento psicoterapeutico". L'obbiettivo
di tale cura per l'anziano si colloca soprattutto nell'acquisizione
di un notevole grado di autonomia e nel coinvolgimento interpersonale,
particolarmente importante verso la fine della terapia. In
definitiva nell'analisi dell'anziano il conseguimento di una
ragionevole, apprezzabile e consistente sensazione di non
sentirsi estraneo a sé stesso acquista una maggiore
urgenza, rispetto ai soggetti più giovani, soprattutto
allo scopo di fugare quel sentimento di depersonalizzazione
che"sovente alligna nelle molteplici sfumature del percepirsi
vecchio ed inutile". In altre parole l'analisi del vecchio
dovrebbe intendersi come un'opera di restituzione, in quanto
"il senso di vitalità, e non solo di attività,
può essere ancora recuperato nell'anziano ed anche
sensibilmente rafforzato". All'interno
Il potenziamento delle funzioni
affettive e cognitive per un buon invecchiamento: proposta
di una metodica Da qualche
anno ormai D. Cucinotta e Collaboratori si stanno attivamente
occupando di una particolare ginnastica mentale mirata, quale
mezzo preventivo dei disturbi cognitivi correlati all'età
e di quelli che interessano, nell'anziano, l'ambito affettivo.Questa
ipotesi sarebbe stata avvalorata dai positivi risultati ottenuti,
in numerosi corsi di Memory Training, anche nel trattamento
del cosiddetto "mild cognitive impairment" e delle
probabili demenze in stato iniziale.In sostanza il miglioramento
ottenuto con una tale metodica sembrerebbe riconducibile alla
stimolazione di aree cerebrali specifiche, come sarebbe dimostrato
dai diversi test che risultano beneficiare del training proposto.
All'interno
Detección de deterioro cognoscitivo
y demencia leve en población mexicana utilizando la
escala breve del estado mental, la escala de Blessed y Neuropsi
Per lo studio del deterioramento intellettuale e dello stato
demenziale in età anziana sono state proposte e vengono
impiegate metodologie diverse. Secondo gli Autori del presente
editoriale uno degli aspetti più importanti di tale
problematica riguarda il fatto che ogni metodica viene realizzata,
in generale, per équipes multidisciplinari a cui partecipano
geriatri, neurologi, internisti, psichiatri, psicologi ed
altre figure professionali, con conseguente aumento del costo
economico di ogni singola valutazione.Viene pertanto proposta,
in questa sede, una maniera meno costosa per identificare
la popolazione a rischio, mediante una batteria di prove neuropsicologiche
più semplici e di facile impiego. All'interno
Anemia in the Elderly: a Diagnostic
Problem Il ritrovamento
dei nuovi "marker" che riguardano gli stati pre-anemici
dell'anziano e lo studio del loro processo evolutivo, dovrebbero,
a detta di Anna Giulia Cattaneo, intervenire entrambi sia
nella prevenzione dei fenomeni stessi come anche, potremmo
aggiungere, in una migliore educazione professionale del geriatra.
All'interno
Jubilación y pérdidas
Secondo gli Autori lo stile di vita di molte società
attuali può ritenersi responsabile di un numero maggiore
di danni all'organismo umano di quanti ebbe procurarne il
concorso di tutte le malattie infettive del passato, come
del resto è dimostrato dai molti insuccessi della medicina,
che non riesce a far fronte al nemico peggiore della salute,
rappresentato oggi dall'uomo stesso e dal suo modo di organizzare
il lavoro nella realtà contemporanea. Ne risente soprattutto
il vecchio che, privato del suo ruolo, perde anche la sua
identità e la sua libertà, oltre a ridurre il
proprio livello di autostima, al tempo stesso in cui cessa
d'essere produttivo per il sistema. All'interno
L'intelligenza artificiale al servizio
del geriatra nello studio della risposta alla terapia farmacologica
nel paziente anziano Secondo
l'Autore i metodi statistici tradizionali, basati su modelli
di analisi lineare, presentano notevoli difficoltà
di applicazione nel predire un fenomeno biologico quale, ad
esempio, la responsività ad un farmaco, come viene
esplicitamente spiegato in questo editoriale.In altri termini
si sostiene nel testo che il metodo statistico dei gruppi
non può essere di particolare utilità per il
clinico, che si trova quotidianamente a confrontarsi con una
patologia individuale. Un possibile approccio alternativo
è rappresentato dai "sistemi dinamici adattivi"
di cui le reti neurali sono una delle migliori espressioni,
chiaramente vantaggiosa rispetto ai sistemi tradizionali.L'uso
del sistema delle reti neurali è stato, ad esempio,
proposto per studiare la sequenza nucleotidica del genoma
umano e per quella aminoacidica delle proteine.Oltre a numerose
altre applicazioni in campo diagnostico e farmacologico, i
risultati ottenuti con tali modelli matematici, se confermati,
potranno pure rappresentare il primo passo concreto per la
costruzione di un valido strumento prognostico ( e, quindi,
anche preventivo ) nella malattia di Alzheimer. All'interno
L'invecchiamento cellulare e le sue basi
fisiologiche La biologia comparata mette in specifica
evidenza la complessità del processo d'invecchiamento
tra gli animali superiori, peculiarità che è
quasi esclusiva di un numero limitato di specie, compresa
quella umana.Non è chiaro infatti, tra i numerosi altri
aspetti del fenomeno generale, quale rapporto sussista tra
la durata di un tale processo e l'aspettativa di vita relativa
ad una determinata specie.A proposito di "life span"
è noto, ad esempio, che in alcune società la
donna vive in media alcuni anni più dell'uomo, ma resta
ancora da definire, secondo l' Autrice, se l'invecchiamento
debba ritenersi posticipato in questo sesso, o se si tratti
nella femmina di un processo ad evoluzione più lenta,
ma ad inizio "contemporaneo" rispetto al sesso maschile.
All'interno
El voluntariado en la tercera edad
L'Autrice si immedesima negli anziani di oggi che, di fronte
alla realtà del proprio invecchiamento in una società
"massificata" come quella attuale, si trovano di
frequente a vivere la loro età in una condizione di
perdita e spesso come veri emarginati sociali. La soluzione
avanzata è quella del loro inserimento nelle varie
associazioni di volontariato, con vantaggio cospicuo per i
vari settori interessati e per tutto il complesso sociale,
gli stessi anziani compresi. All'interno
Visual perception and informational
processing capability in aging L'uso dei metodi tradizionali
di analisi statistica per lo studio, nel corso dell'invecchiamento,
del declino percettivo visivo e della capacità di elaborazione
"informazionale", deve considerarsi oggi, a giudizio
dell'Autore, un intervento piuttosto inadeguato. In accordo
con quanto già anticipato in alcuni Suoi recenti studi,
nel presnte editoriale si sottolinea, tra l'altro, che nei
processi d'involuzione senile ricordati, verrebbero attivati
particolari meccanismi compensatori, tra cui alcuni correlati
ad una puntuale organizzazione stocastica delle funzioni psicofisiologiche.
All'interno
La vejez,una etapa vital del desarrollo
humano L'invecchiamento
delle popolazioni rappresenta senz'altro un fenomeno relativamente
recente nella storia del genere umano.E pertanto una sfida
essenziale da affrontare, in questa nostra epoca, è
quella di riuscire a educare l'adulto affinchè impari
ad invecchiare in modo corretto. La vecchiaia è una
realtà che non riguarda soltanto una parte della popolazione,
ma interessa inevitabilmente tutto il consorzio umano nel
suo complesso.Cosicchè, dal punto di vista sociale,
i soggetti anziani non debbono essere considerati come una
categoria separata dal resto della collettività, come
purtroppo ci accade spesso di constatare.Secondo l'Autrice
di questo editoriale, infatti, sarebbe desiderabile una concezione
della vecchiaia più equilibrata, da accettare come
una normale tappa della vita , paragonabile ad altri pregressi
tratti della stessa, come ad esempio possono considerarsi
l'infanzia e l'adolescenza. La vecchiaia costituisce pur sempre
un'esperienza in più nel percorso umano e pertanto
può e deve svolgersi nel modo più positivo,
nell'interesse dell'individuo e di tutto il complesso sociale.
All'interno
La relazione di aiuto all'anziano,
incontro e dialogo La relazione d'aiuto alla persona anziana,
di cui si occupa, in una prospettiva psicologica, l'Autrice
di questo editoriale, è comprensiva anche dei rapporti
interindividuali di tipo terapeutico che rientrano nei diversi
modelli organizzativi della nostra società. Per riportare
un esempio di interesse gerontologico, ci limitiamo a menzionare
la cosiddetta "assistenza domiciliare integrata"
che, per essere veramente tale, dovrebbe permettere agli utenti
anziani di poter negoziare possibili compromessi tra le richieste
degli stessi e le risposte della struttura assistenziale.Le
differenze individuali, infatti, meriterebbero di essere sempre
rispettate da chi gestisce l'assistenza sanitaria ai vari
livelli, affinchè agli anziani non sia consentito solo
di sopravvivere come "organismi", ma di continuare
a vivere da individui.
La dottoressa Rita Farneti, psicologa e psicoterapeuta,
collaboratrice del Dipartimento di Scienze dell'Educazione
all'Università di Padova, è autrice di pubblicazioni
nazionali ed internazionali relative al climaterio femminile,
alla genitorialità ed all'invecchiamento.
All'interno
Educaciòn permanente no formal
para adultos mayores
Secondo gli Autori di queste pagine (Horacio Scaglia e Coll.)
la proposta della educazione permanente per la terza età
rappresenta sempre una triplice sfida, che coinvolge sia gli
"allievi" che i docenti e le stesse istituzioni.
Gli anziani-alunni vengono provocati a scoprire sempre nuove
modalità di apprendimento, processo in cui non intervengono
solo intelligenza e memoria, i docenti sono sottoposti al
cimento di un insegnamento rivolto ad una popolazione eterogenea
per conoscenze e cultura, mentre le istituzioni sono richieste
di uno spazio per un settore comunitario che vuole soltanto
apprendere, senza aspirare a titoli di sorta.
All'interno
L'invecchiamento e la Medicina
Anti-invecchiamento (Anti-aging Medicine )
Gli Autori (Dott. Paolo Albanese e Dott.ssa Emine Meral Inelmen)
prendono lo spunto da quella nuova branca della gerontologia
che viene definita "preventiva", per arrivare ad
occuparsi della "anti-aging medicine", indirizzo
anch'esso recente della geriatria clinica, se così
può essere indicato, il cui obiettivo specifico è
quello di fornire strategie scientificamente validate per
rallentare il processo d'invecchiamento e per ottimizzare
la qualità della salute. Le conclusioni hanno fini
educazionali e si prefiggono d'insegnare a vivere più
a lungo ed in condizioni psico-fisiche migliori. L'invito
è di valutarle con spirito critico, dato che il dibattito
resta indubbiamente aperto. All'interno
Sessualità maschile e terza
età Questo interessante
contributo in tema d'invecchiamento ci viene offerto da due
studiosi di psicosessuologia ( R. Rossi, E. Dalia ) che si
presentano con una sintetica rassegna delle attuali conoscenze
sulla sessualità maschile nella terza età. Da
un attento esame dei principali fattori che influenzano l'espressione
sessuale nel soggetto anziano, si trae la conferma che le
naturali modificazioni anatomo-fisiologiche assumono significato
solo quando vengano integrate nel complesso delle variazioni
psicologiche e sociali correlate alla senescenza. Per comprendere
la sessualità nell'età anziana è necessario,
quindi, realizzare che l'essere umano è in rapporto
non solo con il proprio corpo, ma anche con l'aggregato antropologico
e con l'ecosistema dei quali fa parte. All'interno
Fisiopatologia del dolore in età
geriatrica Il dott. P. Dal
Santo, geriatra dell'Ospedale di Vicenza, con questo editoriale
sulla fisiopatologia del dolore nel soggetto anziano, ci propone
un interessante approccio allo studio della sensibilità
dolorifica in età geriatrica. I "punti focali"
valutati riguardano gli effetti dell'invecchiamento sul "dolore
acuto", su quello "cronico" ed anche l'influenza
del deficit cognitivo sulla percezione del dolore in generale.
A proposito di quest'ultima evenienza clinica, senza volere
qui anticipare le conclusioni dell'Autore, ci sembra inevitabile
che la perdita di espressione verbale nei pazienti con deficit
cognitivo importante, obblighi gli abituali "caregivers"ad
avvalersi di altri potenziali indicatori di dolore fisico
che debbono necessariamente scegliersi fra le manifestazioni
non verbali del dolore stesso. All'interno
The Spirit of Collaboration: Social
Work / the Church / Older Adults
La dott.ssa Terry Tirrito ( PhD, Aging
Specialist, University of South Carolina ) si occupa in questo
editoriale del ruolo importante che le varie organizzazioni
religiose possono avere nel favorire il supporto sociale dei
loro adepti, specialmente nel caso dei soggetti più
anziani e bisognosi. In effetti le diverse "chiese"
sono spesso in grado di colmare molte lacune del servizio
sociale, a cui le agenzie pubbliche non sanno talora far fronte.
All'interno
L'attività fisica nell'anziano
L'Autore riprende un argomento già
trattato in questo sito, ma ne approfondisce, sulla base di
dati interessanti, alcuni aspetti del decondizionamento biologico
allo sforzo che si accentua spesso dopo il pensionamento.
All'interno
Deterioro cognoscitivo de origen vascular
Accogliamo volentieri, tra i nostri
editoriali, questo interessante inquadramento critico della
demenza vascolare, inviatoci dalla Dottoressa Georgina Corte
Franco, "Global Health Leadership Fellow". Di particolare
rilevanza ci sembrano, tra l'altro, alcune Sue interessanti
osservazioni in tema di educazione preventiva. All'interno
Sobre el apego y desapego en la vejez
Dopo alcune originali considerazioni
sulle difficoltà d'inserimento dell'anziano nel contesto
familiare, nelle istituzioni "geriatriche" e nel
complesso sociale in genere, l'Autore avanza la proposta,
tra l'altro, d'includere nei programmi educativi per bambini
e adolescenti anche un insegnamento di tipo geragogico. Si
riuscirebbe così a diffondere una conoscenza migliore
di questa stagione critica della vita, trasmettendo alle giovani
generazioni norme di stima e di rispetto per l'età
avanzata. All'interno
Sessualità e terza età
Inizia con questo primo editoriale
(Sessualità e terza età) la collaborazione a
Geragogia.net della Prof.ssa Roberta Rossi, Docente di Psicologia
e psicopatologia del comportamento sessuale alla Facoltà
di Psicologia dell'Università "La Sapienza"
e collaboratrice dell 'Istituto di Sessuologia Clinica di
Roma.Ci sembra di particolare interesse, dal punto di vista
geragogico, la riflessione che nell'età avanzata il
mantenimento di uno stato di benessere fisico e psichico riveste
una rilevanza determinante per la prosecuzione ed il mantenimento
dell'attività e dell' interesse sessuale. E soprattutto
ci persuade l'osservazione che il pensionamento può
portare a seri fenomeni psicologici che, a loro volta, spesso
dimostrano ripercussioni sessuali importanti. All'interno
Formación de Personal en Residencias
Geriátricas
A seguito del recente editoriale
sulla " Sociologia dell' invecchiamento", il Prof.
Horacio Scaglia ci invia ora i primi risultati di uno studio
sperimentale riguardante la "formazione del personale
addetto alle residenze geriatriche", che attualmente
è in corso di realizzazione nella città di Rosario.
Vi collabora Aida Mammana. All'interno
Renal Function in
the Elderly: is the Decline Inevitable?
Studi trasversali e longitudinali confermano che il declino
della funzione renale, associato all'età, può
essere correlato più propriamente a condizioni morbose
sovrapposte (o a fattori di rischio cardiovascolare) che ad
un semplice processo di involuzione senile. E' la conclusione
di uno studio inviatoci dalla Prof.ssa G. Bertaglia dell'Università
di Padova (Nefrologia I). All'interno
La
prevenzione delle piaghe da decubito
Un corretto inquadramento clinico del
paziente e la conoscenza dei meccanismi fisiopatologici dell'ulcera
da decubito, consentono di attuare i presidi preventivi, generali
e locali, che si mostrano necessari per eliminare e correggere
i fattori di rischio favorenti l' insorgenza di tale lesione.
Se ne occupa la geriatra Annunziatella Marino del Pio Albergo
Trivulzio di Milano. All'interno
Sociologia
dell'invecchiamento
Con questa breve premessa diamo
inizio allo studio di alcuni fondamentali presupposti che
si correlano agli aspetti sociologici dell'invecchiamento
nei diversi paesi del mondo occidentale. La presente anticipazione
è di Horacio Scaglia, Profesor Adjunto de la Cátedra
de "Residencia y Práctica 1 y 2" de la Carrera
de Técnico Superior en Gerontologia en el Instituto
Superior de Ciencias Humanas de la Ciudad de Rosario. All'interno
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